Il concetto di nutrizione si è evoluto negli ultimi anni, abbandonando il significato di “corretta nutrizione” volta ad evitare disavanzi, diventando “nutrizione ottimale” con scopi terapeutici e di prevenzione volti a migliorare la qualità della vita ed il benessere dell’individuo. Il nuovo concetto di nutrizione si basa sulla promozione della salute ed è già considerato come un fattore protettivo contro una lunga serie di circostanze patologiche.
In questo senso, l’osservazione medica e la sperimentazione biochimica anche su animali hanno dimostrato che molti alimenti tradizionali come frutta, verdura, pesce e latte contengono componenti che sono benefiche per il nostro organismo.
Negli ultimi anni la più grande sfida della ricerca in questo campo è stato quella di trovare il modo di attuare tutto ciò che è già noto, in una “dieta ottimale”. Cioè una dieta che, oltre ad essere sana, nutriente e gradevole al palato, aiuti a prevenire le malattie croniche legate alla alimentazione, e quindi quella che si traduce, nella popolazione, in una più bassa mortalità totale, speranza e qualità della vita più elevata e forse anche quella che è più salutare per l’ambiente.
A questo proposito è stato più volte dimostrato che le diete che meglio soddisfano questi obiettivi sono quelle che si basano principalmente sul consumo di frutta, verdura, cereali e legumi, usando con parsimonia alimenti di origine animale. Ed è qui che entra in gioco la dieta mediterranea.
Ancel Benjamin Keys, fisiologo americano, durante gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, iniziò uno studio chiamato “Seven Countries Study”, che è tuttora considerato la prima prova epidemiologica, in diversi paesi occidentali, sulla potenziale relazione tra la malattia coronarica e la dieta. I risultati di questo studio evidenziarono che ci fosse una maggiore incidenza di eventi cardiovascolari nei paesi in cui lo stile di vita era caratterizzato da una maggiore assunzione di grassi totali e grassi saturi. Questo importante lavoro di ricerca servì per cominciare a puntare l’attenzione sugli effetti benefici della dieta mediterranea.
Attualmente, resta inteso che dieta mediterranea è quella in cui sono consumati ingredienti tradizionali della regione del Mediterraneo, applicando, se è possibile, le nuove tecnologie come l’uso di coltivazioni biologiche, seguendo ricette tradizionali ed infine, ma non meno importante, adottando anche lo stile di vita tipico del Mediterraneo.
In generale, le diete mediterrane sono caratterizzate dalle seguenti caratteristiche:
- Utilizzo di olio d’oliva come principale fonte di grassi, quindi, consumo di acidi grassi insaturi anziché saturi.
- Un elevato consumo di alimenti vegetali come cereali, frutta, verdura, legumi, noci, semi e olive, tutti minimamente trasformati, stagionalmente freschi e coltivati localmente.
- Consumo moderato di pesce e frutti di mare.
- Consumo moderato di uova, pollame e prodotti lattiero-caseari.
- Basso consumo di carne rossa e derivati carnici.
- Consumo moderato di vino rosso durante i pasti.
Pertanto la dieta mediterranea offre tutti i micronutrienti essenziali, i macronutrienti come fibra, acidi grassi, nonché una serie di fitochimici. La dieta mediterranea rapresenta uno stile di vita equilibrato in cui è inclusa la pratica di attività fisica, riposo adeguato e l’interazione sociale. A causa di tutte queste ragioni, nel 2010, la dieta mediterranea è stata riconosciuta come patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.
A seguito del famoso studio di Keys, migliaia di studi scientifici hanno fornito prove scientifiche schiaccianti sui benefici della dieta mediterranea per la salute. Oggi le principali società scientifiche del mondo suggeriscono la dieta mediterranea come il profilo ideale per preservare la salute e ridurre l’incidenza delle malattie croniche.