Artrosi. Tutto quello che c’è da sapere.

L’artrosi non è una malattia collegata esclusivamente ad adulti ed anziani, ma può affliggere persone di diverse età, comprese persone più o meno giovani.

Tagmedicina, artrosi
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I soggetti a rischio in età giovane ed adulta sono coloro che praticano un’attività sportiva intensa, a livello professionale e amatoriale. Gli sportivi durante l’allenamento fanno dei movimenti ripetitivi e costanti. Questo stress provoca l’usura precoce della cartilagine. Anche le persone molto sedentarie possono andare incontro all’artrosi, ma in un modo totalmente diverso. In questo caso le fasce muscolari non adeguatamente allenate non riescono a fornire il giusto sostegno all’articolazione. La debolezza muscolare abbinata a una scarsa stimolazione del metabolismo può facilmente indurre lo sviluppo di un artrosi precoce. Anche il forte sovrappeso e l’obesità comportano un superlavoro per le articolazioni. In genere sono maggiormente a rischio i soggetti con una storia clinica particolare ad esempio coloro che hanno sofferto di displasia dell’anca da bambini. Anche le persone che presentano una forma di conflitto femoro-acetabolare hanno molte probabilità di sviluppare precocemente una coxartrosi. Anche chi ha subito dei traumi articolari è più esposto a sviluppare l’artrosi in giovane età.
Un altro fattore che può facilitare lo sviluppo dell’artrosi precoce è la scoliosi, una diffusa deviazione della colonna vertebrale che produce una serie di errori posturali. Se non vengono opportunamente corretti, i carichi sbilanciati causati dal difetto posturale possono portare ad un’erosione precoce del tessuto cartilagineo.

Diagnosi dell’artrosi
Per avere una diagnosi di osteoartrosi è necessario sottoporsi ad una visita medica con uno specialista. Il medico farà domande mirate per ricostruire la storia clinica del paziente. Successivamente valuterà la mobilità articolare proponendo al paziente l’esecuzione di semplici movimenti. Seguirà l’osservazione di eventuali tumefazioni a livello locale. Il medico attraverso la palpazione potrà verificare la presenza di un versamento articolare e il paziente potrebbe provare dolore alla pressione all’altezza delle rime articolari. A livello uditivo possono essere percepiti dei crepitii. Attraverso gli esami radiografici sarà possibile valutare con precisione l’entità del restringimento articolare.

Terapie conservative e soluzioni chirurgiche
Nelle sue fasi iniziali è possibile procedere al trattamento dell’artrosi con delle terapie conservative, ovvero rimedi poco invasivi destinati a rallentare l’avanzamento della tagmedicina, artrosi e terapiepatologia e a tenere sotto controllo la sintomatologia dolorosa. Si può ricorrere ad esempio a cicli mirati di fisioterapia, in abbinamento all’assunzione di farmaci antinfiammatori e analgesici. Alcuni pazienti traggono giovamento da trattamenti di tipo termale come la fangoterapia. E’ abbastanza frequente praticare anche a una terapia iniettiva intra-articolare, che ricorre all’infiltrazione di sostanze lubrificanti come l’acido ialuronico.

All’avanzare della patologia, lo specialista potrà proporre al paziente di procedere con dei trattamenti di chirurgia rigenerativa come le infiltrazioni autologhe di cellule mesenchimali, finalizzate a stimolare la rigenerazione cartilaginea. Per diminuire il carico sull’articolazione, il chirurgo potrà effettuare un intervento di artroscopia grazie al quale è possibile eliminare eventuali frammenti mobili dei capi ossei e visionare lo stato effettivo dell’articolazione. A seconda dei danni provocati dallo sfregamento dei due capi articolari potrebbe essere necessaria una osteotomia. Attraverso l’osteotomia il chirurgo ortopedico può migliorare la posizione articolare andando ad agire direttamente sull’osso. Quando l’articolazione è irrimediabilmente danneggiata la soluzione definitiva è la chirurgia protesica. I capi articolari vengono sostituiti con delle protesi in vari materiali che consentiranno al paziente il ritorno a una vita normale. Gli interventi chirurgici più diffusi (e oggi anche più sicuri) sono quelli che riguardano protesi di ginocchio e protesi d’anca.

Artrosi e attività fisica
Tra i fattori di rischioche predispongono un soggetto a sviluppare una patologia come l’artrosi vi sono l’obesità, la sedentarietà e gli errori posturali. Praticare una regolare attività sportiva è dunque innanzitutto un buon metodo per prevenire l’artrosi. Anche chi soffre già di artrosi, in forme non graTagmedicina, artrosi e attivitàvi, può trovare nell’attività fisica un aiuto nel mantenere attive le articolazioni e tonificare la muscolatura di sostegno. L’eventuale presenza di dolore sarà il campanello d’allarme che permetterà all’atleta di sapere di aver messo l’articolazione sotto uno stress che non è più in grado di reggere.

Tuttavia, è sempre ragionevole evitare di praticare attività che mettano sotto sforzo direttamente l’articolazione colpita dall’artrosi. Ecco quindi che, ad esempio, in caso di artrosi dell’anca eviterete attività come corsa, calcio, equitazione, alpinismo, sci. Così come in presenza di artrosi alla spalla sarà bene non praticare nuoto, tennis, tiro con l’arco, ping pong, pallacanestro. Praticare attività fisiche dal basso carico articolare è utile per tenere l’articolazione attiva ed evitare l’irrigidimento e potenziare la muscolatura per garantire il sostegno articolare. Le attività sportive di basso impatto suggerite sono ad esempio pilates, yoga, ginnastica dolce. Inoltre sono consigliate le attività in acqua dato che, per quanto i muscoli siano sotto sforzo, le articolazioni non subiscono il peso corporeo.

Artrosi e alimentazione
In generale la buona tavola aiuta a tenere sotto controllo il corretto funzionamento del corpo. Sostanze nutrienti, vitamine, minerali aiutano l’organismo a funzionare meglio. Quali sono i cibi che aiutano a convivere meglio con l’osteoartrosi? Si può trarre giovamento portando in tavola alimenti dalle proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e ricchi di sali minerali. I cibi antinfiammatori sono quelli che forniscono un buon apporto di Omega 3. I cibi ricchi di omega-3Tagmedicina, alimentazione e artrosi sono il salmone, le acciughe, le aringhe, lo sgombro, le sardine, il tofu e la soia. L’assunzione di piccole dosi di frutta secca e l’utilizzo delle spezie a tavola favoriscono un’azione antinfiammatoria. Altri alimenti dall’azione antinfiammatoria e decongestionante sono il cetriolo, l’ananas, i porri, le cipolle e le fragole. In generale frutta e verdura sono alimenti ricchi di antiossidanti. In particolare, i più consigliati dagli esperti sono i frutti rossi, i mirtilli, i broccoli, ricchi di beta-carotene, vitamina C, acido folico e potassio, le carote, ottime fonti di beta- carotene, il cavolo cappuccio e il cavolfiore che sono un’ottima fonte di selenio. I cereali non raffinati, le banane e il prezzemolo forniscono una buona dose di sali minerali.  Per diminuire l’acidità provocata dall’infiammazione è consigliato bere almeno un litro d’acqua liscia al giorno. Durante il periodo di infiammazione acuta è meglio evitare bevande e cibi acidi come pomodori, farine, alcolici,
zuccheri e latticini stagionati.

Dott. Alfredo Bitonti
Ortopedico e Traumatologo.

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