Il ragazzo in questo periodo ha due esigenze tra loro contrastanti: da un lato sente il bisogno di essere protetto dalla famiglia di origine e vorrebbe restare bambino, dall’altro vuole differenziarsi e acquisire autonomia. La famiglia deve affrontare l’arduo compito di trovare un nuovo equilibrio, di rinegoziare le distanze interpersonali per venire incontro alle esigenze, si sente a disagio e si domanda quale sia la cosa giusta da fare. I genitori in fondo hanno la consapevolezza che il loro figlio sta diventando grande, ma possono essere riluttanti ad ammetterlo, possono essere preoccupati di fronte alle richieste di autonomia e spaventati dal fatto di dover riassettare un equilibrio che ha funzionato bene per molto tempo. Gli studi sull’ attaccamento hanno sottolineato la tendenza a una riorganizzazione nelle varie fasi dello sviluppo e se, da un lato, i comportamenti di attaccamento verso i genitori vengono attivati meno frequentemente, ossia con minore intensità e urgenza, i genitori permangono come “base sicura”.
In questo periodo della vita, diventano fondamentali gli amici, che non sono più dei compagni di giochi, ma dei confidenti e delle persone con cui confrontarsi. Si sente l’esigenza di fare parte di un gruppo di coetanei con cui trascorrere il tempo libero, condividere interessi, confrontarsi. Nascono in questo modo i gruppi informali che si differenziano da quelli formali (quali la classe o la squadra sportiva) per non essere gestiti da adulti e non avere particolari finalità. Fare parte di un gruppo conferisce un’identità, esso procura anche un forte appoggio nel processo di emancipazione dai genitori e dagli adulti e un quadro di riferimento e un sistema di valori quando quelli dell’infanzia devono essere abbandonati; assicura così un sollievo nei confronti dell’incertezza, dell’indecisione, dell’ansietà e della consapevolezza che spesso accompagnano la ristrutturazione della personalità su una base di autonomia. Il gruppo è anche luogo di apprendimento dei modi di rapportarsi agli altri fuori dalla famiglia. Permette di assimilare maggiormente i ruoli socio – sessuali, la competizione, la cooperazione, i valori le credenze, gli atteggiamenti dominanti del suo gruppo sociale.
Durante l’adolescenza è molto importante l’uso del dialogo; mantenere un atteggiamento accogliente e pronto all’ascolto, aiuta a prevenire eventuali disagi e a ridimensionare problemi che sembrano insormontabili. Laddove questo dialogo fosse difficile, è opportuno chiedere aiuto, se si manifestano i segni di un possibile disagio; questo è un periodo di cambiamento e per questo motivo anche il malessere è in evoluzione, sapere di poter chiedere aiuto in un momento di difficoltà o all’interno della famiglia o all’esterno, aiuterà l’adolescente a dare un senso a ciò che gli capita e a prevenire l’insorgere di un disagio maggiore.