Ottobre è, da diversi anni, il mese dedicato al lutto perinatale. Ma che cosa significa lutto perinatale? Il lutto perinatale è il lutto che si genera per la morte del bambino in gravidanza, prima della nascita, durante il parto o poco dopo il parto.
E’ una perdita estremamente traumatica per la famiglia colpita che si trova ad un tratto a dover “accogliere” il proprio bambino già morto o si trova a perderlo poco tempo dopo la sua nascita (magari ricoverato in terapia intensiva neonatale). La morte di un bambino è qualcosa di inaccettabile, innaturale e distruttiva per i genitori che si trovano a doverla affrontare. Non solo si trovano a dover far fronte alla perdita, al dolore, alla mancanza del bambino e magari anche a dover supportare i fratellini già presenti nel loro lutto ma spesso si trovano anche a dover difendere il proprio bambino deceduto dai tentativi della gente(tra cui gli stessi operatori sanitari) di “screditare” l’esistenza di quel bambino perché credono che dimenticare sia più utile che ricordare. I genitori che hanno perso un bambino invece sanno bene di come sia importante che gli altri intorno a loro non cerchino di distruggere la memoria della presenza di quel bambino ma al contrario accolgano il dolore di quei genitori per ciò che è: un lutto particolarmente traumatico e doloroso in cui è fondamentale costruire ricordi da conservare di quel bambino come ad esempio lo stampo delle manine e piedini, foto, ciocche di capelli. Anche il personale sanitario che magari deve supportare nel travaglio e nel parto la coppia, spesso può trovarsi in difficoltà perché non è sufficientemente formato e questo può comportare un ulteriore trauma nella situazione già difficile e può favorire l’insorgenza di un lutto traumatico e difficile da elaborare. E’ importante che medici, ginecologi, ostetriche che lavorano con donne in gravidanza siano formati adeguatamente ad affrontare una diagnosi di morte interuterina del bambino, che conoscano le linee guida sulle buone prassi da seguire nell’accompagnamento alla nascita del bambino che nasce morto e conosca almeno uno psicologo adeguatamente formato che possa aiutare lo stesso personale sanitario ad “elaborare” l’evento attraverso sedute di supervisione e formazione sia per inviare la coppia alle dimissioni dall’ospedale affinchè la famiglia abbia un punto di riferimento competente che li accolga e non li faccia sentire degli alieni. Nella mia pratica clinica ho potuto verificare diverse volte l’importanza di possedere una conoscenza diretta dell’evento per poter accogliere al meglio il dolore di queste famiglie ed aiutare il personale sanitario a lavorare più “comodi” in quei momenti così difficili.