La paura del dentista va scongiurata, non è semplice convincersene, infatti me la porto anche io appresso fin da piccolo. Mi ricordavo questi uomini vestiti di verde, che ti mettevano a sedere e se facevi qualche rimostranza ti davano anche uno schiaffetto…
Oggi non più, queste tecniche sono abbondantemente superate. La professione odontoiatrica negli ultimi 10-20 anni è cambiata moltissimo, i dentisti hanno affinato le loro tecniche e sono diventati professionisti molto più preparati non solo nel loro settore ma anche nel rapporto con il paziente, piccolo o grande che sia.
Nel 1980 è nata la Laurea in Odontoiatria che permette al professionista di fare il percorso di studi e di specializzarsi nello studio della cavità orale. Tutto questo a vantaggio del paziente che si troverà di fronte un professionista diverso come figura, persona e rapporto umano rispetto a quello di mezzo secolo fa.
Il dentista oggi non è più il medico che si occupa solo di otturazioni ed estrazioni, ma si è evoluto: ci sono super specializzazioni (patologie orali, ortodonzia, chirurgia orale ), che lo rendono una figura sempre più importante e professionale.
Va detto anche che oggi la professione odontoiatrica si è molto “americanizzata”, anche dal punto di vista amministrativo. Infatti sono nate queste piccole cliniche che sono vere e proprie srl odontoiatriche e questo ha fatto sì che il paziente vada alla ricerca sempre del meglio, indicando come priorità la funzionalità e l’estetica. Oggi come oggi sicuramente l’estetica ha una maggiore prevalenza rispetto alla funzione anche se io sono assolutamente convinto del contrario.
Oggi vi parlo di due tecniche diverse. La prima è la cosiddetta implantologia zigomatica, una tecnica straordinaria che permette ai pazienti con grosse atrofie dell’osso di una protesi fissa rispetto alla dentiera. Consiste nel mettere impianti che vanno dalla cavità orale agli zigomi. Tecniche eccelse che per realizzarle bisogna superspecializzarsi, partecipare a dei master e rendere così semplice quello che può sembrare molto complesso.
Conta molto anche l’ambiente, a cominciare dalla sala chirurgica (day-surgery). Il paziente viene addormentato, sedato attraverso un accesso in vena, con farmaci che gli mettono tranquillità. L’intervento dura un paio d’ore, poi si prendono le impronte per la realizzazione della protesi che verrà messa il giorno successivo. Dopo l’intervento si possono già mangiare cibi morbidi e poi mano mano normalizzarsi.
In contemporanea all’intervento c’è la cura farmacologica, sempre attraverso vena vengono inseriti antidolorifici ed antinfiammatori: il paziente quando si sveglia può avere gonfiore ed ecchimosi, ma il post operatorio è tranquillo. Dopo due-tre giorni si può tornare a lavorare.
La seconda tecnica è quella dell’impiantologia guidata. Ossia pianificare al computer gli interventi prima di realizzarli in bocca. Tipo un rendering, insomma. Il vantaggio è che riduce tutti gli effetti indesiderati e lo stress post operatorio. Via computer si riducono errori e il paziente è più motivato. Vede prima ciò che avrà dopo. Il grande vantaggio, in questo caso, è che le protesi sono subito pronte appena svolto l’intervento stesso.
Ne ho citate due di tecniche, ma ce ne sono tante altre a cominciare dall’ortodonzia nei bambini. Correggere fin da piccoli evita poi problemi più grandi quando l’età cresce. Ma di questo parleremo prossimamente.