La Persea americana, comunemente conosciuta come avocado appartiene alla famiglia delle Lauraceae, ed è una pianta caratterizzata da frutti di notevoli dimensioni (max 1 kg di peso). L’aspetto del frutto è quello di una melanzana, con buccia verde scuro, ruvida al tatto, con polpa di colore giallo. Caratteristico è il grosso e unico seme che ritroviamo all’interno, di colore marrone scuro e di consistenza tale da sembrare di legno. Le proprietà organolettiche ci presentano un frutto con polpa cremosa, e poco dolce, tale da non avere le caratteristiche che usualmente riscontriamo in un frutto. Ciò è dovuto alla sua particolare composizione dal punto di vista nutrizionale che lo rende un alimento completo.
PROPRIETA‘ NUTRIZIONALI
Negli ultimi anni l’avocado ha iniziato ad essere più presente sulle tavole degli italiani, anche se ancora, e parlo da nutrizionista, non sempre è ben accetto quando lo si propone in un piano alimentare bilanciato perchè visto come un frutto poco conosciuto (la pianta richiede un clima tropicale e subtropicale crescendo principalmente in America Centrale). Ma negli ultimi anni la richiesta sul mercato europeo ha portato all’aumento di coltivazioni di piante di avocado in Spagna, Francia ed in Sicilia.
Dal punto di vista nutrizionale, rispetto ad altri frutti, l’avocado ha un contenuto maggiore in grassi (18.3% in grassi monoinsaturi su 23 gr. lipidi totali/100 gr. di prodotto) e in proteine (4.4 gr/100 gr. di prodotto). Tale composizione lo rende il candidato ideale nei piani alimentari chetogenici anche grazie al basso contenuto in carboidrati.
Il suo buon contenuto in fibre (3.3 gr./100 gr. di prodotto) e l’elevato contenuto in acqua (64 gr./100 gr di prodotto) gli conferiscono proprietà benefiche a carico dell’apparato gastrointestinale. In particolar modo aiutando a prevenire fastidiosi episodi di stipsi, aumentando il senso di sazietà e mantenendo un buon equilibrio a carico del microbiota intestinale, fondamentale per contrastare l’instaurarsi di patologie infiammatorie a carico degli enterociti.
Recentissimi studi hanno messo in correlazione eventuali effetti protettivi dell’avocado verso due gravi patologie croniche infiammatorie intestinali: il morbo di Crohn e la colite ulcerosa. Ulteriori studi saranno necessari ma i primi risultati mostrano incoraggianti effetti benefici che potrebbero rendere questo frutto un buon candidato da utilizzare a supporto della terapia farmacologica in caso di queste patologie.
Osserviamo il contenuto in micronutrienti di cui l’avocado è ricco. Il potassio (450 mg/100 gr. prodotto) è il leader indiscusso che lo rende, grazie anche alla presenza di un elevato contenuto in acqua, un alimento in grado di sostenere l’equilibro idro-salino dell’organismo in condizioni particolari (ipertensione arteriosa, scarso apporto idrico e carenze nutrizionali in età avanzata, sport intenso). A seguire troviamo forforo e calcio.
Ma ciò che rende l’avocado un vero e proprio concentrato multivitaminico è la presenza di elevate quantità di vitamine liposolubili (A, E, C), che gli conferiscono proprietà antiossidanti e protettive contro la formazione die radicali liberi dell’ossigeno, la vitamina K (ben 21 µg/100 gr. di prodotto) e a seguire le vitamine del gruppo B.
Durante i miei studi in ambito nutrizionale, mi piace scoprire se esistono delle correlazioni tra le proprietà di un alimento in qualità di nutriente ed eventuali proprietà curative nel vasto mondo delle malattie infettive
La Persea americana, comunemente conosciuta come avocado appartiene alla famiglia delle Lauraceae, ed è una pianta caratterizzata da frutti di notevoli dimensioni (max 1 kg di peso). L’aspetto del frutto è quello di una melanzana, con buccia verde scuro, ruvida al tatto, con polpa di colore giallo. Caratteristico è il grosso e unico seme che ritroviamo all’interno, di colore marrone scuro e di consistenza tale da sembrare di legno. Le proprietà organolettiche ci presentano un frutto con polpa cremosa, e poco dolce, tale da non avere le caratteristiche che usualmente riscontriamo in un frutto. Ciò è dovuto alla sua particolare composizione dal punto di vista nutrizionale che lo rende un alimento completo.
PROPRIETA‘ NUTRIZIONALI
Negli ultimi anni l’avocado ha iniziato ad essere più presente sulle tavole degli italiani, anche se ancora, e parlo da nutrizionista, non sempre è ben accetto quando lo si propone in un piano alimentare bilanciato perchè visto come un frutto poco conosciuto (la pianta richiede un clima tropicale e subtropicale crescendo principalmente in America Centrale). Ma negli ultimi anni la richiesta sul mercato europeo ha portato all’aumento di coltivazioni di piante di avocado in Spagna, Francia ed in Sicilia.
Dal punto di vista nutrizionale, rispetto ad altri frutti, l’avocado ha un contenuto maggiore in grassi (18.3% in grassi monoinsaturi su 23 gr. lipidi totali/100 gr. di prodotto) e in proteine (4.4 gr/100 gr. di prodotto). Tale composizione lo rende il candidato ideale nei piani alimentari chetogenici anche grazie al basso contenuto in carboidrati.Il suo buon contenuto in fibre (3.3 gr./100 gr. di prodotto) e l’elevato contenuto in acqua (64 gr./100 gr di prodotto) gli conferiscono proprietà benefiche a carico dell’apparato gastrointestinale. In particolar modo aiutando a prevenire fastidiosi episodi di stipsi, aumentando il senso di sazietà e mantenendo un buon equilibrio a carico del microbiota intestinale, fondamentale per contrastare l’instaurarsi di patologie infiammatorie a carico degli enterociti.
Recentissimi studi hanno messo in correlazione eventuali effetti protettivi dell’avocado verso due gravi patologie croniche infiammatorie intestinali: il morbo di Crohn e la colite ulcerosa. Ulteriori studi saranno necessari ma i primi risultati mostrano incoraggianti effetti benefici che potrebbero rendere questo frutto un buon candidato da utilizzare a supporto della terapia farmacologica in caso di queste patologie.
Osserviamo il contenuto in micronutrienti di cui l’avocado è ricco. Il potassio (450 mg/100 gr. prodotto) è il leader indiscusso che lo rende, grazie anche alla presenza di un elevato contenuto in acqua, un alimento in grado di sostenere l’equilibro idro-salino dell’organismo in condizioni particolari (ipertensione arteriosa, scarso apporto idrico e carenze nutrizionali in età avanzata, sport intenso). A seguire troviamo forforo e calcio.
Ma ciò che rende l’avocado un vero e proprio concentrato multivitaminico è la presenza di elevate quantità di vitamine liposolubili (A, E, C), che gli conferiscono proprietà antiossidanti e protettive contro la formazione die radicali liberi dell’ossigeno, la vitamina K (ben 21 µg/100 gr. di prodotto) e a seguire le vitamine del gruppo B.
Ma le innumerevoli proprietà dell’avocado non riguardano solo l’ambito nutrizionale e le patologie correlate ma ci conducono ben oltre. Tra i diversi studi che si possono trovare, un recentissimo studio (Gennaio 2019) pubblicato sull’autorevole rivista Nature ha attratto la mia attenzione da microbiologa. Diversi gruppi di ricerca della città di Taiwan con a capo Yu-Hsuan Wu hanno voluto studiare le potenziali attività antivali dell’avocado verso il Virus Dengue (DENV o virus della febbre emorragica). Pur considerando il fatto che la malattia da virus Dengue non sia endemica nel nostro territorio, ma è considerata una malattia infettiva da importazione (in seguito ai casi che si sono manifestati in Italia, nel 2018 il Ministero della Salute ha messo in atto un Piano Nazionale di sorveglianza e risposta alle arbovirosi trasmesse da zanzare invasive (Aedes sp.), in quanto fondamentale in questi casi è tenere sotto controllo la trasmissione attraverso la sorveglianza entomologica.
Il virus Dengue è un virus a RNA che appartiene alla famiglia dei Flaviviridae, genere Flavivirus ed è la causa di una zoonosi trasmessa all’uomo attraverso la puntura di una zanzara appartenente alla specie Aedes aegypti. Endemica nelle zone tropicali, dove il clima favorisce la riproduzione della zanzara, l’infezione da DENV provoca inizialmente la comparsa di episodi febbrili con picchi elevati, dolori muscolari acuti, cefalea, nausea e vomito. In rari casi può comparire febbre emorragica che può portare anche a morte.
Allo stato attuale non esiste ancora una terapia farmacologica mirata, né tantomeno un vaccino efficace a scopo preventivo, ma si interviene con una terapia antifebbrile e anti-disidratazione, di conseguenza sono all’attivo diversi studi per tentare di arrestare la replicazione virale.
Nel lavoro scientifico sopra citato, si è cercato di comprendere come diverse sostanze naturali estratte dall’avocado potessero essere in grado di contrastare uno dei meccanismi principali messi in atto dal virus per eludere il sistema immunitario dell’ospite: la capacità di interferire con il principale attore dell’immunità innata, l’interferone (IFN).
Tra le sostanze estratte, una in particolar modo, il (2R,4R) -1,2,4-triidrossieptadec-16-yne (THHY), ha mostrato, su modelli in vivo (topi precedentemente infettati da DEN) una spiccata attività anti- virale, principalmente verso il sierotipo 2 (effetto concentrazione-dipendente) e rivelandosi efficace anche nei confronti degli altri tre sierotipi (1 – 4) contrastando la sua azione anti-INF e soprattutto non mostrando alcun effetto citotossico. Questi studi aprono la strada verso la possibilità che sostanze presenti in natura potranno diventare i probabili candidati per la messa a punto di integratori alimentari a supporto di una terapia farmacologica antivirale mirata, soprattutto nelle zone tropicali dove il tasso di infezione da Dengue è più elevato ma anche dove l’avocado è un frutto presente in abbondanza.