Lo screening e la diagnosi del tumore della Prostata possono finalmente avvalersi di una metodica altamente sensibile e accurata: la Biopsia prostatica in fusione di immagini (detta anche Biopsia Fusion)
Questa metodica permette di sovrapporre le immagini sospette per tumore delle prostata, identificate alla Risonanza Magnetica Multiparametrica, con quelle dell’Ecografia al momento della biopsia, così da mirare e colpire direttamente le zone di rilievo, evitando biopsie casuali inutili e di mancare il target.
L’utilizzo della Risonanza Magnetica Multi-Parametrica (mpMRN) nella pratica clinica ha decretato la nascita delle biopsie prostatiche mirate (Biopsia Prostatica con Tecnica Fusion).
Le tecniche d’imaging morfologiche e funzionali della risonanza magnetica, consentono di studiare tutte le sequenziali tappe del processo di carcinogenesi della ghiandola prostatica.
La mpRMN è una metodica non invasiva al pari della ecografia e permette di ottenere una serie di informazioni sulla prostata:
la sua morfologia,
identificare con ottima sensibilità e specificità le lesioni sospette per tumore.
Il valore della mpMRI risiede proprio nella sua capacità di identificare soprattutto quei tumori della prostata clinicamente significativi, ovvero potenzialmente pericolosi per la vita del paziente.
Al contratrio, i tumori che la mpMRI non riesce ad identificare sono generalmente di bassa aggressività (ovvero clinicamente insignificanti) e non dannosi per la vita del paziente.
L’attuale tendenza, infatti, è di non procedere con l’esecuzione della biopsia in caso di negatività della mpMRI dato che il potere predittivo negativo di questa metodica è vicino al 95%.
Per trovare un comune accordo sulle capacità evolutiva delle lesioni evidenziate mediante mpRMN è stato codificato un grading attraverso la codifica dello score PI-RADS (Prostate Imaging – Reporting And Data System) che prevede come chiave di lettura:
- PI-RADS 1-2 rischio basso,
- PI-RADS 3 rischio intermedio
- PI-RADS 4-5 rischio alto
(dal grado 3 in su è consigliabile eseguire la biopsia).
Quindi, grazie a questa metodica, oggi, è possibile eseguire biopsie mirate delle aree prostatiche sospette per tumore, grazie alla sovrapposizione (o fusione) e alla sincronizzazione dell’immagini ottenute in risonanza magnetica con le immagini ecografiche.
Il risultato è una mappa tridimensionale che guida la biopsia, utile a ricostruire nel dettaglio la localizzazione e il volume del tumore. In casi selezionati o dubbi poi, la biopsia di fusione aiuta in un campionamento mirato, evitando biopsie inutili.
La biopsia prostatica eco guidata, eseguita sulla sola guida di immagini ecografiche prostatiche endorettali, mediante l’esecuzione di multipli prelievi di tessuto prostatico, senza integrazione mpRMN, in passato ha rappresentato il gold-standard per la diagnosi del tumore della prostata. Ma a causa della limitata capacità dell’ecografia di distinguere adeguatamente aree tumorali nel contesto del tessuto prostatico normale, era elevata l’incidenza di “falsi negativi”, cioè risultati istologici negativi, sotto il profilo oncologico, in pazienti che invece erano affetti da Carcinoma Prostatico. La ricerca degli ultimi anni ha modificato radicalmente questa metodica, oggi, infatti, ogni paziente in cui vi sia un sospetto di neoplasia maligna prostatica dovrebbe sottoporsi ad una Risonanza Magnetica multiparametrica (RMNmp), ovviamente in un Centro con elevata esperienza a riguardo, prima di eseguire una biopsia prostatica.
I vantaggi delle biopsie in Fusion Imaging RMN-Eco sono innumerevoli:
- Precisione della biopsia: maggiore sensibilità nell’identificare tumori prostatici clinicamente significativi <<maggiormente aggressivi>> .
- Riduzione della diagnosi di tumori clinicamente non significativi <<meno aggressivi>>.
- Riduzione del trattamento di neoplasie che non rappresentano un pericolo di vita per il paziente.
- Trattamento chirurgico riservato ai soli pazienti con diagnosi di tumore prostatico clinicamente significativo.
- Riduzione delle complicanze (ematuria, emospermia, sepsi, ritenzione urinaria) a seguito della riduzione del numero dei prelievi bioptici necessari.
- Mappa tridimensionale delle biopsieeseguite: abbinando i risultati dell’esame istologico, si potrà ricostruire la localizzazione ed il volume del tumore, stabilendo la categoria di rischio.
Cos’è la biopsia prostatica fusion?
E’ una recentissima procedura Eco-RM che utilizza algoritmi e strumenti hardware per “fondere” le immagini ottenute dalla Risonanza Magnetica all’ecografia transrettale.
Dal punto di vista tecnico la Biopsia Fusion viene eseguita in due tempi: una prima fase è rappresentata dalla mpRMN. Se questa evidenzia aree sospette meritevoli di biopsia si procederà alla seconda fase, caricando su un ecografo di ultima generazione le immagini della Risonanza, sarà possibile “fondere” le immagini mpRMN registrate con quelle dinamiche della ecografia trans-rettale mentre questa viene eseguita. Sullo schermo quindi l’urologo vedrà le immagini sospette rilevate dalla mpMRN sovrapposte a quelle ecografiche nelle quali di solito queste lesioni non sono identificabili. Questo consente quindi di eseguire attraverso la guida dell’ecografia dei prelievi mirati, e non random, su aree prostatiche apparentemente sane (all’ecografia) ma che alla mpRMN risultano sospette.
Come si svolge la Biopsia Fusion?
Durante l’esecuzione di una ecografia, attraverso il posizionamento di una piccola sonda ecografica nel retto, le immagini ottenute vengono combinate, in tempo reale, a immagini pre-registrate ottenute mediante una risonanza magnetica multiparametrica. In questo modo l’urologo può procedere, alla biopsia, guidando in tempo reale il percorso dell’ago all’interno dell’organo.
La manovra viene eseguita, nella stragrande maggioranza dei casi, in ambulatorio e in anestesia locale.
Chi può effettuare la Biopsia Fusion?
Non esistono controindicazioni generali all’ecografia, mentre possono esistere controindicazioni all’esecuzione della risonanza nucleare magnetica (portatorei di pace-maker, di protesi metalliche, ecc ecc). Generalmente è utile in tutti quei pazienti in cui si sospetti la presenza di un tumore della prostata e desiderino effettuare una biopsia mirata.
La Biopsia Fusion è un esame doloroso e/o pericoloso?
E’ un esame eseguito in anestesia locale, indolore e non pericoloso per il paziente.
Sono previste norme di preparazione?
Ai fini dell’esecuzione dell’esame è necessario:
- Sospendere per tempo un’eventuale terapia in atto con antiaggreganti (aspirina, ecc.) o anticoagulanti, per ridurre al minimo la possibilità di sanguinamento dopo o durante l’esame. Questo, comunque, dopo aver consultato il proprio cardiologo per la tempistica di sospensione e la valutazione di terapia alternativa.
- La sera prima dell’esame bisogna praticare un clistere di pulizia.
- Non è necessario il digiuno né avere la vescica piena (Il mattino dell’esame, il paziente può consumare una colazione leggera)
Dopo l’esame è necessario il riposo ed assumere abbondante quantità di liquidi (circa 2 litri).
Quali sono i vantaggi della biopsia prostatica fusion?
Permette di verificare se la lesione bersaglio è stata campionata ed eventualmente di fare più prelievi in parti diverse.
Permette di tener traccia dei prelievi effettuati, ciò in caso di biopsia negativa, consente la ripetizione della procedura effettuando nuovi prelievi su zone non precedentemente coperte. In questo modo, si ottiene una “saturazione in due tempi”, senza lo svantaggio di prelevare campioni dallo stesso sito, ma solamente il parenchima prostatico ex novo.
Permette di ridurre il numero dei prelievi e le eventuali complicanze.
Numerose evidenze scientifiche dimostrano che questa metodica ha una precisione superiore nell’identificare un tumore prostatico clinicamente significativo. È stato dimostrato che la biopsia Fusion identifica il 30/40% dei tumori ad alto rischio in più rispetto alla semplice biopsia eco-guidata.
Quali sono gli vantaggi della biopsia prostatica fusion?
Gli svantaggi di questa metodica sono rappresentati dall’elevato costo che è completamente a carico del paziente.
E’ inoltre necessaria una equipe altamente qualificata, affiatata e dedicata di radiologi e urologi che svolgano, ognuno per la propria parte, la difficile identificazione della ghiandola prostatica e delle lesioni sospette da sottoporre a biopsia.
Possiamo concludere affermando che la Fusion Imaging è in grado di identificare con una sensibilità prossima al 98% la presenza di noduli all’interno della prostata di neoplasia ad alto rischio di evoluzione. In generale, presenta una maggiore capacità di evidenziare i tumori della prostata più aggressivi. Questo permette di ridurre il trattamento di neoplasie non immediatamente pericolose per la vita del paziente e di limitare gli interventi chirurgici ai casi di tumore prostatico clinicamente significativo.