La voglia di normalità di Cristina, operata di cancro al seno.Una donna che non molla mai.

Dopo tre mesi di chemioterapia, ha affrontato 28 sedute di radioterapia, poi il linfodrenaggio al braccio sinistro e ora attende i controlli di routine

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Cristina, 68 anni, si è ritrovata il cancro al seno operato un anno fa. Dopo tre mesi di chemioterapia, ha affrontato 28 sedute di radioterapia, poi il linfodrenaggio al braccio sinistro e ora attende i controlli di routine. “Ciao Ale, come stai? Come te la passi?” mi chiama Cristina una sera di 15 giorni fa.

Voce squillante e decisa, dopo averle risposto noto il silenzio di attesa e le dico “Allora Cristina quando ci vediamo?”. Lei coglie immediatamente la palla al balzo e dice “Martedì vieni per il caffè. Numero civico XYZ. Mi raccomando: XYZ!!”.

Mi accoglie a casa sua durante un pomeriggio assolato di marzo. E’ un incontro da lei richiestomi, dopo aver svolto insieme, in ospedale, il colloquio di presentazione del progetto di fornitura delle parrucche e dopo esserci conosciute. E’ stata una visita come avviene tra due amiche o due conoscenti di lunga data.

Casa piccola ma molto bella, piena di comfort, posta all’ultimo piano …”non voglio avere nessuno sulla mia testa. Sarò strana ma è così!”, dice mentre mi mostra la sua casa. Comincia a raccontarmi della malattia, di come l’ha scoperta, di come la sta affrontando. “Sto ancora tribulando” dice, e mi confida che ha paura. Paura che qualche cellula, nonostante tutto, vaghi in giro per il suo corpo.

Però subito dopo afferma di essere molto felice e soddisfatta del reparto di Oncologia dell’Ospedale. Si sente al sicuro, e protetta a differenza della struttura in cui é stato diagnosticato il cancro dopo aver eseguito la mammografia. “Lei ha un tumore maligno” le ha comunicato il medico, in malo modo, con sguardo duro, colpevolizzante. E’ anche tra i più aggressivi. Deve operarsi al più presto, non deve perdere tempo. Ne ha già perso abbastanza”.

“Per fortuna ero seduta” mi ha detto. “Sono rimasta immobile. Non capivo più nulla. Ho sentito una fitta al cuore. Ci stavo lasciando le penne. Mi sono sentita male”.

Cristina alterna sorrisi di felicità (“Come sono contenta tu sia qui, con me!! Non ci posso credere!”) a momenti di tristezza in cui mi fa vedere la pelle d’oca mentre mi racconta ciò che ha vissuto.

Le amiche”, dice, “é come se non le avessi. Prendono soldi per l’aiuto che mi danno ma poi non si fanno nemmeno sentire per sapere come sto”. Nulla. Mi racconta del marito morto 15 anni prima. “Ne ho passate tante, Alessandra… sapessi”. Per poi illuminarsi quando parla del suo amico di lunga data dice “É un angelo. Non so chi me lo abbia mandato”.

Mi mostra le dita delle mani deformate dall’artrosi e i capelli che stanno ricrescendo.

Le piace molto parlare e mentre lo fa, senza me ne rendessi conto, mi chiede di slacciare la cerniera del vestito che indossa e mi mostra, come farebbe una madre con la propria figlia, la ferita. “Bella ricucitura” penso tra me e me mentre passo leggermente il dito sulla sua pelle. Non ne capisco molto, ma confrontando mentalmente la ferita con quelle di altre donne a me mostrate, immediatamente ho colto la differenza. Cristina subito si appresta a raccontarmi dello choc nel vedersi allo specchio, di ritorno dall’ospedale. Tremendo. Specie quando la persona è sola. Come lo è lei.

Guardiamo insieme alcune foto di qualche anno fa depositate nel cellulare: “Guarda com’ero bella! Ora invece..”. Io guardo il cellulare e poi guardo lei. E d’acchito le dico “Ti preferisco come sei ora. Sei più bella”. Cristina allora mi guarda stupìta e mi dice “Sai che non sei la prima??… che strano!!”.

Abbiamo trascorso un’ora e mezza tra racconti di malattia, di vita familiare, di macchinetta del caffé, del panorama visto dal suo balcone… di normalità.

E’ stata un’ora e mezza di normalità.

 

Classe ’68. Conclusi gli studi universitari in Scienze Politiche, ha iniziato ad occuparsi per oltre un decennio di Orientamento Professionale in servizi pubblici per l’impiego, enti formativi e università. Dal 2009 il suo lavoro di Orientamento di primo e secondo livello viene realizzato presso alcuni Sportelli Lavoro di un Centro per l’Impiego della provincia di Milano. Nel 2016 ha terminato un percorso quadriennale post laurea di Counseling A.T. (Analisi Transazionale) per dedicarsi successivamente come Counselor volontaria all’ascolto di donne malate oncologiche cui l’Associazione dell’Ospedale di Sesto San Giovanni “Il Sorriso nel cuore Onlus” offre servizi gratuiti di Estetica Riabilitativa (fornitura gratuita di parrucche e servizi di estetica).

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