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La posturologia, le cui origini vengono fatte risalire da Gagey al 1865 con “L’introduction à l’Etude de la Médecine Expérimentale” di Claude Bernard, vanta ormai una rimarcabile operatività clinica.
Lungi dall’aver raggiunto una reale maturità scientifica, la posturologia ha comunque messo a frutto anni di esperienze cliniche e sperimentali, ricavando uno spazio significativo nella medicina attuale; durante questo percorso evolutivo, però, è incorsa in errori concettuali e metodologici. Essa è una metodologia diagnostica e terapeutica, clinico-strumentale che ha come oggetto lo studio e la rieducazione delle reazioni toniche, dei riflessi posturali e degli adattamenti compensativi agli stress ambientali. La valutazione posturale consente di individuare disfunzioni sub-cliniche prima ancora che si manifestino alterazioni evidenziabili radiograficamente stabilendo le cause fondamentali primarie e secondarie di tali alterazioni per attuare una riprogrammazione posturale globale (R. Oste 2000).
La postura viene definita come la posizione del corpo nello spazio e la relazione spaziale tra i segmenti scheletrici, il cui fine è il mantenimento dell’equilibrio (funzione antigravitaria), sia in condizioni statiche che dinamiche, cui concorrono fattori neurofisiologici, biomeccanici, psicoemotivi e relazionali, legati anche all’evoluzione della specie (F. Scoppa 2002). L’assunzione di una postura corretta è una buona abitudine che contribuisce al benessere della persona; la struttura e la funzione del corpo forniscono pertanto tutte le potenzialità per il raggiungimento ed il mantenimento di una postura appropriata. Viceversa, l’assunzione di una postura scorretta è una cattiva abitudine; quest’ultima ha, soprattutto negli ultimi anni, una incidenza tra la popolazione purtroppo molto alta.
Uno squilibrio posturale può essere correlato ad un’ampia gamma di affezioni algico-disfunzionali molto comuni nella pratica clinica. La persistenza di questi difetti o deficit posturali può determinare l’insorgenza di disagio, sofferenza, dolore o invalidità, a seconda della durata e/o della gravità di tali alterazioni/problemi. La correzione di queste condizioni dipende dalla comprensione delle influenze che ne sono la causa e nell’attuazione di un programma di misure di prevenzione ed informazione. Tutto ciò richiede la conoscenza accurata della meccanica del corpo, del funzionamento del STP e della risposta agli stress e agli sforzi a cui esso stesso è sottoposto.
La posturologia, quindi, attraverso una visione olistica dell’uomo, studia a 360° il sistema tonico-posturale (STP) o sistema posturale fine (SPF), le sue disfunzioni e i disturbi statici dell’asse corporeo, con e senza sintomatologia dolorosa; può essere intesa come una branca “trasversale” delle scienze mediche e viene definita una scienza transdisciplinare poiché sono molte le professioni sanitarie e mediche di estrazione diversa che se ne occupano (Podologo, Medico dello Sport, Fisiatra, Ortopedico, Chinesiologo, Fisioterapista, Ortottista, Logopedista, Gnatologo).
La posturologia coinvolge specialisti di estrazione diversa: essa che attraversa indifferentemente oltre la Podologia, la neurofisiologia, la psicofisiologia, la chinesiologia, l’ortopedia, la medicina e la terapia riabilitativa, la clinica psicosomatica, l’odontoiatria, l’oculistica e la vestibologia.
Il Posturologo è, quindi, quello specialista che ha affrontato un lungo percorso formativo specialistico “universitario” che lo ha reso consapevole di quelli che sono le alterazioni recettoriali e i problemi posturali e di come affrontarli, nel rispetto della medicina, della materia e dell’individuo. Questo specialista deve quindi saper fare un bilancio funzionale globale del sistema posturale ed analitico dei singoli recettori, ma deve anche valutare la situazione in un’ottica psicosomatica, ovvero cercare di comprendere in che misura gli aspetti psicologici entrano in gioco nella postura del soggetto; vi sono, infatti, classiche posture ben identificate e descritte che sono correlate specificatamente ad alcuni tratti emotivi e caratteriali del soggetto.
Uno squilibrio posturale è quindi un disturbo più frequente di quanto si creda, ma all’inizio in genere è asintomatico. Successivamente lo squilibrio posturale può dare l’avvio a patologie estremamente fastidiose e dolorose (cervicalgia, lombalgia, gonalgia, podalgia, metatarsalgia, alluce valgo, sindrome femoro-rotulea, sindrome bandelletta ileo-tibiale, lombosciatalgia, tendinite, distorsioni, borsite, coxalgia ecc…). E’ importante sottolineare che, la posturologia ci ha permesso di comprendere, il funzionamento del STP, il quale ha dei rapporti di interdipendenza con i seguenti sistemi funzionali:
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podalico;
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stomatognatico e linguale;
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vestibolare;
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visuo-oculomotorio;
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sfera psiconeuroemozionale.