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Mascherine: «È fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di usare protezioni delle vie respiratorie nei luoghi confinati aperti al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto, e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza, ai fini del contenimento della diffusione del virus Covid-19».
È quanto previsto dal nuovo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte. Si precisa, però, che non sono una misura sostitutiva al distanziamento sociale. Le mascherine saranno, quindi, obbligatorie su tutti i mezzi pubblici, sarà imprescindibile il loro utilizzo per chi dovrà spostarsi con bus, metro, treni, aerei o traghetti.
Lo prevedono le linee guida sui trasporti messe a punto dalla ministra Paola De Micheli, che sono pronte per essere allegate al dpcm sulla Fase 2. Per garantire la distanza di almeno un metro, i mezzi pubblici avranno un numero massimo di posti, con appositi marker sui sedili, ed è prevista una maggior frequenza nelle ore di punta. A sottolineare la rilevanza dell’uso dei dispositivi di protezione individuale è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe: «La trasmissione da soggetti asintomatici, largamente sottostimata, rappresenta il tallone d’Achille delle strategie per contenere la pandemia – precisa – Le politiche di prevenzione devono essere guidate dal principio di precauzione e da princìpi di costo-efficacia; ovvero, anche in assenza di robuste evidenze scientifiche, è possibile concludere che un limitato utilizzo delle mascherine contribuisce alla crescita dei contagi».
La logica seguita dalla titolare dei Trasporti è quella di trovare un equilibrio tra la sicurezza e la possibilità di muoversi, evitando che le nuove misure si traducano in un maggior ricorso all’automobile. Anche per questo motivo sono in arrivo incentivi per la mobilità alternativa e sostenibile, come biciclette e monopattini: l’ammontare delle risorse è al momento oggetto di discussione con il Ministero dell’economia, ma il meccanismo dovrebbe essere quello di anticipare parte dei soldi già stanziati per i prossimi anni. Tornando alle linee guida, tra le ultime novità spicca l’obbligo per i passeggeri di qualunque mezzo della mascherina, che dovrà coprire naso e bocca e potrà essere anche di stoffa. Obbligo di mascherine anche per il trasporto non di linea, per il quale si suggerisce di dotare le vetture di “divisori”, mentre per le vetture omologate per 6 o più passeggeri l’obbligo è di far salire non più di due passeggeri per ogni fila di sedili. Confermata la misurazione della temperatura in tutti gli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie (non in metro): in particolare ci saranno termoscanner nei grandi hub e misurazione della temperatura ai terminal di imbarco di partenza e arrivo degli altri aeroporti e ai gate delle stazioni dei treni.
«Data la situazione di emergenza, in caso di difficoltà di approvvigionamento e alla sola finalità di evitare la diffusione del virus, potranno essere utilizzate mascherine la cui tipologia corrisponda alle indicazioni dall’autorità sanitaria – si legge negli allegati al Dpcm – Le mascherine dovranno essere utilizzate in conformità a quanto previsto dalle indicazioni dell’Oms; è favorita la preparazione da parte dell’azienda del liquido detergente secondo le indicazioni dell’Oms; qualora il lavoro imponga di lavorare a distanza interpersonale minore di un metro è comunque necessario l’uso delle mascherine e altri dispositivi di protezione».
La Fondazione Gimbe ha pubblicato in italiano la sintesi delle più recenti evidenze scientifiche sull’uso delle mascherine. Tra le prime valutazioni c’è: «Il contagio da soggetti asintomatici ha una notevole rilevanza: sia per il loro numero assoluto, sia perché i pazienti positivi sono più contagiosi nei primi giorni dell’infezione, quando sono asintomatici o presentano sintomi lievi». Si legge: «Una semplice mascherina in tessuto indossata da un soggetto infetto riduce di 36 volte la quantità di virus trasmessa e permette di attuare il cosiddetto “controllo della sorgente”: ovvero, è molto più facile bloccare le goccioline quando escono dalla bocca, piuttosto che arginarle quando si disperdono nell’aria». Tenendo conto delle difficoltà di approvvigionamento e distribuzione, «la scienza conferma l’opportunità del “fai da te”, perché non c’è alcuna evidenza che le mascherine debbano essere costruite con materiali o tecniche particolari». Dalle analisi economiche è emerso che «ogni singola mascherina (dal costo trascurabile) indossata da una persona potrebbe generare enormi benefici economici e salvare molte vite». «Non esistono sperimentazioni cliniche che hanno valutato l’efficacia di mascherine da parte della popolazione generale per contenere l’epidemia di COVID-19, ma diverse sperimentazioni empiriche dimostrano che la mascherina potenzia gli effetti di altre misure di distanziamento sociale». Se è vero che, in caso di obbligo di mascherina, alcune persone tendono ad attuare comportamenti a rischio, «a livello di popolazione l’effetto preventivo non viene compromesso».