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Almeno il 25% dei pazienti con Covid-19 ricoverati nei reparti di Medicina interna è affetto da diabete e presenta concomitanti patologie cardiovascolari. A rilevarlo è un’indagine condotta a livello nazionale dalla Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi), che, insieme e al Gruppo di studio sul Diabete e le malattie cardiovascolari dell’European Association for the Study of Diabetes (Easd), ha elaborato una serie di Raccomandazioni per la gestione in ospedale del paziente diabetico con Covid 19.
«Il diabete – afferma Dario Manfellotto, presidente Fadoi – è accompagnato da un’alta incidenza di malattie cardiovascolari e la missione del Gruppo di Studio è promuovere, a livello europeo, il progresso delle conoscenze su tutti gli aspetti delle complicanze cardiovascolari nel diabete attraverso una cooperazione attiva tra diabetologi e altri specialisti, in particolare gli internisti».
Gli esperti hanno esaminato i recenti dati relativi al trattamento di Covid-19 nelle persone con diabete, con o senza malattie cardiovascolari preesistenti, sia durante il ricovero in area medica sia durante l’eventuale degenza in Terapia Intensiva, e hanno elaborato alcune raccomandazioni cliniche che sono state pubblicate su Diabetes Care. Le raccomandazioni si concretizzano in una Flow-Chart, uno schema pratico per la gestione dei diabetici ricoverati in ospedale per Covid-19.
«Questa Flow-Chart – spiega Andrea Fontanella presidente di Fondazione Fadoi – indica in estrema sintesi come, al momento del ricovero ospedaliero per Covid-19 del paziente diabetico, vada innanzitutto stratificato il rischio cardiovascolare. Quindi cosa è indispensabile verificare nei pazienti diabetici ad alto rischio e in questi ultimi determinare gli indicatori del rischio».
Oltre il 97% dei pazienti ricoverati in Medicina interna, rivela l’indagine Fadoi, erano in trattamento con insulina. Ma sono stati utilizzati anche i farmaci più moderni, in grado di prevenire le più gravi complicanze renali e cardiovascolari del diabete. In particolare, Dpp-4 e Glp-1 sono utilizzati rispettivamente nel 20% e nel 14,3% dei pazienti.
Gli esperti ricordano che “i diabetici sono più a rischio di trombosi e poiché è ormai noto che in Covid-19 esiste un alto rischio di eventi trombotici, va presa in considerazione una terapia anticoagulante appropriata”.
Anche il rischio di infezioni del diabetico rimane molto elevato, infatti alcune delle raccomandazioni riguardano le azioni da intraprendere per prevenire l’infezione da Sars-CoV-2 e quelle sovrapposte.
«Le indicazioni fornite attraverso queste raccomandazioni – concludono gli esperti – sono certamente un utile riferimento per i clinici, impattando su una porzione rilevante dei pazienti che gli ospedali del nostro Paese hanno assistito in questi mesi. La loro applicazione su larga scala potrà contribuire a migliorare la prognosi di questa pericolosa associazione fra Covid e diabete».