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L’ecocolordoppler basale e dinamico dei corpi cavernosi del pene (PDDU) è uno strumento minimamente invasivo per valutare l’emodinamica erettile nei pazienti con disfunzione erettile (DE).
Nonostante decenni di utilizzo, esiste ancora una grande variabilità nei protocolli PDDU e viene riportato un alto tasso di falsa diagnosi.
Questo studio ha effettuato una revisione della metodologia PDDU nella letteratura pubblicata che affronta l’eterogeneità del protocollo, le sfide tecniche e di interpretazione.
Una ricerca in letteratura PubMed è stata eseguita utilizzando i termini di ricerca “ultrasuono del doppler del pene”, “ultrasuono del duplex del pene” o “ultrasuono del pene” e “disfunzione erettile”.
Gli studi sono stati analizzati per la presenza dei seguenti elementi nella segnalazione del protocollo PDDU: (i) agenti vasoattivi intracavernosi utilizzati, (ii) uso di un protocollo di riduzione, (iii) mezzi di valutazione della rigidità, (iv) rapporto di a casa erezione di migliore qualità, (v) criteri normativi per la velocità sistolica di picco (PSV) e la velocità diastolica di fine (EDV) e (vi) uso della valutazione emodinamica basata sul tempo. I criteri di inclusione erano studi disponibili in inglese, dal 2005 in poi, e con testo completo. I criteri di esclusione erano revisione, articoli di comunicazione descrittivi o brevi, studi sugli animali e studi su popolazioni diverse da quelle con ED.
È stata eseguita una revisione critica dell’eterogeneità nella letteratura pubblicata per guidare una discussione strutturata sulle sfide metodologiche e creare un elenco di raccomandazioni.
Eterogeneità significative sono state osservate in aspetti metodologici chiave.
Il 50% degli studi ha riportato l’uso della sola prostaglandina E1 e il 12% degli studi non ha menzionato l’agente utilizzato.
La riduzione come parte del protocollo PDDU è stata menzionata solo nel 26% degli studi.
La maggioranza (56%) non ha menzionato alcuna forma di valutazione della rigidità. Il sistema di classificazione più utilizzato era il punteggio di durezza dell’erezione (14%).
Complessivamente, la maggior parte degli studi (59%) ha utilizzato un protocollo a tempo per la valutazione emodinamica.
Non è stato definito un chiaro consenso per i criteri normativi per PSV ed EDV, il 39% definisce un PSV normale come ≥30 cm / se il 57% usando valori EDV ≤5 cm / sec come di consueto.
Implicazioni cliniche
L’assenza di standardizzazione ha portato a una segnalazione inadeguata dei fattori chiave che ha reso difficile l’interpretazione dei dati e il confronto tra studi.
Conclusione
Nonostante il suo uso diffuso, l’analisi della letteratura sull’uso della PDDU nella popolazione ED mostra una marcata eterogeneità del protocollo, rendendo l’interpretazione dei dati un problema.