Coronavirus, ecco i farmaci che ne bloccano la replicazione. Il punto sugli studi clinici

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Continua in tutto il mondo la ricerca di nuove potenziali armi per ampliare l’armamentario dei medici contro Covid-19. Mentre in Italia, con l’approvazione degli ultimi tre, salgono a 38 gli studi clinici avviati, una buona notizia arriva dagli Stati Uniti, dove sono stati individuati 21 farmaci esistenti che hanno dimostrato di poter bloccare la replicazione di Sars-CoV-2. Questo il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista Nature e condotto attraverso un maxi screening su 12.000 molecole.

Il Remdesivir, attuale trattamento standard di cura per Covid-19, “ha dimostrato con successo di abbreviare i tempi di recupero per i pazienti in ospedale, ma il farmaco non funziona per tutti coloro che lo ricevono”, afferma Sumit Chanda, professore presso lo Sanford Burnham Prebys Medical Discovery Institute di La Jolla (California) e autore senior del nuovo studio. Il team di ricerca internazionale ha condotto test approfonditi, compresa la valutazione di biopsie polmonari infettate dal virus, attingendo a una delle più grandi banche dati sui farmaci (ReFrame). Sono state così individuate 100 molecole con attività antivirale confermata in laboratorio. Di queste, 21 si sono dimostrate efficaci nel bloccare la replicazione del Sars-Cov-2 in dosi che garantivano la sicurezza dei pazienti. Inoltre, 4 di queste hanno funzionato in sinergia con remdesivir, incluso il derivato della clorochina hanfangchin A (tetrandrina), un antimalarico che ha raggiunto gli studi clinici di fase 3. “Questo studio espande significativamente le possibili opzioni terapeutiche, soprattutto perché molte delle molecole hanno già dati di sicurezza clinica nell’uomo”, afferma Chanda. “Sulla base della nostra analisi – aggiunge – clofazimina, hanfangchin A, apilimod e Ono5334 rappresentano le migliori opzioni a breve termine”. I ricercatori stanno attualmente testando tutti i 21 composti in modelli animali e organoidi polmonari, che imitano il tessuto umano.
In Italia, dove la pandemia è ora sotto controllo, proseguono intanto i trial avviati e tre sono stati di recente autorizzati dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e dal Comitato etico unico nazionale. Il primo è uno studio di fase II sull’efficacia e la sicurezza di Acalabrutinib, un inibitore della tirosin chinasi di Bruton (Btk), in aggiunta alle migliori terapie di supporto. Il secondo è uno studio multicentrico di fase II per il trattamento con Interferone-1a che vede come promotore l’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano. Il terzo è uno studio di fase II/III, che valuta l’efficacia e la sicurezza di ABX464, una molecola ancora in sperimentazione e i cui dati in vitro indicano un possibile duplice effetto antivirale e di riduzione della risposta infiammatoria.

(fonte Doctor 33)

 

 

 

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