- Adv -
Sento la necessità di scrivere e condividere qualche riflessione sull’uragano che si è abbattuto su tutti negli ultimi mesi e che ha così profondamente stravolto le nostre vite. Chiarisco subito che non è mia intenzione entrare in questioni che appartengono alla sfera della polemica politica, esercizio che non mi attira minimamente e soprattutto non mi compete, piuttosto vorrei porre l’accento su alcuni temi che hanno manifestato la loro importanza in relazione agli avvenimenti che tutti noi abbiamo vissuto e che ancora dobbiamo metabolizzare appieno.
In queste settimane, chiusi in casa, con il numero dei decessi in continua crescita, ci si è misteriosamente accorti come la nostra salute non sia un bene dovuto, una sorta di proprietà conseguita per di diritto di nascita, quanto un qualcosa di estremamente prezioso e altrettanto fragile. Ho ricevuto diverse richieste di consigli, che avevano come oggetto la volontà di non ammalarsi, attraverso mail, messenger, w-app, o addirittura con chiamate sul mio numero professionale di persone che non ho mai avuto il piacere di incontrare e di cui nulla sapevo dei rispettivi trascorsi clinici; a tutti ho rivolto la medesima domanda: “Quando ha eseguito gli ultimi controlli? Ha mai analizzato il suo microbiota? Ha mai eseguito indagini genetiche?”.
Tutti, ma proprio tutti, mi hanno consegnato la stessa sconsolante riposta: “Le ultime analisi risalgono a qualche anno fa e non so più dove le ho messe, gli altri esami non mi sono stati mai proposti, sono cari?”.
Riassumendo, facciamo tutti il tagliando e la revisione delle nostra automobili, cambiamo pneumatici ad ogni nuova stagione, ma non investiamo tempo e risorse per la nostra salute. Perché per mantenere uno stato di benessere che ci consenta di affrontare attivamente l’invasione di un patogeno (qualunque esso sia), è necessario prendersi cura di se stessi anche quando si gode di una condizione di buona salute. E’ necessario cioè verificare periodicamente la nostra reale condizione di reattività immunitaria, anche e soprattutto attraverso l’analisi del nostro microbiota intestinale, e almeno una volta nella vita approfondire le proprie caratteristiche genetiche. È inoltre necessario attivare piccole abitudini quotidiane, come il lavarsi spesso le mani, che hanno un grande impatto sulla nostra capacità di trasmettere virus o batteri.
Voglio condividere con voi un ricordo: qualche anno fa una coppia che seguo da anni è venuta in studio per un controllo di routine comunicandomi di essere diventati nonni; dopo le felicitazioni del caso mi hanno chiesto quando avrebbero potuto regalare una mappatura del DNA al nipotino (sottolineo come la richiesta fosse stata preventivamente concordata con i genitori del piccolo), in modo da poter sapere in anticipo se ci fosse una maggior suscettibilità genetica a contrarre il diabete (patologia ben rappresentata nei due rami famigliari). Da persone intelligenti e proattive, avevano immediatamente compreso come la salute del bimbo dipendesse da una consapevolezza famigliare che consentisse a nonni e genitori di impostare un corretto stile di vita e alimentazione per evitare che, nel corso degli anni a venire, si potesse sviluppare la patologia. Si tratta di un approccio in realtà nuovissimo e antichissimo assieme, infatti in un testo fondamentale di medicina tradizionale cinese (“Testo classico di medicina interna dell’Imperatore Giallo”, ed. Mediterranee, pag. 129) leggiamo:
“Perciò i saggi non curarono coloro che erano già ammalati; ma istruirono coloro che ancora non erano malati. (…) Somministrare delle medicine per delle malattie che si sono ormai sviluppate e reprimere delle rivolte che sono ormai scoppiate è paragonabile al comportamento di coloro che iniziano a scavare in mezzo al pozzo dopo che hanno avvertito la sete, o al comportamento di coloro che iniziano a fondere delle armi dopo che hanno già ingaggiato battaglia. Non sono forse queste azioni troppo tardive?”.
Tornando al presente, questa terribile esperienza collettiva deve aiutarci a comprendere proprio questo aspetto della salute: il benessere non è un atto dovuto, ma una condizione che richiede impegno: sono recentemente apparsi dei lavori che dimostrano come esista una correlazione tra bassi livelli di Vitamina D ed esisto infausto dell’infezione da Covid-19. La presenza di Salmonella enterica faciliterebbe la replicazione virale in sede intestinale, mentre il rischio di dover affrontare la pericolosa tempesta citochinica pro-infiammatoria (TNFa, IL1b e IL6), a seguito di infezione da Covid-19, sarebbe associata alla presenza di Raminococcus gnavus nell’intestino del paziente. Infine è stata dimostrata la relazione tra bassi livelli di glutatione (potente antiossidante e antivirale endogeno, la cui carenza è associata ad alti livelli di stress ossidativo) e maggior suscettibilità verso patogeni ambientali come il Covid-19. Il nostro organismo è in grado di produrlo autonomamente grazie all’espressione di diversi geni che, se mutati, non sono in grado di apportare la quantità necessaria di questa preziosa sostanza, nel caso peggiore non ne producono affatto.
Livelli di Vitamina D, stato di salute del nostro microbiota, mappatura genetica relativa al glutatione, sono parametri che in questo momento vale la pena approfondire e che non dovranno essere dimenticati in futuro.
Riflettiamo su questo e su come il nostro stile di vita, fatto di eccessi, alimentazione disordinata, fumo, abuso di alcool, stress e mancanza di una strategia preventiva ci abbia reso tanto fragili di fronte a un nemico così piccolo.
Bibliografia:
· https://microbioma.it/immunologia/coronavirus-e-microbiota-intestinale-cosa-sta-emergendo/?fbclid=IwAR2BnkHAfpVpp31Jm6rBfrNRLItJK1udj7jqXi4iLkBM8ovBe6OK0HwkSXg.
· Per approfondire la relazione tra bassi livelli di glutatione e Covid-19: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7263077/pdf/id0c00288.pdf.
· Per il legame tra Vit.D e il sistema immunitario: https://www.lescienze.it/news/2010/03/08/news/vitamina_d_un_fattore_cruciale_per_il_sistema_immunitario-556812/?fbclid=IwAR0DwuGYg1F0DS_6I8Qi2nRLKTemkZgooAL2SqtLpTsFQ_KrIeKQXHNHiSc
· Chen L et al. Analysis of clinical features of 29 patients with 2019 novel coronavirus pneumonia. Zhonghua Jie He He Hu Xi Za Zhi. 2020 Feb 6;43(0)
· Biesalsky HK: “Vitamin D deficiency and co-morbidieties in COVID-19 patients – A fatal relationship?”, NFS Journal 20(2020) 10-21.
· COVID-19: Consigli FISMAD per l’assistenza ai pazienti con malattie dell’apparato digerente e per gli operatori sanitari in Gastroenterologia. FISMAD, 16/03/2020
· Feng Z et al. The small intestine, an underestimated site of SARS-CoV-2 infection: from Red Queen effect to probiotics. https://doi.org/10.20944/preprints202003.0161.v1
· Gao QY et al. 2019 Novel coronavirus infection and gastrointestinal tract. J Dig Dis. 2020;21:125–126.
· Linee Guida Cinesi sulla Gestione di COVID-19 (Versione 7°- 3/3/2020). Commissione della Salute Nazionale della R.P.C. e Amministrazione Nazionale della Medicina Tradizionale della R.P.C. Trad a cura di da Jinwei Sun Medico Specializzando in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
· Reid G, Mar 17, 2020. Can bacteria help humans fight COVID-19? https://naturemicrobiologycommunity.nature.com/channels/315-in-the-news/posts/62121-can-bacteria-help-humans-fight-coronavirus
· Xiao F et al. Evidence for Gastrointestinal Infection of SARS-CoV-2. Gastroenterology 2020;1–3.
· Zhou Z et al. Effect of gastrointestinal symptoms on patients infected with COVID-19. Gastroenterology (2020), doi: https://doi.org/10.1053/ j.gastro.2020.03.020.