Social e chirurgia estetica: considerazioni

Per il Corriere della Sera «oltre il 40 per cento degli interventi estetici oggi viene effettuato su ragazze fra i 18 e i 29 anni che sono alla ricerca del selfie perfetto

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Io lo chiamo un mondo di specchi……un decennio che ha modificato le nostre abitudini per portarci, come scopo comune, ad una realtà dove si vive di autoscatto per dare e avere consensi su estetica e oggetti, su luoghi e immagini, rimanendo in attesa di consensi, di like, dove anche l’approvazione è monetizzabile.

Dove il corpo umano rimane il “primo attore” tra cani e gatti, auto e spaghetti, filtri e photoshop, siamo diventati dei selfie hunter, alla ricerca di una immagine perfetta, come un gioco di specchi, creata dal nostro autoscatto in attesa di approvazione nella forma di wow e cuoricini da parte della moltitudine di seguaci.

Per il Corriere della Sera «oltre il 40 per cento degli interventi estetici oggi viene effettuato su ragazze fra i 18 e i 29 anni che sono alla ricerca del selfie perfetto», ma vedo che il canone estetico del decennio sta diventando globale a misura di smartphone, infatti è sempre più diffuso tra i giovanissimi il ricorso alla chirurgia plastica per migliorare il proprio aspetto fisico. La causa di questo trend è da imputare all’uso smodato dei filtri dei selfie sui social che diffondono un modello di perfezione non autentico, e il ricorso alla chirurgia plastica per poter migliorare il proprio aspetto fisico è ormai diventato un boom tra i giovanissimi.

Infatti le persone imitano di fatto i loro idoli, sovraesposti a immagini iper-ritoccate fanno quello che piace ai social media, rimuovendo tutti i difetti apparenti non rendendosi conto di vivere in un mondo pieno di stress e ansia soprattutto fra i giovani….un mondo, dunque, di specchi.

Il legame tra selfie e medicina e chirurgia estetica.

La Medicina Estetica non contrasta il tempo che passa ma permette di modificare i segni dell’età in modo che siano sempre coerenti con la propria età. La Chirurgia Estetica è una disciplina il cui obbiettivo è correggere una disarmonia del profilo corporeo. Applicando gli stessi principi della Chirurgia Plastica Ricostruttiva, “un chirurgo estetico è prima di tutto un chirurgo plastico ricostruttore” , questa disciplina permette di migliorare od eliminare con successo difetti in ogni parte del corpo. Un intervento di Chirurgia Estetica ha la prerogativa di poter intervenire positivamente nel delicato rapporto che ognuno di noi ha con il proprio corpo aumentando così la sicurezza ed autostima della persona e di conseguenza la propria qualità della vita.

La Chirurgia Plastica Ricostruttiva ha come obbiettivo primario il ripristino funzionale ed estetico di parti del corpo danneggiate, in varia misura, da traumi, tumori o interessate da malformazioni congenite o degenerative. Tale disciplina chirurgica è dedita alla salute della persona, intendendo non solo con il concetto di “assenza di malattia” ma il pieno benessere psicofisico dell’individuo.

Campi di applicazione di particolare interesse della Chirurgia Plastica Ricostruttiva sono la ricostruzione del seno dopo mastectomia, la ricostruzione del volto dopo traumi, tumori o malformazioni, il trattamento di patologie neoplastiche cutanee, le cicatrici patologiche, il rimodellamento corporeo in esiti di obesità patologica e la chirurgia della mano.

Sono interventi “estetici” che aiutano i pazienti a tornare in forma, sia fisica che psichica, in breve tempo ma pur tuttavia si tratta di interventi chirurgici con le loro implicazioni in termini di tecnica chirurgica, di anestesia, di complicanze precoci e tardive, di tempi di recupero, di sfaccettature psicologiche spesso sottovalutate.

Quando il paziente si decide di ricorrere ad un intervento di chirurgia plastica estetica è fondamentale che tra paziente e chirurgo si stabilisca un rapporto empatico e di fiducia. Indispensabile e preliminare è il colloquio durante il quale si procede ad un’accurata raccolta di dati. E’ importante, una volta posta l’indicazione all’intervento, una pianificazione dello stesso: spiegare i benefici ma anche gli svantaggi, la localizzazione delle cicatrici e la loro possibile evoluzione. Ricordare sempre alle pazienti che noi siamo chirurghi plastici dotati di bisturi, non “un mago con bacchetta magica”.

E non va dimenticata la sfera psicologica: il cambiamento è radicale e per sempre. Non si può tornare indietro. Non si può togliere e mettere a piacimento! Inutile recarsi dal chirurgo con le foto di soubrette e attrici famose pretendendo lo stesso risultato. Non si fanno “miracoli”: per quelli bisogna invocare altre persone in altre sedi. Ognuno di noi ha un fisico diverso da quello di un’altra persona, con una miriade di reazione biochimiche e biofisiche a qualsiasi tipo di “insulto” differenti dagli altri e l’andamento di un intervento ed il risultato estetico finale dipendono anche da questo oltre che dalla tecnica e dalla bravura del chirurgo.

 

Laureato in Medicina e Chirurgia, con il massimo dei voti e la Lode. É risultato vincitore, nell’anno accademico 2006/2007, del 1° posto nel concorso per l’ammissione alla Scuola di Specializzazione in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva presso l’Università degli Studi di Firenze. Ha lavorato dal Luglio 2006 presso il reparto universitario di Chirurgia Plastica Ricostruttiva del Centro Traumatologico Ortopedico, Azienda Ospedaliero – Universitaria Careggi di Firenze Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica con il massimo dei voti e la Lode. Ha preso parte a numerosi congressi, seminari, simposi e corsi di approfondimento sulle più moderne tecniche adottate nell'ambito della chirurgia estetica.

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