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La malattia delle gengive, la parodontite, che, se non trattata, può portare a perdita di denti anche in giovane età, potrebbe favorire l’insorgenza di tumori del colon. Lo rivela uno studio appena pubblicato sulla rivista Cancer Prevention Research, che ha coinvolto ben 42.486 individui di entrambi i sessi. Il campione è stato monitorato per diverse decadi e periodicamente ha fornito informazioni circa il proprio stato di salute e la propria alimentazione, incluse informazioni su problemi dentali come gengiviti e perdita di denti.
Lo studio è stato condotto da Mingyang Song, epidemiologo della prestigiosa Harvard T.H. Chan School of Public Health Clinical and Translational Epidemiology Unit presso il Mass General Hospital e la Harvard Medical School di Boston. I ricercatori hanno studiato i referti delle colonscopie eseguite sul campione, documentando l’incidenza di due tipi di lesioni intestinali che sono precursori del tumore del colon: i polipi dentellati (Serrated Polyps) e gli adenomi convenzionali.
Il 75% dei tumori del colon proviene dagli adenomi convenzionali, derivanti da cellule ghiandolari che si trovano nel colon. Dai polipi dentellati deriva invece il 25% dei tumori. La rimozione di questi polipi riduce sostanzialmente il rischio di tumore. In tutto gli epidemiologi hanno registrato 2.336 casi di polipi dentellati e 4.102 casi di adenomi convenzionali.
Ebbene, è emerso che, rispetto a individui che non presentano e non hanno mai sofferto in passato di malattia delle gengive, coloro che soffrono di parodontite presentano un rischio di polipi dentellati del 17% maggiore e un rischio di adenomi convenzionali dell’11% maggiore.
Gli scienziati hanno anche riscontrato che la perdita di 4 o più denti si associa a un rischio di polipi dentellati del 20% maggiore.
Lo studio, sottolineano gli autori, si va ad aggiungere a una vasta mole di dati che collegano la parodontite ai tumori. “I nostri risultati – scrivono – aumentano la comprensione del legame tra salute orale, microbiota intestinale e carcinogenesi del colon-retto”.
“Questo studio prospettico su una casistica veramente estesa – sottolinea Nicola Marco Sforza, presidente eletto della Società Italiana di Implantologia e Parodontologia – segue altri recenti studi epidemiologici che mettono in evidenza una possibile correlazione tra infiammazione cronica del cavo orale tipica della parodontite, disbiosi del microbioma orale e attività carcinogenica intestinale. Come sempre, vista la delicatezza dell’argomento, è necessario essere prudenti nella valutazione dei risultati. In questo lavoro, si dimostra di fatto un leggero incremento del rischio, da parte dei soggetti affetti da parodontite, a sviluppare forme precancerose dell’intestino, come polipi e adenomi e tale rischio diventa più significativo (20% in più) se, oltre alla parodontite, il soggetto ha perduto oltre 4 denti a causa della malattia delle gengive”.
Leggendo con attenzione il lavoro – sottolinea Sforza – si possono notare tuttavia alcuni limiti metodologici che in parte potrebbero ridimensionare l’impatto dei risultati, come ad esempio il fatto che la diagnosi di parodontite è derivata dall’impiego di un questionario compilato dal singolo paziente e non certificata da una visita parodontale o che possono essere sfuggiti all’analisi polipi di dimensioni ridotte e quindi difficilmente diagnosticabili, riducendo il potere statistico dell’associazione parodontite-precancerosi intestinale”.
Cionondimeno – conclude – rimane il fatto che i risultati degli epidemiologi della Harvard suggeriscono il ruolo potenziale del microbioma orale nello sviluppo di tumori intestinali, anche se certamente sono auspicabili ulteriori studi clinici prospettici a lungo termine, svolti con un protocollo condiviso tra parodontologi e gastroenterologi, per definire l’impatto reale di questa correlazione”.
( Fonte ANSA).