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La Didattica a Distanza, su cui si è basata la scuola nei mesi di isolamento a causa dell’emergenza sanitaria da Sars Cov-2, e che è ripartita nuovamente con l’avvento della seconda ondata pandemica, ha avuto diverse conseguenze sia sul piano dell’apprendimento sia su quello psicologico ed emotivo.
Le nuove metodologie didattiche influiscono sui processi cognitivi legati all’ apprendimento, portando cambiamenti significativi sia dal punto di vista individuale (percettivo e propriocettivo), che dal punto di vista collettivo. Le attuali tecnologie si integrano con le metodologie didattiche modificando il tradizionale modus agendi sia del docente che del discente. L’avvento dei media digitali “fluidi e mutabili”, ha determinato un riassetto della logica comunicativa e dei processi di apprendimento in cui i veri protagonisti diventano i soggetti che si imbattono in una realtà degli schermi. Le mutate caratteristiche della società contemporanea e l’ emergenza in cui viviamo da quasi un anno, portano ad un rinnovato assetto sociale convogliando in una “società multischermo” che si caratterizza per alcune imprescindibili dimensioni costitutive: la dimensione percettiva individuale, le dinamiche di apprendimento e le logiche di localizzazione nello spazio dei soggetti impegnati nelle relazioni sociali. L’utente, quindi, da spettatore passivo transmuta in attivo manipolatore e costruttore dei contenuti culturali. Il digitale delinea una società Screen Generation o Finger Generation dominata dall’ uso dello sguardo e dalla digitazione; il soggetto tende ad esternalizzare sullo schermo i propri processi mentali compiendo in maniera simultanea più operazioni che prevedono la coesistenza di differenti attività cognitive (multitasking).
E’ indubbio che ci siamo trovati catapultati in un nuovo mondo e in un nuovo modo di fare didattica, di insegnare e di apprendere, con tutte le conseguenze che la trasformazione del rapporto insegnante-alunno ha subito nei mesi trascorsi e che si trova nuovamente ad affrontare. Sia docenti che alunni si sono dovuti mettere in gioco: hanno imparato ad utilizzare una didattica emergenziale, quella on line, cambiando approccio e puntando su una maggiore coesione con gli studenti da un lato, e in diverse difficoltà nel raggiungere gli obiettivi didattici standard (associati ad un proficuo coinvolgimento emotivo), dall’ altro.
Come in ogni cosa ci confrontiamo con vantaggi e svantaggi.
I vantaggi per gli insegnanti si sono individuati in un miglioramento significativo nel proprio rapporto con la tecnologia, il che ha generato benefici nello svolgimento della professione. Anche a livello di pianificazione della didattica e di ottimizzazione dei tempi e dei costi. I docenti, si sono trovati “al centro delle case” condividendo confini fino ad allora separati dalla scuola. Gli svantaggi hanno riguardato per lo più aspetti inerenti all’ avere in comune spazi domestici con limiti non sempre ben definiti nei confronti dei fruitori delle lezioni al di là dello schermo; a ciò si associano difficoltà nel gestire spesso la presenza di bambini piccoli- anch’ essi a casa , per ovvi motivi,- che devono essere costantemente gestiti.
Per quel che riguarda gli studenti, la didattica online condotta in questa emergenza ha formato i ragazzi, offrendogli competenze digitali fondamentali a livello professionale. Inoltre ha migliorato il loro rapporto con la tecnologia. Un altro punto di forza della DaD è sicuramente l’inclusività: la scuola da remoto ha raggiunto chiunque, anche coloro che sono caratterizzati da abilità diverse. Ma se da un lato ci troviamo di fronte ai punti di forza, dall’ altro emergono sicuramente altrettante difficoltà. Il principale ostacolo per le lezioni online rimane la mancanza di strumenti e di infrastrutture adeguate: connessione internet non sufficiente e mancanza di dispositivi in alcune zone del Paese non hanno reso totalmente egualitaria la modalità educativo-didattica per tutti. Anche le distrazioni, maggiori a casa rispetto all’aula tradizionale, si sono rivelate nemiche della didattica online. Sul piano del vissuto emotivo, spiccano senz’altro sentimenti positivi di interesse, determinazione e speranza legati al coinvolgimento, in particolar modo nella prima fase di utilizzo della Dad, affievoliti via via dalla stanchezza e dallo stress che hanno accomunato docenti e studenti con il protrarsi ed il ripresentarsi di questa modalità interattivo-relazionale, che spesso non ha tenuto conto dei orari usuali in cui espletarsi andando ben oltre le ore di insegnamento fruite in presenza.
Sebbene non siano mancate, come dicevamo, le emozioni positive ,il vissuto emotivo dei docenti è risultato però connotarsi in termini prevalentemente negativi: ansia, stanchezza e insicurezza si confermano le prime tra le emozioni provate nel corso della pandemia. Dover far fronte tempestivamente ad un nuovo modello di scuola (Dad) con mezzi e competenze non sempre adeguati, ha ulteriormente incrementato la complessità di questa fase emergenziale, portando i docenti ad abbandonare la propria zona di comfort. Noia, solitudine e confusione le emozioni negative provate invece dagli studenti. È possibile che, la scarsa esperienza dei docenti nello svolgere DaD non abbia favorito lo svolgimento di lezioni particolarmente coinvolgenti ed interattive per i «nativi digitali». L’isolamento sociale, che ha caratterizzato questa fase, sembra aver giocato un ruolo altrettanto significativo nell’influenzare le emozioni degli studenti.
A questo va ad aggiungersi l’incertezza verso l’organizzazione scolastica futura come ulteriore fonte di stress per gli insegnanti, seguita dal raggiungimento del work-life balance e dalla gestione dei carichi di lavoro. In un momento di profondi cambiamenti organizzativi che la scuola italiana sta attraversando, i docenti hanno individuato tra i principali fattori di stress anche la mancanza di direttive puntuali e in tempi brevi da parte delle Istituzioni rispetto a quella che sarà la futura riorganizzazione della scuola italiana.
Durante questo momento così complesso per l’intero Paese, abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione digitale del sistema scolastico, impensabile fino a pochi mesi fa. Nonostante la scuola italiana fosse nella maggior parte dei casi in ritardo su competenze e strumenti digitali, la situazione di crisi ha dato un impulso decisivo per lo sviluppo di quelle conoscenze tecnologiche che, oggi, sempre più giocano un ruolo fondamentale nel mondo del lavoro e dell’educazione. Ma non dimentichiamoci che la Dad non può assolutamente sostituirsi alla didattica in presenza che resta fondamentale e necessaria. Emerge, quindi, il bisogno di ripensare la didattica a distanza per poter essere integrata in modo permanente con quella tradizionale al fine di non concepirle come entità separate e dicotomizzate ma come realtà complementari capaci di fondersi (all’ occorrenza) in un’ottica decisamente speculare .