GENNARIS- l’impianto cerebrale bionico, è la speranza di restituire la vista ai Ciechi.

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Un team di ricercatori australiani ha elaborato un dispositivo bionico che in un prossimo futuro riuscirebbe a restituire la vista ai ciechi, attraverso un impianto cerebrale.

In Australia si sta avverando quello che, nelle aspettative di tanti, risulterebbe essere un vero miracolo della scienza. Un team di ricercatori della

‘Monash University’ of Melbourne

ha progettato un dispositivo bionico, che in un breve margine di tempo, potrebbe ridare la vista ai ciechi. “GENNARIS”, questo è il nome del progetto, sviluppato in collaborazione con Alfred Health, MiniFAB e Gray Innovation,  comprende un particolare copricapo con telecamera e trasmettitore wireless, un’unità di elaborazione dati ed un software. A completare il tutto, c’è una serie di tessere 9 x 9 mm per l’impianto nel cervello. Compito della videocamera è catturare le immagini provenienti dall’ambiente circostante ed inviarle, via wireless al copricapo. Qui, un processore di visione elabora le informazioni ricevute e ne trasmette i dati, alle tessere impiantate direttamente nel cervello. L’impianto cerebrale provvede poi a convertire i dati, in un modello di impulsi elettrici che stimolano il cervello, creando un fenomeno visivo – che rientra tra i fenomeni entoptici – caratterizzato dalla visione di puntini luminosi, o scintille in assenza di luce (fosfeni). Secondo i ricercatori, questo processo dovrebbe fornire all’utente le informazioni necessarie per muoversi in ambienti interni ed esterni e riuscire poi a riconoscere la presenza di persone ed oggetti.

L’impianto bionico per ridare la vista ai ciechi è stato già testato con successo sugli animali ed attualmente, i ricercatori stanno svolgendo sperimentazioni su volontari umani, con lesioni al nervo ottico. “Gennaris” non è il solo progetto che punta a sfruttare le potenzialità della tecnologia, per migliorare la qualità di vita delle persone con malattie, o lesioni al sistema visivo. Pochi mesi fa, un team di ricercatori cinesi ha sviluppato e testato con successo un Occhio Elettrochimico, o Occhio EC ( EC- Eye )modellato sulla retina umana, con una curva concava. La superficie ha una serie di minuscoli sensori di luce che imitano i fotorecettori della retina umana. I sensori sono attaccati ad un fascio di fili di metallo liquido che fungono da nervo ottico. L’occhio artificiale è un sistema visivo sintetico, in grado di imitare l’occhio umano. Un guscio di metallo costituisce il bulbo oculare, su cui è fissata una lente, sulla parte posteriore è completato da una retina artificiale, mentre un liquido ionico si trova nel mezzo. In futuro, questi sensori di luce a nanofilo potrebbero essere collegati direttamente ai nervi dei pazienti ipovedenti, dove fasci di fibre nervose ottiche trasmettono le informazioni alla retina – attraverso un poro – dalla parte anteriore della retina alla parte posteriore (creando così un punto cieco nella visione umana, prima di raggiungere il cervello.

Gli ottimi risultati raggiunti con alcune cavie da laboratorio hanno spinto il team di scienziati a passare allo step successivo, programmando i primi test su pazienti umani, entro il 2021.

La stimolazione, afferma il gruppo di studio, genera un modello visivo combinando fino a 473 punti di luce (fosfeni), in grado di fornire informazioni sufficienti per consentire al paziente di muoversi in ambienti interni ed esterni e riconoscere la presenza di persone e oggetti attorno a sé. La speranza è dunque che il metodo “Gennaris” possa portare presto a risultati concreti, nel trattamento di molte condizioni per le quali altre tecnologie hanno ad oggi, un beneficio limitato.

 

 

 

Fonti, ilbrevetto.news –  UICII Caserta

 

Maddalena Matilde Magda Della Serra
E' stata Docente di Lettere Antiche presso i Licei di Roma, Assistente di “Paleografia e Diplomatica” presso l’Universita’, Revisore di articoli giuridici ed esegesi delle fonti del diritto presso l’Enciclopedia Giuridica Treccani. Ha perfezionato gli studi con Master e Corsi. Attualmente in Quiescenza, nello Stato si dedica alla libera passione per il Giornalismo e per la Scrittura Creativa

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