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In un articolo pubblicato su Frontiers in Endocrinology, un gruppo di ricercatori brasiliani dell’Università statale di San Paolo (UNESP) stima che nei primi mesi di reclusione imposti dalla pandemia ci sia stata una riduzione del 35% dei livelli di attività fisica a fronte di un aumento del 28% del numero di comportamenti sedentari, come per esempio stare a lungo seduti o sdraiati. Con palestre e piscine in molti casi chiuse, e spesso a casa in smartworking, l’esercizio scarseggia e l’impatto sulla salute si fa sentire: gli autori dello studio ritengono che la riduzione dell’attività fisica nei primi mesi della pandemia non solo abbia portato a un incremento annuale di oltre 11,1 milioni di nuovi casi di diabete di tipo 2, ma abbia anche provocato oltre 1,7 milioni di decessi in tutto il mondo.
«Studi recenti dimostrano che i diabetici non ben controllati corrono un rischio maggiore di sviluppare forme gravi di Covid-19 anche mortali. Da altre ricerche emerge invece che l’allontanamento sociale e il confinamento riducono i livelli di attività fisica, aumentano i comportamenti sedentari e abbassano la qualità della nutrizione. E il nostro articolo serve come ammonimento sulle conseguenze dannose di queste tendenze» spiega
Emmanuel Gomes Ciolac, ricercatore al Dipartimento di educazione fisica dell’UNESP a Bauru e coordinatore dello studio. Sulla base dei dati relativi al periodo precedente alla pandemia gli autori hanno stimato che l’attuale prevalenza di inattività fisica sia del 57,3% tra gli ultracinquantenni e del 57,7% tra le persone a rischio di diabete. «E se questi tassi di prevalenza dovessero persistere, la mancanza di esercizio fisico sarebbe responsabile del 9,6% dei casi di diabete» scrivono i ricercatori. E Ciolac conclude: «Le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità sull’attività fisica durante il lockdown parlano di seguire lezioni di ginnastica online, giocare con i bambini, salire e scendere le scale e perfino camminare sul posto».
Frontiers in Endocrinology 2021. Doi: 10.3389/fendo.2020.584642
http://dx.doi.org/10.3389/fendo.2020.584642