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Il documento conferma le indicazioni per la vaccinazione ai soggetti guariti. Le persone con pregressa infezione da Sars-CoV-2 confermata da test molecolare, indipendentemente se con Covid-19 sintomatico o meno, «dovrebbero essere vaccinate». «È possibile considerare la somministrazione di un’unica dose purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dall’infezione e entro i 6 mesi dalla stessa». Fanno eccezione le persone con condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici, che, anche se con pregressa infezione da Sars-CoV-2, «devono essere vaccinate quanto prima e con un ciclo vaccinale di due dosi».
Per quanto concerne i soggetti vaccinati, avverte il Rapporto, «seppur con rischio ridotto, possono andare incontro a infezione da Sars-CoV-2 poiché nessun vaccino è efficace al 100% e la risposta immunitaria alla vaccinazione può variare da soggetto a soggetto. Inoltre, la durata della protezione non è stata ancora definita». Il rischio di reinfezione da Sars-CoV-2, si sottolinea, è stato valutato in uno studio multicentrico condotto su oltre 6.600 operatori sanitari nel Regno Unito. I risultati mostrano che «nei soggetti con pregressa infezione da Sars-CoV-2 la probabilità di reinfezione sintomatica o asintomatica è ridotta dell’83%». Inoltre, nei soggetti con pregressa infezione da Sars-CoV-2 «la durata dell’effetto protettivo dell’infezione precedente ha una mediana di 5 mesi». Altra indicazione riguarda i contatti stretti. Si evidenzia infatti che anche chi è vaccinato contro Sars-CoV-2, dopo un’esposizione ad alto rischio con un caso Covid «deve adottare le stesse indicazioni preventive valide per una persona non sottoposta a vaccinazione, a prescindere dal tipo di vaccino ricevuto, dal numero di dosi e dal tempo intercorso dalla vaccinazione». Il vaccinato considerato ‘contatto stretto’ deve osservare, purché sempre asintomatico, 10 giorni di quarantena dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo al decimo giorno o 14 giorni dall’ultima esposizione. I contatti stretti di un caso di Covid-19, invece, possono essere vaccinati ma «dovrebbero terminare la quarantena di 10-14 giorni prima di potere essere sottoposti a vaccinazione».
Per il distanziamento fisico, è l’indicazione del Rapporto “Indicazioni ad interim sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni da Sars-CoV-2 in tema di varianti e vaccinazione”, un metro rimane la distanza minima da adottare ma sarebbe opportuno aumentarla «fino a due metri, laddove possibile e specie in tutte le situazioni in cui venga rimossa la protezione respiratoria come, ad esempio, in occasione del consumo di bevande e cibo». Non sono state modificate le misure di prevenzione e protezione basate sull’uso delle mascherine e sull’igiene delle mani; al contrario, «si ritiene necessaria una applicazione estremamente attenta e rigorosa di queste misure». Quanto ai test diagnostici da effettuare, per garantire la diagnosi d’infezione sostenuta da varianti virali con mutazioni nella proteina Spike «i test diagnostici molecolari real-time PCR devono essere multi-target», ovvero capaci di rilevare più geni del virus e non solo il gene spike (S) che potrebbe dare risultati negativi in caso di variante.
(Fonte Doctor 33)