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Secondo uno studio pubblicato su Movement Disorders e firmato dai ricercatori della Queen Mary University di Londra ci sono prove convincenti che il diabete di tipo 2 sia correlato a un aumento del rischio di sviluppare la malattia di Parkinson. Ma non solo: il medesimo studio suggerisce che il diabete di tipo 2 può contribuire a una più rapida progressione della malattia nei pazienti già malati di Parkinson.
«Il diabete di tipo 2 (T2DM) e il morbo di Parkinson (PD) sono malattie prevalenti che colpiscono una popolazione che invecchia. Le prove emergenti suggeriscono relazioni biologiche tra le due patologie in quanto entrambe sono caratterizzate da accumulo anomalo di proteine, disfunzione lisosomiale e mitocondriale e infiammazione sistemica cronica. La resistenza all’insulina è un segno distintivo di T2DM e può essere importante fattore che contribuisce anche al PD» afferma il coautore Alastair Noyce, dell’Unità di Neurologia preventiva presso il Wolfson Institute of Preventive Medicine della Queen Mary, spiegando che il trattamento di persone con farmaci già disponibili per il diabete tipo 2 può ridurre il rischio e rallentare la progressione del Parkinson, e che può essere consigliabile lo screening e il trattamento precoce del diabete di tipo 2 nei pazienti con Parkinson. Precedenti revisioni sistematiche e meta-analisi hanno prodotto risultati contrastanti sul legame tra diabete e rischio di malattia di Parkinson, per chiarire meglio l’argomento i ricercatori britannici hanno valutato l’effetto del diabete di tipo 2 sul rischio e sulla progressione della malattia di Parkinson. «Questa ricerca riunisce i risultati di molti altri studi per fornire prove convincenti che il diabete di tipo 2 probabilmente influisce non solo sul rischio di Parkinson, ma anche sulla progressione di tale patologia neurologica. Ci sono molte strategie di trattamento per diabete di tipo 2, comprese le strategie di prevenzione, che possono essere riproposte per il trattamento del Parkinson» conclude Noyce.
Movement Disorders 2021. Doi: 10.1002/mds.28551
http://doi.org/10.1002/mds.28551