Ipertrofia prostatica: nocturia ridotta con cernilton, palma cubana e zucca

Per il trattamento dell'ipertrofia prostatica benigna ci sono piante forse meno conosciute delle classiche Serenoa ed Ortica, ma che potrebbero riservare interessanti novità come il Cernilton

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Per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna ci sono piante forse meno conosciute delle classiche Serenoa ed Ortica, ma che potrebbero in futuro riservarci delle interessanti novità. È il caso del Cernilton, un estratto di polline di segale che sembra in grado di ridurre sintomi di Ipb quali la nocturia e la frequenza di minzione del 70%.

Estratto di polline di segale

La segale è uno dei cereali classici dell’antichità. Si suppone che la sua origine risalga a 2000 – 3000 anni fa nei campi di grano dell’Asia minore dove cresceva inizialmente come erbaccia e dove era diffusa in coltivazioni miste.
L’effetto di questo estratto di polline è dovuto all’azione antiinfiammatoria che ha effetto contrattile nella vescica e rilassante nell’uretra. Tuttavia, sono contrastanti i risultati sul flusso urinario, nel volume di urina residuo o nelle dimensioni della prostata. Dal punto di vista del profilo di sicurezza, sembra che l’impiego di questo estratto non abbia particolari effetti collaterali.

Altri rimedi: Palma reale cubana

Anche una pianta tipicamente ornamentale come la “Roystonea regia”, comunemente chiamata “Palma reale cubana” ha qualche studio a favore di un suo utilizzo per contrastare i sintomi di ipertrofia prostatica benigna. A Cuba la pianta ha una valenza religiosa e anche nella tradizione cattolica se ne usano le foglie nella celebrazione della Domenica delle Palme.
Dal punto di vista terapeutico, la parte più interessante sono le radici, che le popolazioni tropicali sfruttano come diuretico o nel trattamento del diabete.
Per il trattamento dei sintomi in oggetto si studia un particolare estratto dei frutti (per ora testato solo in pochi studi), chiamato D-004. Questo è un mix di acidi grassi che, in un piccolo e recente studio, è stato confrontato (320mg/die) con la terazosina (5mg/die) per 6 mesi in pazienti con sintomi di moderata intensità di Ipb.
Entrambi i trattamenti hanno ridotto i sintomi generali della condizione, con un’efficacia maggiore per D-004. In particolare, il volume della prostata se è ridotto per entrambi i trattamenti, raggiunge una significatività statistica solo nel gruppo trattato con il fitoterapico. Gli effetti collaterali sembrano essere minori della terazosina e ben tollerati dai pazienti.

Altri rimedi: la zucca (Cucurbita pepo)

Ultima pianta di cui andiamo a trattare è sicuramente più conosciuta per i suoi utilizzi in cucina e nella festa di Halloween: la zucca (Cucurbita pepo). Una revisione sistematica del 2016 ha concluso registrando una riduzione nella crescita prostatica ed effetti antiinfiammatori e antiandrogeni in vitro. Mentre in vivo si è riportata un miglioramento dello stato generale dei sintomi. L’effetto è probabilmente dovuto anche al contenuto di zinco nei semi (la droga della pianta utilizzata), noto elemento con proprietà antiinfiammatorie.

Fonti

Int Urol Nephrol. 1996;28(1):49-53.
Urologiia. 2007 May-Jun;(3):35-7, 39.
Ther Adv Urol. 2019 Jun 11;11:1756287219854923. Doi: 10.1177/1756287219854923.
Arch Ital Urol Androl. 2016 Jul 4;88(2):136-43. Doi: 10.4081/aiua.2016.2.136.

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