Vaccinazione contro Sars-CoV-2 e diffusione delle nuove varianti virali. Uno studio fa il punto

«La pandemia da Sars-CoV-2 imperversa da oltre un anno, creando un impatto negativo a livello globale. Il vaccino a mRNA BNT162b2, Comirnaty, ha dimostrato alti livelli di protezione, ma esiste il timore che diverse varianti del virus possano superare le difese immunitarie generate dai vaccini»

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Secondo uno studio israeliano pubblicato online in preprint, l’infezione da Covid-19 in persone vaccinate è più frequente con le varianti B.1.1.7, comunemente definita variante inglese, e B.1.351, detta variante sudafricana, ma una combinazione tra vaccinazione di massa con due dosi e interventi non farmaceutici può controllare e contenere la loro diffusione. «La pandemia da Sars-CoV-2 imperversa da oltre un anno, creando un impatto negativo a livello globale. Il vaccino a mRNA BNT162b2, Comirnaty, ha dimostrato alti livelli di protezione, ma esiste il timore che diverse varianti del virus possano superare le difese immunitarie generate dai vaccini» spiega Talia Kustin, della Tel Aviv University, Israele, prima autrice del lavoro.

I test di neutralizzazione hanno rivelato una certa riduzione nella neutralizzazione dei ceppi virali B.1.1.7 e B.1.351, ma la rilevanza di questi test nella vita reale rimane poco chiara. Per meglio capire la situazione, i ricercatori hanno eseguito uno studio caso-controllo che ha valutato se i vaccinati con BNT162b2 infettati da Sars-CoV-2 avessero maggiori probabilità di contrarre l’infezione determinata dai ceppi B.1.1.7 o B.1.351 rispetto a individui non vaccinati. Ebbene, l’analisi ha mostrato che le persone infettate almeno una settimana dopo la seconda dose sono state colpite in modo sproporzionato da B.1.351, mentre quelle infettate tra due settimane dopo la prima dose e una settimana dopo la seconda dose sono stati interessati in modo sproporzionato da B.1.1.7, suggerendo una ridotta efficacia del vaccino contro entrambi i ceppi virali in diverse condizioni di dosaggio/tempistica. Tuttavia, l’incidenza di B.1.351 in Israele ad oggi rimane bassa e l’efficacia del vaccino tra le persone completamente vaccinate rimane alta contro B.1.1.7. «I nostri risultati enfatizzano l’importanza di tracciare le varianti virali rigorosamente, e di aumentare le vaccinazioni, che sono il metodo più efficace e sicuro di prevenire la diffusione di B.1.351 e di altre future varianti» concludono gli autori.

medRciv 2021. Doi: 10.1101/2021.04.06.21254882
https://doi.org/10.1101/2021.04.06.21254882

 

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