Nell’Ipnosi il coadiuvante della cura contro l’obesità

Intervista al Dott. Cataldo Nicodemo Scilanga

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E’ oramai noto che sovrappeso ed obesità, hanno origini anche emozionali, aspetto che affrontiamo con il Dott. Cataldo Nicodemo Scilanga – Medico Chirurgo, Psicoterapeuta ed Ipnologo – che ci illustra un’ulteriore opportunità, coadiuvante la cura dell’obesità: l’ipnosi.

Daniela Cavallini:

Dott. Scilanga, innanzitutto una premessa: qual è la sostanziale differenza tra sovrappeso e obesità?

Dott. Cataldo Nicodemo Scilanga:

Cercherò di rispondere, come da Lei richiesto, in modo semplice e comprensibile. Il termine “sovrappeso” indica un eccesso di peso compreso tra il 10% e il 20% rispetto al peso ottimale, mentre obesità indica un eccesso uguale o superiore al 20%. In medicina interna il grasso in eccesso rappresenta un serio rischio cardiovascolare. Più aumenta la massa grassa e più il rischio aumenta specialmente se associato ad altri fattori di rischio quali: l’ipertensione, il diabete, le dislipidemie.

Daniela Cavallini:

Dott. Scilanga, in altra sede, mi ha esortata a considerare che l’obesità deve essere classificata essenzialmente in tre forme: egosintoniche, reattive e di sviluppo. Ci illustra il sottolineato distinguo?

Dott. Cataldo Nicodemo Scilanga:

E’ luogo comune pensare che gli obesi soffrano di disturbi emozionali, ma in realtà non è così, infatti non tutti gli obesi soffrono di disturbi emozionali. Per i soggetti che ne soffrono non esiste un profilo specifico di personalità né un conflitto caratteristico e peculiare. Partendo da queste premesse possiamo distinguere le obesità in tre gruppi principali: obesità egosintonica, obesità reattiva e obesità di sviluppo.

Obesità egosintonica: non appare legata a disturbi psichici. In genere insorge in età adulta, è moderata e stabile. Il rapporto col cibo è spesso privilegiato, ma non dominante né conflittuale. Vi rientra l’obesità del buongustaio. In queste forme bisogna valutare i rischi di un possibile furor therapeuticus che attacchi una situazione, tutto sommato, valida.

Obesità reattiva: insorge per lo più in età adulta, a seguito di stress di varia natura (lutto, malattia grave, divorzio, matrimonio, nascita di un figlio, ecc.). Vi rientra l’obesità “para­dossale”, conseguente a eventi tragici e dolorosi. Tale condizione è espressa in modo efficace nella lingua tedesca dalla parola kummerspeck, che significa, letteralmente, “grasso da dispiacere”. In questi casi il cibo sembra riacquistare tutte le sue connotazioni infantili: soddisfazione, sicurezza, amore, piacere. Mangiare può compensare una sessualità fortemente repressa, essere il sostituto di un’aggressività inibita, dare conforto per frustrazioni o ritardi di gratificazione; può esprimere una ricerca magica di potenza, di forza, di autosufficienza; può rassicurare contro lo spettro di una vita che sembra ormai vuota di piacere. Altri pazienti, con evidente psicopatologia, diventano obesi dopo protratti trattamenti con farmaci psicotropi (per lo più neurolettici ma anche con triciclici); in questi casi, obesità ed iperfagia sembrano fornire una difesa contro l’ansia e la depressione suscitata da eventi e mutamenti significativi della vita.

Obesità di sviluppo: insorge in età infantile o adolescenziale. Spesso persiste in età adulta. Vi rientrano le forme di obesità più gravi e più resistenti alle terapie. Il peso è spesso instabile, con oscillazioni intense, legate al ciclo delle diete e delle ricadute. Con la crescita, i ragazzi che non hanno ricevuto un danno troppo grave al loro concetto di sé rispondono agli svantaggi sociali dell’obesità, decidendo di dimagrire o accettando senza eccessiva sofferenza l’ostile atteggiamento sociale. I soggetti che hanno un concetto di sé più deteriorato e non sono consapevoli delle proprie risorse interiori reagiscono alla riprovazione sociale con vergogna, disprezzo di se stessi, isolamento; e diventano più obesi. È in queste forme che si osservano più facilmente i comportamenti alimentari abnormi: le sindromi di iperfagia notturna e di orgia alimentare.

Nelle obesità di sviluppo possono essere in gioco gravi disturbi psichici:

a.    difficoltà di riconoscimento e differenziazione degli stimoli fisici ed emozionali;

b.    alterazioni dell’immagine corporea, vissuta, ad esempio, come grottesca e ripugnante;

c.    sfiducia nella capacità di controllo dei propri impulsi;

d.    scarsa consapevolezza della propria identità autonoma e della padronanza della propria vita;

e.    scarsa autostima e scarsa fiducia nelle proprie risorse;

f.      incapacità di tollerare le frustrazioni e i ritardi di gratificazione;

g.    fantasticherie grandiose (sogni di gloria), come compenso al timore di fondo di essere una nullità;

h.    tendenza all’isolamento e difficoltà gravi nei rapporti interpersonali.

Talvolta l’obeso vive con fierezza la propria mole eccezionale o può sentirsi protetto dallo spessore dei suoi tegumenti.

Daniela Cavallini:

Dott. Scilanga, la cito testualmente: “Le tradizionali soluzioni terapeutiche (dieta, esercizio fisico prolungato e sistematico, uso di farmaci anoressizzanti, interventi chirurgici) possono produrre dimagrimenti forzati che generalmente non sono mantenuti nel tempo. D’altra parte, una riduzione di peso, conseguita senza il superamento dei problemi emozionali spesso sottesi all’obesità, è non solo inutile, ma anche pericolosa”.

Alla luce di questa Sua affermazione, come può orientarsi una persona che decide di dimagrire in modo sano e, soprattutto, definitivo?

Dott. Cataldo Nicodemo Scilanga:

I dati delle ricerche e degli studi clinici mostrano che l’aggiunta dell’ipnosi migliora sostanzialmente i risultati del trattamento dell’obesità, specialmente a lungo termine. Senza stravolgere la vita dei pazienti con diete forzate, farmaci anoressizzanti o addirittura interventi chirurgici, l’approccio terapeutico a mezzo di ipnosi consente di realizzare, con l’attenuazione di quelle problematiche che sottendono lo stato di obesità e con piccoli ritocchi delle abitudini, il desiderato calo di peso.

L’equilibrio dell’uomo, frutto di sottili interazioni tra fattori biologici, psicologici, familiari, sociali trova a volte soluzioni per alcuni aspetti patologici. È in questa chiave che dovrebbe essere letto il problema dell’obesità, come una nuova interazione tra i suddetti fattori inducente l’instaurazione di schemi comportamentali che, ridondando, fanno dell’obesità cosiddetta banale un problema a volte di difficile risoluzione.

L’ipnosi modernamente intesa, proprio per la sua forza comunicativa, consente di instaurare relazioni terapeutiche tanto intense tanto da far capire in brevissimo tempo le dinamiche psicologiche del soggetto obeso. La corretta formulazione della diagnosi permette quindi di aiutare il paziente a raggiungere soluzioni via via più ottimali.

Generalmente, le persone che riescono a dimagrire hanno una buona competenza in materia di nutrizione, un appropriato stile di vita in termini di dieta e di attività fisica e una soddisfacente autostima. Queste considerazioni mettono in risalto la grande utilità dell’ipnosi, che rende possibile la comunicazione di idee e suggestioni, riguardanti i bisogni della personalità e gli atteggiamenti soggettivi nei confronti della riduzione di peso, mettendo il paziente in grado di attuare efficaci modifiche del proprio stile di vita per ottenere e mantenere un peso corporeo adeguato.

Daniela Cavallini:

Ho appreso, nella recensione del Suo libro “Obesità” che Lei adotta l’ipnosi non solo a fine terapeutico, ma anche come strumento diagnostico. Ci illustra questo approccio innovativo?

Dott. Cataldo Nicodemo Scilanga:

Le rispondo a questa domanda esponendo in modo sintetico il mio programma Diagnostico-Terapeutico

Soltanto in anni recenti, alla luce delle dinamiche psichiche che spesso sottendono l’obe­sità, nonché delle casistiche sempre più numerose di alterazioni psicologiche e relazionali che susseguono ai dimagrimenti forzati, sono state introdotte, modalità terapeutiche che si potrebbero definire psicobiologiche come appunto l’ipnosi. Prima di illustrare il programma di ipnosi che ho messo a punto per la cura dell’obesità, ricordo alcuni principi fondamentali che costituiscono un’ indispensabile premessa di ogni terapia:

·        occorre rispettare le moderate obesità egosintoniche che non provocano problemi somatici particolari, aiutando, anzi, l’individuo a difendere il proprio benessere personale dai dettami delle mode vigenti;

·        nelle obesità di sviluppo è necessario un intervento psicologico, più o meno intenso, anche sulla famiglia;

·        la riduzione del peso senza il superamento dei problemi emozionali, quando ci sono, è inutile o pericolosa; un obeso non è guarito dalla sua malattia solo perché è diminuito di peso.

Il trattamento dell’obesità dovrebbe essere accompagnato da un’ipnositerapia nei seguenti tre casi:

1.    pazienti obesi con evidenti disturbi psicopatologici (specie se si tratta di obesità di sviluppo);

2.    pazienti obesi che, nel corso di precedenti tentativi di dieta, hanno sviluppato disturbi emotivi;

3.    pazienti obesi al centro di crisi esistenziali (adolescenti, obesità reattive).

Due condizioni sembrano, in particolare, indicare l’utilità di una ipnositerapia intensiva:

a.    la presenza di una sindrome bulimica;

b.    la presenza di disturbi dell’immagine corporea.

 Nell’ambito del primo incontro sono effettuati gli opportuni esami diagnostici.

 

E’ un’entusiasta! La caratterizza lo spiccato desiderio di comunicare. Nel suo percorso professionale ha ricoperto posizioni di responsabilità nel settore Education nell’ambito di Società Multinazionali, erogando corsi di Addestramento e Formazione – Aziendali ed Interaziendali - al Personale Commerciale. Successivamente, Daniela è migrata al mondo dell’imprenditoria. Con l’eclettismo che la contraddistingue, da alcuni anni è ritornata al suo primo amore: l’arte. È un’apprezzata astrattista che ama trasporre su tela le sue sensazioni. Contestualmente, da alcuni anni si è dedicata alla scrittura pubblicando e-book ad indirizzo formativo e curando per alcune testate giornalistiche rubriche inerenti psicologia, comunicazione, problematiche di coppia, salute e bellezza.

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