- Adv -
Il cibo è un elemento fondamentale della vita di ciascun individuo ed è fortemente carico di significati, per Marco Gavio Apicio – che è stato un gastronomo, cuoco e scrittore romano vissuto a cavallo fra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. costituisce la principale fonte di informazione sulla cucina romana – l’uso di erbe officinali in cucina era sinonimo di ostentazione di uno status sociale, invece per lo chef moderno l’utilizzo e la conoscenza delle piante officinale aromatiche riveste un significato ancora più importante, che non riguarda solo la riscoperta di materie prime utili all’esaltazione del sapore in modo naturale, ma anche la salvaguardia e il recupero della biodiversità vegetale.
Come ci suggerisce Patrizia Pellegrini naturopata: Le piante officinali aromatiche costituiscono un patrimonio che la natura ci ha messo a disposizione, un’autentica fonte di cure tutta biologica, che spesso si è resa indispensabile per la stessa sopravvivenza della nostra specie, in un viaggio lungo millenni che ha portato e ancora oggi porta alla scoperta delle loro infinite proprietà.
La relazione che intercorreva tra l’uomo antico e la natura, era molto più diretta e concreta di quella odierna: basti pensare all’indispensabile conoscenza empirica che, unita al sesto senso, lo ha guidato nell’arco dei secoli nel saper individuare e riconoscere quali erbe utilizzare, sperimentandone gli effetti ora benefici, ora tossici. In era moderna e grazie ai progressi scientifici, le molecole responsabili degli aspetti peculiari di ciascuna pianta, dalle caratteristiche medicinali a quelle aromatiche, si sono evolute in una vera cultura, che è andata ad approfondire non solo le peculiarità botaniche, ma a identificare con precisione gli organi dove sono utili a fini terapeutici per l’utilizzo nel settore erboristico e culinario.
Vale la pena spendere il proprio tempo alla ricerca di qualcosa di “naturalmente buono” per il nostro benessere, imparare a conoscere le erbe officinali e imparare ad abbinare sapori a proprietà benefiche per arricchire la propria dieta con queste nuove – o forse meglio “antiche” – tonalità di gusto.
Tra le più note e utilizzate piante officinali vi sono: aloe, arnica, artiglio del diavolo, betulla, biancospino, calendula, camomilla, cardo mariano, echinacea, eucalipto, ginko biloba, iperico, lavanda, malva, menta, passiflora, ribes nero, rosa canina, salvia, tè verde e timo.
Tra questi, sempre presente in cucina nelle più famose ricette, il Rosmarino, noto anche come “erba del ricordo”. Antinfiammatorio e antiossidante, il rosmarino è un antidolorifico naturale: migliora la risposta gastrica, oltre a favorire il benessere di stomaco e fegato. Tonificante, il rosmarino è antistress, combatte la nausea e aiuta contro mal di testa e cefalea, oltre a essere indicato in caso di tensione nervosa, stanchezza e depressione. Numerosi studi hanno dimostrato la capacità di questa pianta di rafforzare la memoria e migliorare la circolazione sanguigna, confermando la voce popolare, per cui era noto come erba del ricordo. In cucina ricette semplici stimolano i nostri sensi, dai tipici spaghetti aglio olio e rosmarino allo spezzatino alla cacciatora, dalla marinatura con olio e limone per grigliate di pesce o carne fino al risotto alle erbe aromatiche
IL ROSMARINO SULLE NOSTRE TAVOLE FA DA PROTAGONISTA!