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È uno degli incidenti più frequenti al mare: il contatto con il liquido urticante e dall’effetto tossico che la medusa inocula attraverso i filamenti dei tentacoli, provoca immediatamente una forte irritazione cutanea accompagnata da bruciore intenso, prurito e dolore, fino alla comparsa di piccole vesciche, circondate da un’area arrossata e in rilievo.
Le mosse corrette e gli errori da evitare
In caso di incontro ravvicinato con una medusa, è importante innanzitutto non farsi prendere dal panico, a maggior ragione se il contatto avviene al largo. Bisogna tornare a riva continuando a respirare normalmente e sforzandosi di resistere alla tentazione di grattarsi.
Ecco come comportarsi:
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Una volta usciti dall’acqua occorre evitare di sfregare la zona interessata perché questo potrebbe provocare l’apertura delle vescicole di veleno rimaste chiuse.
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È importante, invece, lavare accuratamente la lesione, facendole semplicemente colare sopra un po’ della stessa acqua di mare (senza tamponare o frizionare la cute con fazzoletti, teli da bagno o quant’altro) in modo da ripulire la pelle dai residui della medusa e diluire la concentrazione della sostanza urticante rilasciata dai tentacoli.
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Attenzione a non usare acqua dolce o ghiaccio che, al contrario, favorirebbero il rilascio delle tossine. Per eliminare queste ultime non servono neanche disinfettanti come alcol o ammoniaca, che oltretutto possono aumentare l’irritazione.
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Da evitare anche il ricorso al calore (mediante l’applicazione di sabbia e pietre scaldate dal sole, per esempio). Occorrono infatti 40-50 gradi per disattivare il veleno, e in tal caso si correrebbe il rischio di ustionare la pelle.
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Dopo il trattamento con acqua salata, lasciare che l’area colpita si asciughi da sola. Nel giro di una ventina di minuti il grosso della reazione infiammatoria dovrebbe essersi ormai esaurito e la sensazione di dolore bruciante per buona parte calmata.
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Se resta il prurito, per alleviarlo può essere utile applicare un gel al cloruro di alluminio, un potente astringente in grado di bloccare anche la diffusione delle tossine.
Fino a completa conclusione della reazione infiammatoria (possono trascorrere anche un paio di settimane) bisogna tenere coperta la parte interessata, evitando l’esposizione diretta al sole. La pelle di questa zona è infatti particolarmente sensibile ai raggi e tende a scurirsi di più, lasciando inestetiche macchie cutanee.
Quando il rischio aumenta
In caso di soggetti allergici alla sostanza urticante delle meduse, il contatto può portare a uno shock anafilattico. Attenzione quindi a sintomi come:
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reazione cutanea diffusa
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mancanza di respiro
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pallore
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sudorazione
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nausea e vomito
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disorientamento.