CANCRO: medicina ortomolecolare coadiuvante della terapia medica tradizionale

INTERVISTA AL PROF. ADOLFO PANFILI  

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“Lei ha un cancro” è, alla stregua di un’inappellabile, tra le prognosi più temute, in grado di sconvolgere l’esistenza, pur prescindendo dalle possibilità di guarigione prospettate.

Oggi, molto più rispetto a tempi addietro, la malattia annovera opportunità di superamento con successo, tuttavia, al momento della diagnosi, l’unica certezza  è rappresentata dall’affrontare un periodo irto di difficoltà; un percorso di analisi, cure invasive, malessere procurato da effetti collaterali delle cure stesse e, dalla tempistica solo statisticamente ipotizzabile, poiché inevitabilmente rimessa all’incognita della soggettiva reattività del corpo alle terapie  che saranno applicate.

Prevalentemente la Medicina Allopatica propone chemioterapia e chirurgia, nel rispetto delle esigenze individuate, cui si aggiunge nei casi più gravi la terapia del dolore.

In riferimento alle citate opportunità di guarigione, un grande aiuto proviene dalla Medicina Integrativa, che, come vedremo con il Prof. Adolfo Panfili – Presidente della Associazione Internazionale di Medicina Ortomolecolare -, offre al Paziente un approccio integrato, lavorando a 360 gradi anche sul piano dell’ascolto , consideranti oltre all’aspetto biochimico e strutturale anche il non trascurabile emozionale e mentale .

Un approccio integrato contribuisce spesso ad osservare un problema da un’altra angolazione prospettica.

Modificare  indirettamente percezioni erronee, convinzioni di pensiero obsolete, ridurre ansie anticipatorie e quei fattori oggi definiti INFLAMMAGING contribuisce  a ridurre malattie degenerative, depressione e cancro .

Ben venga finalizzare tutti gli sforzi dei medici a migliorare il livello di salute individuale  come ottimo coadiuvante terapeutico all’imprescindibile Medicina Tradizionale.

Daniela Cavallini:

Prof. Panfili, grazie di essere nuovamente con noi, per affrontare un tema molto complesso, quale è la cura del cancro, integrata con la Medicina Ortomolecolare che non cura certo il cancro , ma aiuta a rinforzare l’individuo che sta affrontando un momento così delicato e foriero di cambiamenti, potenziandone le risorse prima, durante e dopo le terapia antitumorali.

Prof. Adolfo Panfili:

E’ importante specificare che quando paliamo di terapie oncologiche integrate parliamo dell’applicazione di quelle pratiche che sono mirate al corpo, alla mente, alla biochimica, alla psiche, alla struttura dell’individuo e si basano anche  su pratiche che utilizzano prodotti naturali con modifiche dello stile di vita in combinazione con trattamenti convenzionali contro il cancro. Queste metodiche di oncologia integrata mirano a migliorare la qualità della vita e ad eliminare quella componente definita inflammaging o infiammazione/invecchiamento.

E’ ormai evidenza scientifica conclamata che le malattie infiammatorie che scaturiscono da errati stili di vita, alimentazione errata, vita sedentaria disidratazione, inquinamento,  dall’abuso di farmaci ecc., possono risvegliare geni dormienti ed innescare le basi evolutive delle malattie degenerative, del cancro e della depressione. Lo scopo di questo tipo di approccio è dunque quello di consentire alla persona una partecipazione attiva prima, durante ed oltre il trattamento del cancro.

Il monaco buddista  Thick Nathan, già candidato al premio Nobel da Marin Luther King , mio Amico , mi aveva riferito che in Cambogia dopo una grande malattia – come il cancro per esempio -, le persone sono autorizzate a cambiare nome. Quando si è di fonte alla paura si è’ pronti al cambiamento ed è in questo preciso momento che risulta strategico suggerire  modifiche delle abitudini e stili di vita. Questo processo metamorfico cambia le modalità di affrontare la vita e spinge a rivedere i propri punti di vista .

 Daniela Cavallini:

Ad oggi la chemioterapia pare essere l’unico farmaco ritenuto efficace dalla Medicina Allopatica. Tuttavia, sulla base delle sue affermazioni, apprendiamo che il Paziente riscontra grande beneficio dall’integrazione con la Medicina Ortomolecolare.

Prof. Adolfo Panfili:

Attualmente la disponibilità di indagini diagnostiche, in grado di identificare quelle specifiche caratteristiche  biologiche dei tumori e la disponibilità ad accedere a quel tipo di  terapie innovative basate su farmaci targettizati, intelligenti, mirano a consentire in molti casi una personalizzazione “ sartoriale” della cura, nota come “custom tailored therapy “.

A fronte di questi evidenti ed importantissimi risultati nell’ambito oncologico, appare sempre più necessario un approccio globale che il pluripremio Nobel Prof Linus Pauling definì più di 50  anni fa “ortomolecolare”, che delinea  il concetto molto meglio dell’obsoleto ed abusato termine  “olistico”. In questi anni in Italia abbiamo sviluppato la prima facoltà mondiale di Naturapatia e Scienze Ortomolecolari Integrate.

Un approccio  globale al benessere ed ovviamente coadiuvante della insostituibile Medicina Allopatica che ha indubbi vantaggi e che non può e non deve essere cancellata.

Daniela Cavallini:

Pare che la diffusione del cancro sia in costante aumento, tanto che le statistiche riferiscono di circa mille persone al giorno così tristemente colpite…

Prof. Adolfo Panfili:

Quando c’indirizziamo al numero crescente di malati oncologici ovviamente abbiamo aumentato anche le capacità diagnostiche; il che potrebbe, dal punto di vista statistico, dare l’impressione di un peggioramento nosologico, ma in realtà ci si rivolge ad un approccio più approfondito che rende maggiormente evidenti certe patologie che prima comparivano di meno.

Daniela Cavallini:

Prof. Panfili, lei afferma il prodigio dell’ integrazione tra le due tipologie  di cura, tuttavia, onde evitare il “campanilismo di settore”, le chiedo: esiste una figura professionale specifica preposta al ruolo  di “integrante”?

Prof. Adolfo Panfili:

Le motivazioni che portano all’approccio cosiddetto “complementare” sono tra le più disparate e dovrebbero essere sempre seguite dal medico di base,  cui aggiungere un eventuale supporto psicologico perché spesso ciò che più spaventa sono i riferiti sintomi correlati agli effetti collaterali di queste terapie antitumorali oltre il cambiare la routine di uno stile di vita, che può fornire al malato un’illusione di tranquillità… ovvero la classica comfort zone.

E’ importante sottolineare che ci sono evidenze interessanti in tutta Italia di Sanità di altissimo livello, che stanno utilizzando il metodo scientifico della medicina basata sull’evidenza, la Evidence-Based Medicine,     con la quale si verifica l’efficacia che accomuna le varie discipline integrandole, quindi la sostenibilità dei trattamenti proposti che, ripeto, non devono e non possono sostituire quelli canonici.

In qualunque ambito della medicina, l’approccio deve essere mirato all’essere umano. L’oncologo deve dialogare con chi pratica la medicina integrata, anche perché in molti casi la conoscenza dell’evidenza di queste terapie, credetemi, è veramente molto complessa.

Sulla base di questo dialogo auspicabile, peraltro già presente in molte regioni italiane, è possibile condividere quelle che sono le evidenze di un’efficacia  raccolte fino a quel momento che sono il patrimonio della ricerca internazionale.

Noi della Medicina Ortomolecolare vogliamo creare questo tessuto di connessione e consentire a chiunque di poter accedere a questi dati informativi.

Daniela Cavallini:

Lei ha enfatizzato l’infiammazione tra le cause maggiormente correlate al cancro, sostenendo che questa è  riducibile apportando alcuni cambiamenti allo stile di vita. Quali modificazioni dovremmo attuare sia in stato di malattia che di prevenzione?

Prof. Adolfo Panfili:

Per quanto riguarda gli stili di vita, credo sia importante sottolineare che l’effetto primario del miglioramento di questo approccio è proprio basato sul ridurre le infezioni croniche, l’obesità, l’abuso di alcol, il fumo di sigaretta, le radiazioni inquinanti ambientali, le diete ipercaloriche o eccessive che sono state riconosciute come i fattori principali di rischio per le tipologie di cancro più diffuse. L’infiammazione, come si è detto, acuta e di breve termine, tende a creare una sorta di lacerazione nelle difese immunitarie dell’ospite contro l’infiammazione in generale. Infezione e infiammazione croniche persistenti a lungo termine possono predisporre l’ospite a diverse malattie croniche e degenerative, incluse quelle tumorali.

La correlazione fra cancro e infiammazione è stata il perno di tantissimi studi scientifici.

 

E’ un’entusiasta! La caratterizza lo spiccato desiderio di comunicare. Nel suo percorso professionale ha ricoperto posizioni di responsabilità nel settore Education nell’ambito di Società Multinazionali, erogando corsi di Addestramento e Formazione – Aziendali ed Interaziendali - al Personale Commerciale. Successivamente, Daniela è migrata al mondo dell’imprenditoria. Con l’eclettismo che la contraddistingue, da alcuni anni è ritornata al suo primo amore: l’arte. È un’apprezzata astrattista che ama trasporre su tela le sue sensazioni. Contestualmente, da alcuni anni si è dedicata alla scrittura pubblicando e-book ad indirizzo formativo e curando per alcune testate giornalistiche rubriche inerenti psicologia, comunicazione, problematiche di coppia, salute e bellezza.

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