Nicotiana rustica: utilizzo tradizionale in Amazzonia

Un'etnia che vive nell'Amazzonia peruviana utilizza il tabacco in diversi modi nell'ambito della medicina tradizionale

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Gli Ashaninka, un’etnia che vive nell’ Amazzonia peruviana, ritengono inoltre che l’unico modo per imparare a soplar (soffiare) passi attraverso il maestro tabacco, non essendo ci altra pianta che possa insegnare il soplo. E quindi occorre imparare a conoscere il tabacco, secondo diverse modalità di dieta. La “dieta” è l’equivalente della preparazione di un esame, inclusa la valutazione finale: la dieta di tabacco è come quegli esami fondamentali, che occorre passare se si vuole andare avanti negli studi, essendo propedeutico alle altre materie. Per prepararsi all’esame della dieta secondo la tradizione degli Ashaninka, bisogna isolarsi in un tambo. Il tambo è costituto da un’amaca protetta da una zanzariera e sospesa sotto una semplice tettoia di paglia, senza muri che potrebbero separare l’allievo dalla natura. Il tambo è circondato dalla foresta, e non è molto distante dal villaggio, ma permette di fare esperienza con la pianta senza alcuna distrazione esterna. Se state pensando agli animali, dai ragni alle serpi ai giaguari, quella sarebbe più una preoccupazione distraente per noi occidentali: gli indigeni hanno un diverso rapporto con quella che è, tutto sommato, la loro foresta, e sarebbero in allerta nella nostra: la jungla urbana!
L’alimentazione durante la permanenza nel tambo è molto povera: un po’ di frutta e cereali, giusto per sostentarsi. Il tabacco viene bevuto in infusione e fumato fino a quando non arriva “il sogno”, quello in cui finalmente appare lo spirito della pianta e insegna all’allievo il soplo e l’icaro, ovvero il suo canto, la forma vibratoria della pianta. Un altro metodo comunemente usato in Amazzonia per assumere il tabacco è inalare, annusandola, la polvere ottenuta dalla fine macinazione delle foglie. Questa preparazione del tabacco è conosciuta come rapè. A volte vi si aggiungono altre piante ma gli Ashaninka preparano il rapè solo con il tabacco, che utilizzano contro le sinusiti e il naso chiuso per il raffreddore: infatti l’assunzione del rapè provoca molta secrezione nasale. Presso gli Ashaninka esiste anche la “purga” di tabacco, intesa come una pulizia fisica e mentale. Il tabacco viene preparato sotto forma di estratto acquoso con funzione emetica (fa vomitare chi lo assume), cui fanno seguito dai 3 ai 5 litri di acqua. Generalmente, viene consigliata la purga di tabacco prima di utilizzare l’ayahuasca così da ripulire il corpo da tossine e calmare e schiarire la mente. Il tabacco è infatti considerato la pianta che apre la mente, mentre l’ayahuasca è tradizionalmente riconosciuta essere quella che apre il cuore. Insieme, le due piante sono tra i principali maestri della foresta da cui gli umani possono trarre grandi insegnamenti. La purga di tabacco è principalmente usata in caso di conflitti, o per favorire la disintossicazione di chi ha sviluppato una dipendenza dall’alcol. In questo caso viene somministrata durante la cosiddetta “cerimonia del tabacco”, che ha luogo sia al mattino che alla sera, inducendo un vomito che può durare, a seconda dei casi, da trenta minuti a molte ore, accompagnato dai canti chiamati icaros, che riproducono la vibrazione della pianta. Sono, insomma, la pianta in forma sonora. Al termine della cerimonia la prescrizione è sempre di lavarsi e di riposare. Passato l’effetto sgradevole del vomitivo, e la stanchezza che ne segue, si sperimenta una maggiore calma e chiarezza mentale. In generale tutte le culture indigene riconoscono un valore sacro e medicinale alla pianta del tabacco; quindi, la visione che ne hanno è diametralmente opposta a quella attuale occidentale. Ne conoscono perfettamente la tossicità e la complessità d’uso, per padroneggiare la quale sono necessari dieci anni di preparazione e di pratica quotidiana, secondo la tradizione Ashaninka.

L’etnia Yawanawa, presente nel sud-est del Brasile, utilizza il rapè come forma principale di assunzione del tabacco, ma vi aggiunge la cenere di alcuni alberi che considera sacri. Esistono presso di loro appositi strumenti: gli inalatori personali a forma di pipa da naso, e gli “insufflatori di rapè”, formati da due cannucce che pescano entrambe in un sacchetto: una persona soffia il rapè e l’altra inala, inserendosi la cannuccia nel naso. Gli Yawanawa ricorrono al rapè per ogni attività, preparandolo in diverse concentrazioni a seconda dell’uso: alcuni sono così forti da poter essere somministrati solo dai maestri, e in particolari momenti cerimoniali. A volte, se è utile, essi somministrano dosi abbastanza forti da provocare il vomito. Nel 1655 fu pubblicato in Francia il primo libro sulle proprietà medicinali del tabacco da fiuto, e un’altra pubblicazione sullo stesso tema è del 1722: sono gli anni in cui il tabacco da fiuto diventa la forma principale di assunzione del tabacco tra gli europei, sia per scopi medicinali che per scopi ludici. Si riportano casi di cura di bronchite, tubercolosi, apoplessia e altre malattie. Inalare tabacco diventa di moda anche alla corte cinese, a metà del Seicento, sotto la Dinastia Ching: il tabacco viene allora incorporato nella medicina tradizionale cinese, che lo consiglia per raffreddori, dolori agli occhi ed ai denti, disturbi alla gola, asma e costipazione delle vie aeree.

Fonte Farnacista 33

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