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La malattia di Crohn è caratterizzata da un’infiammazione cronica dell’intestino, che può colpire tutto il tratto gastrointestinale, dalla bocca all’ano. In circa il 90% dei casi, la malattia colpisce maggiormente l’ultima parte dell’intestino tenue (ileo) e il colon. Le ulcere derivate dall’infiammazione, se non curate, possono portare a creare dei restringimenti intestinali (stenosi) o approfondirsi fino a “bucare” l’intestino e a toccare gli organi circostanti (fistole). Tali complicanze richiedono spesso un trattamento chirurgico, anche se la malattia può tornare nel punto in cui viene eseguita la resezione chirurgica. Nonostante ciò, la maggior parte dei pazienti, con le cure e i controlli necessari, possono ben controllare la patologia e condurre una vita regolare. Le cause della malattia non sono note. Sembra che una combinazione di fattori, quali la predisposizione genetica, fattori ambientali, fumo di sigaretta, e alterazioni della flora batterica intestinale e della risposta immunitaria, possano scatenare l’infiammazione intestinale. Difatti, le cellule del sistema immunitario “attaccano” in maniera continua l’intestino e contribuisce a perpetuare l’infiammazione. Anche se alcuni geni sembrano essere coinvolti, non è una malattia ereditaria, né genetica.
SINTOMATOLOGIA
La malattia di Crohn può manifestarsi in maniera diversa a seconda delle localizzazioni intestinali. I sintomi più frequenti sono diarrea cronica (cioè che persiste per più di 4 settimane), spesso notturna, associata a dolori e crampi addominali, talvolta con perdite di sangue misto alle feci, e con febbricola che insorge alla sera, oppure con dolori articolari, o con altre manifestazioni non intestinali. Spesso ci può essere un calo di peso importante. A volte, si può manifestare a livello anale con fistole o raccolte di pus (ascessi). In una buona percentuale dei casi, la malattia non dà sintomi e viene scoperta solo per caso.
TRATTAMENTO
La terapia per la malattia di Crohn tende a spegnere l’infiammazione intestinale, attraverso l’azione sui meccanismi cellulari e molecolari dell’intestino e del sistema immunitario.
I trattamenti comprendono:
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La mesalazina (5-ASA) che agisce direttamente come antinfiammatorio sulla mucosa intestinale durante il transito intestinale
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Gli antibiotici intestinali (fluorochinolonici, metronidazolo, rifaximina) che aiutano a equilibrare la flora batterica, possibile corresponsabile dell’infiammazione, oppure a ridurre o eliminare gli ascessi
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L’azatioprina o la 6-mercaptopurina (immunosoppressori) che inducono la morte della gran parte dei globuli bianchi attivati, responsabili dell’infiammazione
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Gli steroidi che hanno una potente azione antinfiammatoria a livello di tutto l’organismo, sopprimendo la risposta immunitaria e modulandola
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Il metotrexate che agisce, con meccanismi diversi, come immunosoppressore che distrugge buona parte dei globuli bianchi attivati
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I farmaci biologici (infliximab, adalimumab), anticorpi biotecnologici che bloccano selettivamente una delle molecole principali responsabili dell’infiammazione
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Chirurgia che serve a rimuovere le complicanze irreversibili del morbo di Crohn, quando i farmaci non hanno spazio terapeutico
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Farmaci sperimentali che possono avere vari meccanismi d’azione e che solo Centri d’eccellenza selezionati possono somministrare nell’ambito di studi clinici.