Vaiolo delle scimmie: attivata la task force europea

tagmedicina,Vaiolo
- Adv -

“La Regione europea dell’Oms rimane l’epicentro dell’epidemia di vaiolo delle scimmie più grande e geograficamente più diffusa mai segnalata al di fuori delle aree endemiche dell’Africa occidentale e centrale. Ora abbiamo un’opportunità fondamentale per agire rapidamente, insieme, per indagare e controllare velocemente questa situazione in rapida evoluzione”. Lo ha sottolineato Hans Kluge, direttore dell’Ufficio regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l’Europa. In Gran Bretagna, nel frattempo sono state diffuse nuove linee guida per prevenire un’ulteriore trasmissione del vaiolo delle scimmie in comunità, pubblicate sul sito del Governo britannico e concordate dalle quattro agenzie di salute pubblica del Regno Unito: UK Health Security Agency (Ukhsa), Public Health Scotland (Phs), Public Health Wales (Phw) e Public Health Agency Northern Irlanda (Pha).

Vaiolo delle scimmie: quarantena per chi è infetto

La guida raccomanda che le persone con vaiolo delle scimmie possibile, probabile o confermato evitino il contatto con altre persone fino a quando le lesioni non sono guarite e le croste non si sono asciugate. I casi dovrebbero anche astenersi dal sesso mentre sono sintomatici, compreso il periodo di insorgenza precoce dei sintomi, e mentre sono presenti lesioni. Anche se non ci siano, per ora, prove disponibili del virus nelle escrezioni genitali, per precauzione, si consiglia di utilizzare il preservativo per 8 settimane dopo l’infezione. In caso sia necessario spostarsi per cercare assistenza sanitaria, i contagiati dovrebbero assicurarsi che le lesioni siano coperte e indossare mascherine. I contatti di pazienti saranno invitati, se necessario, a isolarsi per 21 giorni e i contatti stretti dovrebbero essere valutati per la vaccinazione e, a questo, scopo l’Ukhsa ha acquistato oltre 20.000 dosi di vaccino antivaiolo.

Vaiolo delle scimmie: prevenzione per gli operatori sanitari

Per gli operatori sanitari sono indicate mascherine Ffp3, guanti, occhiali e camici se devono essere a contatto con casi accertati. Chiunque abbia eruzioni cutanee insolite su qualsiasi parte del corpo dovrebbe riferirlo al medico. Questa nuova guida, ha affermato Ruth Milton, direttore della risposta strategica al vaiolo delle scimmie dell’Ukhsa, stabilisce misure importanti per gli operatori sanitari e il pubblico per la gestione della malattia e ridurre il rischio per gli altri.

Vaiolo delle scimmie: monitoraggio continuo in Italia

Nel frattempo, in Italia a fronte della trasmissione di casi di vaiolo delle scimmie, “i laboratori di microbiologia si sono rapidamente attrezzati per una pronta diagnosi eziologica, che va fatta tenendo presente la differenziazione da altre infezioni che presentano sintomi simili, come le eruzioni cutanee causate dagli herpesvirus o quelle provocate da alcune infezioni batteriche”. A spiegarlo è Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione Italiana Microbiologi Clinici Italiani (Amcli), direttore U.O. Microbiologia A.S.S.T Ovest Milanese.
Monitorare i casi e l’attenzione alle norme di igiene” è il primo scudo contro il vaiolo delle scimmie, il cui “crescere delle segnalazioni di nuovi casi non va interpretato come un segno allarmante della capacità diffusiva del virus, bensì come l’efficienza del sistema di monitoraggio presente nelle strutture sanitarie territoriali, positivo retaggio dell’esperienza tratta dalla pandemia Covid”, precisa Clerici.
Il ceppo coinvolto nell’epidemia in corso, ricorda Amcli, che ha costituito un gruppo di studio per caratterizzare il virus, sembra essere quello più benigno, dell’Africa Occidentale. La più grande epidemia nell’uomo verificatasi al di fuori dell’Africa ha coinvolto nei primi anni 2000 una quarantina di persone.
Storicamente, la vaccinazione contro il vaiolo ha dimostrato di essere protettiva contro il vaiolo delle scimmie nell’85% dei casi ma in Italia non sono coperti gli under 50enni. Al momento vi sono due vaccini, migliorati rispetto a quello somministrato fino agli anni 80, e un farmaco di recente approvazione anche in Europa, ma le scorte sono limitate. La ripresa della vaccinazione, “eventualmente con approccio ad anello e sulla base della valutazione del rischio, è oggetto di valutazione”, conclude Clerici.

Fonte: Doctor33

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui