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Molte delle sintomatologia dolorose che affliggono la popolazione nella maggioranza dei casi non risultano radiologicamente visibili.
Spesso la loro origine è dovuta ad una disfunzione dolorosa di uno o più segmenti vertebrali, dovuta a traumi (a volte anche di lieve entità), movimenti scorretti e/o ripetitivi, alterazioni posturali, ecc..) che possono provocare alterazioni a livello del segmento rachideo mobile o Unità funzionale, costituita da due vertebre contigue e dal sistema disco-legamentoso interconnesso.
La manipolazione vertebrale in tecnica HVLA molto spesso è in grado di risolvere queste sofferenze segmentarie chiamate “disturbo intervertebrale minore – DIM”.
COS’È IL DISTURBO INTERVERTEBRALE MINORE (DIM)?
Robert Maigne, il medico francese che ha sviluppato e codificato la metodica delle manipolazioni vertebrali, definisce il DIM come “la causa di dolori vertebrali comuni, che possono essere localizzati a livello del segmento vertebrale.
L’origine del dolore è spesso determinata dalla irritazione del nervo spinale, più frequentemente del suo ramo posteriore, da alterazioni della articolazione interapofisaria o dei legamenti del segmento vertebrale interessato.
La diagnosi di DIM viene posta in base ad una accurata valutazione semeiologica clinica (esame segmentale).
Le manovre di base dell’esame segmentario sono: la pressione assiale e laterale sulle apofisi spinose, la pressione-frizione sulle faccette articolari, la pressione sul legamento interspinoso.
Questi test vengono effettuati per la ricerca del dolore, in quanto nel segmento disfunzionale, coesiste una sintomatologia dolorosa alla digito-pressione o al movimento segmentario.
Queste manifestazioni sono localizzate in un territorio costante per un dato segmento e possono essere responsabili di dolori radicolari, articolari.
Quali sono le sintomatologie che possono essere trattate con le manipolazioni vertebrali?
Con le manipolazioni possono essere trattate la maggior parte delle sintomatologie dolorose abitualmente riconosciute di origine vertebrale, come cervicalgie, dorsalgie, lombalgie, nevralgie radicolari (sciatalgia, cruralgia, brachialgia), coccigodinia, cefalea di origine cervicale; epicondilite, epitrocleite, spalla dolorosa qualora l’esame clinico evidenzi una sofferenza a livello cervicale e un DIM che possa essere responsabile della sintomatologia algica
Controindicazioni alle manipolazioni vertebrali
Esistono controindicazioni cliniche e tecniche.
Tra le prime vi sono quelle assolute come: fratture vertebrali, dolore di natura infettiva o infiammatoria, neoplasie, artrite reumatoide, poliartrite.
Qualora l’indicazione al trattamento sia adeguata e la manovra eseguita in modo corretto e al livello del giusto segmento, il risultato sarà senz’altro assicurato per via dell’attivazione dell’interneurone inibitorio che a sua volta inibisce le vie del dolore “riduzione del dolore”.
Inoltre si avrà un rilasciamento della muscolatura ovvero la scomparsa delle “contratture” muscolari.
Ovviamente, perché sia mantenuto nel tempo, spesso dovrà essere associato un trattamento di rieducazione motoria volto al rinforzo muscolare e al recupero della corretta motilità, frequentemente alterati dopo sintomatologia dolorosa persistente.
N.B.
Tali alterazioni non sono evidenziabili con esami specifici come RM o TC, ma vengono riscontrate solo con una attenta valutazione clinica da parte dello specialista che è a conoscenza di tali metodiche.