Cancro, nasi elettronici per la diagnosi

«Abbiamo visto un crescente interesse per l'uso di nasi elettronici per rilevare i composti organici volatili nell'aria espirata per la diagnosi del cancro. Tuttavia, finora non è stata eseguita alcuna valutazione sistematica dell'accuratezza diagnostica complessiva e delle sfide metodologiche dell'utilizzo di questi dispositivi»

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I nasi elettronici hanno un’elevata accuratezza diagnostica nell’individuare il cancro nel respiro dei pazienti, secondo una revisione della letteratura pubblicata su JAMA Network Open. «Abbiamo visto un crescente interesse per l’uso di nasi elettronici per rilevare i composti organici volatili nell’aria espirata per la diagnosi del cancro. Tuttavia, finora non è stata eseguita alcuna valutazione sistematica dell’accuratezza diagnostica complessiva e delle sfide metodologiche dell’utilizzo di questi dispositivi» spiega Max Scheepers, della Maastricht University, in Olanda, primo autore dello studio. I ricercatori, per fornire una panoramica sull’argomento, hanno analizzato lavori pubblicati su PubMed ed Embase, dal 1 gennaio 2000 al 1 luglio 2021, che si fossero occupati di rilevamento del cancro con nasi elettronici dal respiro, escludendo studi non eseguiti su uomini adulti e che utilizzassero esclusivamente la gascromatografia-spettrometria di massa per analizzare i campioni di aria espirata.

Gli esiti principali sono stati la sensibilità, la specificità e l’area media sotto la curva caratteristica operativa del ricevitore, ed è stata eseguita una metanalisi bivariata a effetti misti generalizzata. Sono stati inclusi nella revisione 52 articoli per un totale di 3.677 pazienti con cancro, e l’analisi dei dati ha mostrato che la sensibilità dei nasi elettronici variava dal 48,3% al 95,8% e la specificità dal 10,0% al 100,0%. L’analisi aggregata ha prodotto un’area media sotto la curva caratteristica operativa del ricevitore del 94%, una sensibilità del 90%, e una specificità dell’87%.

Esisteva una notevole eterogeneità tra gli studi a causa delle differenze nella selezione dei pazienti, dei fattori endogeni ed esogeni, e della raccolta dell’aria espirata. Gli autori sottolineano quindi che la maggior parte dei lavori era composta da studi di fattibilità con campioni di piccole dimensioni, mancanza di standardizzazione e alto rischio di bias. «Nelle ricerche future sull’argomento bisognerà affrontare il problema della mancanza di standardizzazione e della riproducibilità» concludono gli esperti.

Riferimenti bibliografici:

  • JAMA Network Open

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