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Il dolore articolare cronico dell’anca può coinvolgere persone di ogni età, ma più frequentemente di età avanzata, rendendo dolorosa e difficile la deambulazione, l’esecuzione di movimenti articolari semplici come alzarsi da una sedia o piegarsi.
La principale causa è una degenerazione delle superfici articolari con perdita della normale congruenza articolare con conseguente progressiva perdita del normale movimento articolare.
Diverse sono le patologie che possono determinare questa condizione: forme degenerative primarie (coxartrosi primaria o da invecchiamento) o secondarie (coxartrosi secondaria da alterata biomeccanica articolare, necrosi ischemiche, traumi, esiti di displasia congenita). Le artriti infiammatorie come l’artrite reumatoide sono altra causa di degenerazione articolare.
Quando il trattamento conservativo (farmacologico, fisioterapico) fallisce, il trattamento risolutivo è la completa sostituzione articolare, intervento chirurgico ormai di routine.
L’impianto di una protesi totale d’anca ha l’obiettivo di eliminare il dolore, ripristinare l’articolarità persa permettendo al paziente di svolgere nuovamente le proprie attività quotidiane con una completa ripresa di funzionalità e autonomia.
La protesi d’anca impiantata con tecnica mininvasiva anteriore è un approccio chirurgico profondamente diverso rispetto a quelli tradizionali.
La tecnica AMIS (Anterior Minimaliy Invasive Surgery) è una vera chirurgia mini invasiva.
Altri approcci (approccio posteriore, laterale, postero-laterale o a doppia incisione), indicati come minimamente invasivi, portano invece al danneggiamento di muscoli e/o tendini.
I vantaggi importanti della tecnica AMIS sono:
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Migliore e più rapida ripresa della completa funzionalità articolare (il paziente inizia a deambulare il giorno stesso dell’intervento o il giorno dopo in casi particolari);
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Rispetto dei tessuti molli circostanti senza sezioni tendinee e/o muscolari;
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Ridotta perdita di sangue evitando anemizzazione (che determina allettamento, nausea, capogiri, astenia generalizzata, mancanza di forze) e di conseguenza ridotta necessità di emotrasfusioni (con riduzione di complicanze associate alle trasfusioni);
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Degenza ospedaliera ridotta;
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Riduzione sensibile del dolore già nel post-operatorio (in quanto i muscoli non vengono recisi);
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Cicatrice cutanea ridotta ed esteticamente migliore (nel caso di accesso “Bikini” la cicatrice in regione inguinale viene praticamente nascosta dallo slip);
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Rischio ridotto di lussazione, in quanto l’integrità muscolare assicura maggiore stabilità articolare;
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Rapido recupero dell’attività lavorativa e sociale del paziente.
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Prevenzione della zoppia: Minimizzare il danno ai muscoli e ai nervi riduce la possibilità di zoppia. Il paziente potrà riprendere a guidare non appena sarà in grado di entrare e uscire dalla macchina comodamente.
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Ridotto rischio di dismetrie (differenza di lunghezza) degli arti inferiori;
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Possibilità di eseguire l’intervento, in casi selezionati, bilateralmente in tempi ridotti (non dovendo modificare la posizione del paziente già supino).