Il 50% degli italiani accusa ansia, preoccupazione e insofferenza per la contemporanea circolazione dei virus sars-cov-2 e dell’influenza, è favorevole a riposo e ricorso ai farmaci di automedicazione, 4 su 10 intendono vaccinarsi (2 su 3 tra gli over 65 anni) e ancora molti ricorrono, impropriamente, agli antibiotici. Sono solo alcuni dei comportamenti, tra convinzioni e abitudini, modificati dalla pandemia Covid in vista della terza stagione di convivenza che vedrà la circolazione di sars-cov-2 e virus influenzali. A rilevarlo la ricerca condotta da Human Highway per Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica, presentata oggi in occasione dell’evento stampa “Tra pandemia e influenza stagionale: cosa dobbiamo sapere e cosa dobbiamo fare”.
Italiani si dividono tra ansiosi e indifferenti
“Si stima che i casi in Italia possano arrivare a 6 o 7 milioni”, afferma Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano presente all’incontro – Un dato in crescita rispetto agli scorsi anni” dovuto alla “aumentata quantità di virus respiratori e la minore esposizione della popolazione a microorganismi patogeni come virus e batteri negli ultimi due anni”. Secondo l’indagine gli italiani sono timorosi, ansiosi e diffidenti: il 23% si definisce “preoccupato” e il 21,1% “stufo”. Le donne sono più in ansia degli uomini (27,1% vs 19,1%), che guardano alla prossima stagione di convivenza e sovrapposizione tra SARS-CoV-2 e virus influenzali con maggiore ottimismo, serenità e fiducia. I più demotivati e sfiduciati sono poi i trentenni (25-34 anni); i giovanissimi (under 25) si dividono tra ansiosi e indifferenti, mentre c’è un discreto ottimismo e fiducia tra i 45 e i 54enni. Le fonti principali di preoccupazione e stress sono legate a un nuovo inasprimento delle regole per contenere il contagio (citata da quasi il 22% della popolazione), la paura di contagiare soggetti deboli (17,1%) e le difficoltà nel distinguere i sintomi dell’influenza da quelli del Covid-19 (16,6%).
In generale, le preoccupazioni legate allo stile di vita (regole stringenti, auto-isolamento, conciliazione vita-famiglia/convivenza) preoccupano tanto quanto quelle legate a fattori più strettamente sanitari (contagio soggetti deboli, difficoltà nel distinguere i sintomi, accesso alle cure/visite).
Circa 4 italiani su 10 intendono vaccinarsi
Circa 4 italiani su 10 dichiarano di voler ricorrere alla vaccinazione antinfluenzale, con una propensione che raggiunge i livelli massimi tra gli over 65, dove 2 su 3 intendono vaccinarsi. Tra questi, il vaccino antinfluenzale è diventato ormai una consuetudine: per il 44,2% la motivazione è quella di evitare di contagiare persone vicine (29,6%, in crescita), seguita dalla volontà di agevolare la diagnosi differenziale tra influenza e Covid-19 (29,4%, in diminuzione). Permane, tuttavia, la convinzione che la vaccinazione sia inutile: lo crede ancora il 42% della popolazione, perché afferma di ammalarsi raramente e con sintomi lievi. Resta comunque alta, anche se in contrazione, la percentuale di coloro che non si sono mai posti il problema della vaccinazione antinfluenzale (24,5% nel 2022 contro i 26,3% nel 2020).
Cambia la relazione con il medico di famiglia
Gli anni di pandemia hanno modificato la relazione tra medico di famiglia e i suoi pazienti, “perché”, spiega Claudio Cricelli, Presidente Simg, “è stata messa a dura prova nella sua essenza fondamentale, ovvero la necessità di erogare nuove prestazioni in poco tempo. Lo si è visto, ad esempio, nella disponibilità dei medici nella campagna di vaccinazione anti-Covid-19, oltre all’assistenza telefonica e via messaggio ai pazienti.”
Mentre i giovani dichiarano una maggior propensione alla ricerca delle informazioni su internet e presso parenti e amici, la figura del Medico di Medicina Generale, in caso di influenza, è sempre più centrale, soprattutto al crescere dell’età (8 over 65 su 10 fanno riferimento al medico in caso di influenza). A lui si rivolge il 66,1% della popolazione, anche se diminuisce rispetto al 2020/2021 la quota di quanti ritengono che contattare immediatamente il proprio Medico sia la cosa più giusta da fare (lo credeva 1 italiano su 3 nel 2020/2021, ora 1 su 4).
In caso di influenza: isolamento e farmaci di automedicazione
Cresce, ma senza tornare ai livelli pre-pandemici (45,6% nel 2022 vs il 37,1% nel 2020), la quota di italiani che ritiene che il comportamento più saggio in caso di sintomi influenzali sia restare a riposo, ricorrere ai farmaci di automedicazione e, solo in caso la situazione non migliori nel giro di qualche giorno contattare il medico.