Secondo una revisione sistematica e meta-analisi, gli interventi incentrati sull’anticipare l’ora per andare a letto possono fornire un metodo semplice, efficace e pragmatico per aumentare in maniera significativa la durata nel sonno nei bambini sani. Gli interventi non farmacologici hanno allungato il sonno di circa 10 minuti a notte e quando i partecipanti sono stati incoraggiati ad andare a letto prima, la durata del sonno notturno aumentava di oltre mezz’ora.
«Un’adeguata durata del sonno è necessaria per molti aspetti di salute, sviluppo e benessere dei bambini, tuttavia sta diminuendo e devono ancora essere chiarite strategie efficaci per aumentare il sonno nei bambini sani» esordisce l’articolo su JAMA Pediatrics. Nello studio un gruppo di ricerca della University of London ha selezionato 45 trial clinici randomizzati su interventi non farmacologici per migliorare la durata del sonno in bambini sani per un totale di 13.539 partecipanti con età media tra i 18 mesi e i 19 anni. Gli interventi si associavano a una durata del sonno notturno più lunga di 10,5 minuti rispetto a una condizione di controllo. Tra gli studi c’era molta variabilità e i risultati non differivano in base a fascia d’età (prescolare, scolare, etc.), inclusione solo di bambini con problemi di sonno, svantaggio socioeconomico, metodo di valutazione della durata del sonno (oggettiva o soggettiva), luogo di erogazione dell’intervento (casa o scuola), se gli interventi erano erogati di persona (
face to face) o prevedevano il coinvolgimento dei genitori, se si era utilizzata la teoria comportamentale o erano di maggiore o minore intensità. Gli effetti più ampi sono stati notati nei trial con una durata più breve (≤6 mesi). Gli studi con interventi che anticipavano l’orario per andare a letto mostravano una stima di effetto maggiore: si associavano a un’estensione del sonno di 47 minuti rispetto 7,4 minuti degli altri studi. Un effetto però riportato solo in pochi trial (su bambini in età scolare) e quindi, come sottolinea anche un editoriale correlato, i risultati andrebbero replicati, magari in studi più ampi e lunghi e in bambini di età diversa.
«Per ora, un semplice intervento, anticipare l’ora in cui andare a letto, potrebbe migliorare la durata del sonno per i molti bambini che sono cronicamente privati del sonno» scrivono gli autori dell’editoriale, spiegando che se si vuol far sì che “andare a letto prima” sia realizzato su larga scala, è fondamentale anche affrontare i driver sociali che portano a letto tardi i bambini, come i compiti a casa o l’uso dei social media.
JAMA Pediatrics 2022. Doi: 10.1001/jamapediatrics.2022.3172.
https://www.doi.org/10.1001/jamapediatrics.2022.3172
JAMA Pediatrics 2022. Doi: 10.1001/jamapediatrics.2022.3169.
https://www.doi.org/10.1001/jamapediatrics.2022.3169
https://www.doi.org/10.1001/jamapediatrics.2022.3172
https://www.doi.org/10.1001/jamapediatrics.2022.3169