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Esistono bambini che sin dalla tenera età si fanno notare per le loro notevoli capacità come un’alta competenza linguistica, una spiccata curiosità, una memoria eccellente oppure una capacità di ragionamento superiore all’età anagrafica.
Vengono chiamati gifted children o “bambini plusdotati” e le statistiche indicano che il 5% dei piccoli italiani vivono questa condizione, anche se non viene sempre riconosciuta e adeguatamente supportata. I bambini ad alto potenziale sono dotati di possibilità di sviluppo superiori alla media. Sono molto curiosi, con svariati interessi, attenti, hanno buone idee e apprendono con facilità.
Nella maggior parte dei paesi la definizione prevalente è in base al quoziente di intelligenza (QI) che deve essere di 130 o superiore. Tuttavia, sempre più spesso, si fa riferimento ad aspetti multifattoriali, prendendo in considerazione un’ampia varietà di talenti, come le competenze linguistiche, matematiche, spaziali e visive, musicali e interpersonali. È riconosciuto, infatti, che i bambini dotati differiscono dai loro coetanei in modi diversi dalla sola abilità intellettuale.
Come possiamo riconoscere un bambino con iperdotazione cognitiva o plusdotazione?
Ecco le caratteristiche che si riscontrano più spesso in questi soggetti:
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Buone capacità di pensiero logico e analitico, individuano facilmente i nessi fondamentali, i modelli e le relazioni.
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Hanno una spiccata capacità di problem solving, (sanno trovare soluzioni originali).
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Saltano alcune fasi di apprendimento o hanno tempi di apprendimento molto rapidi.
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Posseggono molte conoscenze soprattutto su argomenti di loro interesse, spesso di nicchia.
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Hanno molta fantasia e creatività.
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Hanno alte aspettative di riuscita e preferiscono lavorare da soli.
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Il livello di motivazione è variabile, molto alto su compiti sfidanti o competitivi ma riluttanti su cose ripetitive o che sanno già fare.
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Alte competenze linguistiche.
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Sorprendente profondità e sensibilità fin da piccoli.
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Forte curiosità.
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Spiccata immaginazione.
D’altro canto talvolta possono manifestare bassa autostima, tendono a relazionarsi meglio con bambini più grandi e con adulti, potrebbero essere portati ad isolarsi.
Come comportarsi con un bambino “gifted”?
Nonostante i lati positivi, si sa che il mancato riconoscimento della plusdotazione può essere un fattore di rischio per lo sviluppo emotivo e sociale di questi bambini. Spesso la plusdotazione può essere confusa con il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), in quanto questi bambini molto frequentemente risultano distratti, irrequieti, impulsivi, stressati, aggressivi e isolati.
Plusdotazione come Bisogno Educativo Speciale
La nota del MIUR 562 del 2019 inserisce ufficialmente la plusdotazione tra i Bisogni Educativi Speciali. Ciò permette di personalizzare gli insegnamenti per questi bambini. La strategia da utilizzare è decisa dai Consigli di classe o dai Team docenti della scuola del bambino ed essi possono, quando si verificano situazioni di criticità, attuare delle metodologie didattiche specifiche, vagliando anche l’ipotesi di un Piano Didattico Personalizzato.
Questa nota del MIUR permette di perseguire un obiettivo importante: capire le caratteristiche individuali di questi bambini così da poter rispondere efficacemente ai loro bisogni.
Di seguito alcuni passaggi svolti dallo psicologo per individuare un bambino plusdotato:
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Osservazione: comprendere la comunicazione non verbale e il modo di relazionarsi con l’adulto.
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Colloquio con il bambino/ragazzo: capire l’adattamento e il benessere del bambino nella scuola e nelle attività extra scolastiche, i suoi interessi e le sue relazioni sociali.
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Colloquio con i genitori: capire perché ritengono che loro figlio sia un bambino plusdotato.
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Test di livello intellettivo opportunamente interpretati alla luce della storia individuale del bambino. Inoltre è opportuno che questi test vengano ripetuti nei momenti evolutivi cruciali, ad esempio nei passaggi da una scuola ad un’altra (elementari-medie).
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Altri test di approfondimento
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Restituzione.