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Secondo uno studio pubblicato su PLOS Neglected Tropical Diseases, man mano che le temperature aumenteranno e l’immunità dal virus Zika diminuirà, la malattia avrà un potenziale epidemico in aumento e stagioni di trasmissione più lunghe, in particolare nelle regioni in cui la trasmissione è attualmente marginale.«Per le malattie trasmesse da vettori il numero di riproduzione di base R0, una misura del potenziale epidemico della malattia, dipende fortemente dalla temperatura.
Un recente lavoro che caratterizza queste dipendenze dalla temperatura ha evidenziato come il cambiamento climatico possa influire sulla diffusione geografica delle patologie» esordisce Hannah Van Wyk, della University of Michigan di Ann Arbor, USA, prima autrice del lavoro.I ricercatori hanno valutato come nuove malattie emergenti, come Zika, potranno essere influenzate da specifici scenari futuri di cambiamento climatico in quattro diverse regioni del Brasile.
Per questo hanno stimato R0(T) in modo da caratterizzare il potenziale di trasmissione di Zika, confrontandolo con quello della dengue, in funzione dei parametri biologici dipendenti dalla temperatura specifici di Aedes aegypti, principale vettore di Zika. Gli esperti hanno ottenuto i dati di temperatura storici per il quinquennio 2015-2019 e le proiezioni per il 2045-2049 utilizzando modelliche forniscono proiezioni nell’ambito di quattro percorsi socioeconomici condivisi (SSP), corrispondenti a diversi livelli di gravità del cambiamento climatico.
Tale approccio è stato quindi applicato a quattro città brasiliane, Manaus, Recife, Rio de Janeiro e San Paolo, che rappresentano appunto diverse regioni climatiche.Il modello ha previsto che R0(T) per Zika raggiungerebbe un picco di 2,7 intorno a 30˚°C, mentre per la dengue un picco di 6,8 intorno a 31°C.