Infezioni da streptococco: no al fai da te!

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Con la fine della pandemia si è avuto un incremento di episodi infettivi causati dallo Streptococco beta emolitico di gruppo A (SBEA), che può dare mal di gola, febbre e anche un esantema cutaneo in caso di scarlattina nei bambini. 

È importante però che i genitori evitino il fai-da-te e si rivolgano al pediatra: in particolare anche l’esecuzione del tampone deve avvenire su indicazione del pediatra curante per evitare diagnosi errate e un utilizzo inappropriato della terapia antibiotica; anche perché fino a un bambino su 4 con tampone positivo può essere portatore sano.

Sono alcune delle raccomandazioni della Società Italiana di Pediatria (SIP) che spiega che proprio in concomitanza con l’aumento dei casi di streptococco e dell’uso dei test rapidi si è ridotta, sia in Italia sia in Europa, la produzione e distribuzione dell’antibiotico più utilizzato in questi casi, l’amoxicillina.

“Il consiglio principale è quello di rivolgersi sempre al pediatra per evitare un uso inappropriato degli antibiotici e garantire ai bambini i migliori percorsi per la tutela della loro salute sulla base delle evidenze scientifiche” afferma la Presidente SIP Annamaria Staiano.

La faringotonsillite, molto comune nei bambini, è di origine prevalentemente virale. Lo SBEA è responsabile di circa 1 caso su 4 di mal di gola e interessa dal 19% al 30% dei bambini e adolescenti tra i 5 e i 19 anni. Lo SBEA è lo stesso batterio della scarlattina; l’esantema compare quando lo SBEA produce alcune sostanze dette esotossine. Il decorso è benigno, con risoluzione del quadro entro 3-7 giorni. Solo in una minoranza di casi, l’infezione può associarsi a complicanze come ascessi peritonsillari, parafaringei o retrofaringei, otite media, sinusite, mastoidite, malattia reumatica e glomerulonefrite acuta post-streptococcica.


Il fai-da-te può portare a errori i genitori, infatti, va considerato che dal 10 al 25% (quindi fino a uno su 4) dei bambini positivi al tampone sono in realtà portatori sani di SBEA. Lo stato di portatore può perdurare da settimane a mesi, ma con un rischio minimo di complicanze e basso rischio di trasmissione. Per questi bambini non è raccomandato l’antibiotico. Quando un bambino ha mal di gola, quindi, in presenza di un tampone positivo per lo streptococco, non è detto che sia il batterio a causare il sintomo; il mal di gola potrebbe essere invece legato a una infezione virale contemporanea. Per questo motivo, in assenza di sintomi acuti, o anche alla fine della terapia antibiotica, non deve essere eseguito il test rapido per lo streptococco, concludono.

fonte: Doctor33

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