QUANDO LA MUSICA INCONTRA L’INCANTESIMO 1*PARTE

Ritrovare la luce.. abbracciare le paure... ascoltare i silenzi.. per partire in un lungo viaggio introspettivo per conoscersi.. Prendersi il tempo per se per piangere e sorridere e trovare la forza e la resilienza dentro se stessi per guarire il cuore..

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PREFAZIONE

Siamo distratti da tantissimi rumori assordanti,dallo schermo di un cellulare, dai clacson delle auto, dal frastuono delle urla la mattina quando scatta il semaforo verde, dalla fretta e dalla frenesia di una modernità che talvolta ci soffoca.

La musica le note di canzoni dance che pur di assecondare il mondo attuale fingiamo di essere felici in una discoteca. Basta guardare lo sguardo di tanti ragazzi con il loro cockail nella mano destra e il cellulare nella mano sinistra, il dialogo perso.. lo scambio di sguardi..

Vogliamo ritornare in sintonia con il nostro io? Basterebbe semplicemente sintonizzarsi con il proprio respiro, cambiare la melodia delle nostre giornate, anche solo per 10 minuti :disattivare l’offline dei pensieri e respirare il silenzio di una natura piena di colori, ascoltare il cinquettio dei pettirossi, lo scroscio delle foglie dei sentieri montani o l’infrangersi delle onde del mare in un paesaggio marino.

Non esiste incantesimo più bello della cura del proprio corpo,delle proprie emozioni, la migliore cura farmaceutica è racchiusa da una piccola carezza o un leggero sorriso che rivolgiamo a noi stessi.

Bisogna porsi la domanda: Io oggi come sto davvero?

Sono Felice?

Se la gioranata si concludesse adesso sono in pace con tutti?

Ho realizzato tutto quello che volevo nei limiti del possibile?

Bisognerebbe non lasciarsi incatenare dai pensieri negativi e vedere la vita da una prospettiva di positivismo, iniziando la giornata con un sorriso e con la nostra melodia del cuore.

Adesso chiudete gli occhi ispirate profondamente e inspirando buttate fuori i cattivi pensieri che annebbiano la vista, aprite il cuore con la vostra musica e fate entrare il sole nella vostra vita.

INTRODUZIONE

Il dolore è parte integrante della vita umana e possiede molteplici significati. Ancora oggi, l’umanità non conosce mezzi efficaci per eliminarlo del tutto, ma tenta di ridurlo. In una valutazione etica più generale il dolore è associato all’idea di castigo. In un epoca moderna si attribuisce un’interpretazione secondo la quale è rappresentato da un segnale d’allarme.

Da molti secoli si conoscono i benefici della musica nel trattamento del dolore. Già nei miti sono descritte le tre principali componenti dell’ anestesia: l’ipnosi, l’amnesia e l’analgesia. Sin dall’antichità, accanto alle droghe, la musica era utilizzata per indurre stati ipnotici, cercando di provocare un effetto benefico sulle sofferenze sia chirurgiche sia prettamente emotive( Ture H, Ture U.m Gogus F.Y., Valavaris A., Yasargil M.G. 2005: 1-78-186)

La musicaterapia è una disciplina che utilizza l’elemento sonoro musicale, all’interno della relazione con il paziente in un processo sistemico di intervento, con finalità preventive,riabilitative e terapeutiche ( Bunt L.,1994).

Gli elementi della fisica e del suono colpiscono ed alternano il sistema psico-neuro-immunoendocrinologico. Lo stato di malattia è un’alterazione nell’equilibrio omeostatico dell’asse psico-neuro-immuno-endocrinologico, dovuto principalmente ad una causa eziologica primaria di stress generalizzato e a fasi mentali negative, che producono squilibri biochimici, elettromagnetici e blocchi energetici.

Nell’ambito di una visione sistemica dell’unità corpo-mente questa definizione rappresenta uno dei paradigmi fondamentali in diversi modelli musicoterapici

(Bertirotti A.,2003).

La musica agisce sugli organi, sulle ghiandole endocrine, sul sistema personale emotivo e sulla cognizione. I benefici effetti della musica si trasmettono secondo il principio di sincronizzazione armonica, che dalla fisica delle onde si ritrova in moltissimi altri fenomeni naturali. Secondo questo principio due corpi che producono oscillazioni tendono ad accomodarsi “in fase”, ossia nel loro ritmo oscillatorio.

Ciò avviene anche per quanto riguarda il semplice e puro alternarsdi di accenti forti e deboli, ossia per il ritmo stesso.

La musica quindi fa risuonare ed induce ad una sincronizzazione reciproca dei ritmi, ad esempio respiratori, di coloro che assieme la ascoltano oppure la eseguono .

( Bertirotti A.,ibidem.)

La musica dall’esterno, stimola l’attivazione di processi endogeni di rilassamento e riduzione del dolore, nonchè di guarigione.

( Rider. M.S. 1985: 183-192).

Esistono inoltre prove neuroscientifiche e cognitive che evidenziano gli effetti positivi prodotti dalla musica

  • La musica distrae,ossia permette di concentrarsi su qualcosa di diverso dal solito

  • La musica determina un’inibizione endogena del dolore

  • La musica promuove il rilascio di endorfine (peptici oppioidi endogeni) nel corpo, le quali agiscono contro il dolore.

  • La musica lenta promuove un rilassamento e rallenta il ritmo respiratorio e cardiaco

(Roberts S.,2002:26-28)

DONATORI DELLA MUSICA

L’esperienza emotiva e umana dell’ascolto della musica dal vivo è preziosa per tutti, e in particolare per chi si trova ad affrontare situazioni critiche.

I pazienti molte volte non riconoscibili dai volontari e dai familiari, l’intensa e vissuta musicalità degli artisti, gli applausi sgorgati dal cuore e dalle ombre più paralizzanti dei malati di tumore a ringraziamento del “mondo esterno” venuto in mezzo a loro a portare musica, a portare vita, tutto ciò non può non colpire il bersaglio grosso dell’emozionalità, della partecipazione, dell’importanza dell’esserci. È questo il sogno di Gian Andrea Lodovici, grandissimo critico musicale e producer discografico, che fu tra l’altro Direttore artistico dell’etichetta Arts di Monaco di Baviera e autore di un fondamentale trattato di storia della musica. Un sogno che ha preso vita proprio mentre Gian Andrea affrontava il suo ultimo viaggio, quello con la malattia, il tumore che lo ha ucciso nel 2008 a soli 47 anni. Dalla sua intuizione e dalla sua opera pionieristica, iniziata con l’invito a suonare in ospedale , ha iniziato questa rivoluzione nella sua semplicità e nella sua continuità. La musica vista non solo come un evento, ma presente con continuità: l’evento che diventa “sistema”. L’obiettivo è di far avverare questo sogno in tanti altri reparti di oncologia, in tanti altri ospedali e strutture sanitarie, grazie alla straordinaria ed entusiasta generosità di centinaia di musicisti che già hanno dato la loro disponibilità.

Le caratteristiche dei concerti dei donatori della musica sono:

continuità: i concerti sono sempre parte di stagioni regolari e continuative;

qualità: i concerti sono tenuti da musicisti con un’attività concertistica consolidata, per garantire una qualità analoga a quella delle “normali” stagioni concertistiche importanti;

calore umano: i concertisti non si mettono il frac, e normalmente dialogano con il loro pubblico, presentando i brani e scegliendo un programma di facile ascolto. È previsto anche un momento conviviale dopo il concerto, perché i pazienti possano parlare e conoscere personalmente i musicisti, nell’ottica di un abbattimento delle barriere e delle distinzioni tra “malato” e “sano”, tra “medico” e “paziente”;

nessuno scopo di lucro: i musicisti si esibiscono gratuitamente (è soltanto prevista l’ospitalità per una notte e il rimborso delle eventuali spese di viaggio). I concerti sono tutti a ingresso gratuito e limitato ai pazienti, ai loro familiari e allo staff ospedaliero, così da non interferire con le stagioni concertistiche tradizionali.»

Cosa succeda nel condividere l’esperienza dei concerti di Donatori di Musica, nello stare fianco a fianco negli stessi luoghi dove ognuno, in altri momenti della giornata, riveste un ruolo istituzionale, cosa succeda nel sedere accanto sulle stesse sedie dove qualche ora prima si attendeva un prelievo, una terapia, il temuto verdetto di un esame diagnostico, non può essere descritto; lo hanno sperimentato e vissuto a Bolzano operatori sanitari, ammalati, volontari, familiari già molte volte, e ogni volta attendono con impazienza di poter vivere una nuova esperienza e accolgono con entusiasmo i musicisti che, con il dono della loro presenza e della grande musica, riportano per un momento la bellezza, la normalità, la gioia nel loro vissuto, ma che sanno anche interpretare attraverso il linguaggio universale della musica il dolore del mondo e il loro stesso dolore.

Ma anche i musicisti ricevono un grande dono, poiché gli ammalati presentano loro un senso della vita che paradossalmente proprio l’esperienza della malattia ha permesso di scoprire, la forza della speranza, il significato che hanno saputo collegare alla sofferenza. E così il musicista trasmette una cultura che cura e, a propria volta, riceve stimoli che gli fanno ripensare il proprio modo di essere artista e viene anch’egli in un certo senso “curato”. E tutto questo è e diventa assolutamente organico alla medicina. Infatti, se la medicina è la scienza che studia le malattie, le loro cause, l’evoluzione, la diagnosi, nonché i metodi e le tecniche di terapia e prevenzione, l’esercizio della medicina è una pratica volta a evitare, risolvere, alleviare stati di malattia e sofferenza: ha compiti di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione ma anche di umana relazione e di ambito culturale. In questo senso la relazione di cura recupera il suo significato originario, l’esercizio della medicina si compie nel recupero di quella dimensione umana e culturale che negli ultimi decenni sembra talvolta avere smarrito o relegato in secondo piano. Il mito di “Cura”, del quale cito di seguito un’antica descrizione, può essere la chiave di lettura del senso profondo di Donatori di Musica:

«[…] e Saturno disse: “Tu, Giove, che hai dato lo spirito, al momento della morte riceverai lo spirito. Tu, Terra, che hai dato il corpo, riceverai il corpo. Ma poiché fu Cura che per prima diede forma a questo essere, finché esso vive, lo custodisca Cura. Per quanto riguarda la controversia sul nome, si chiama homo poiché è stato tratto da humus». (Iulius Higinus, Fragmenta Operum Deperditorum, I sec. d.C.).

La cura così intesa è un concetto culturale del tutto trasversale, ed è evidente che la quasi totalità delle professionalità e delle attività umane hanno impatto sulla “cura”. Nella cultura medica la “cura” viene intesa soprattutto come terapia delle condizioni di malattia, ricevendone una connotazione incompleta e riduttiva, ma ogni forma di terapia non può che essere culturalmente inscritta nella THERAPEIA , “terapia”,è concetto di significato eminentemente medico/tecnologico, therapeia è invece concetto generale, è “cura”, nei suoi molteplici significati di prendersi cura, essere al servizio, formare, assistere, infine custodire. La medicina non ha il monopolio di una cura così intesa, ma evidentemente non può nel contempo limitarsi all’esercizio della terapia. La società d’altra parte non può a propria volta delegare la cura. Se vi è qualcuno che deve gestire la transizione da una “tecnica” della cura alla “cultura” della cura, questi è il medico; inevitabilmente la medicina moderna ha anche questo compito. Una medicina che si faccia portavoce di queste istanze non potrà che derivare da un compendio di cultura e scienza, superando un’anacronistica antinomia tra le conoscenze scientifico-tecniche e il pensiero filosofico-letterario: esiste una sola cultura, non due e vanno definitivamente superate le teorizzazioni derivate dall’obsoleta teoria di C. Snow (1959) sulla contrapposizione tra cultura scientifica e cultura umanistica al di fuori del contesto specifico della storia occidentale.

MUSICA : COME CURA TERAPEUTICA

La medicina è in cammino verso una pratica che continuerà a evolvere sul piano scientifico e tecnologico, ma temperata da un pensiero critico, tesa anche al recupero della sua dimensione di “arte” della relazione umana verso un’eccellenza globale e non più solamente clinica. Ebbene sì, non solo episteme ma anche doxa: integrando natura e cultura, scienza e filosofia si fondono anziché fronteggiarsi. L’acquisizione della dimensione culturale della sofferenza e della cura è indispensabile per riuscire a intercettare i bisogni emergenti, in particolare degli ammalati oncologici, tenendo conto del fatto che solo una parte di essi può oggi guarire, che la persona guarita dal cancro esprime comunque bisogni importanti per tutto il resto della propria vita, che coloro che non guariscono possono vivere relativamente a lungo, presentando importanti problematiche cliniche ma anche bisogni diversi, i quali debbono essere finalmente oggetto di cura. La medicina deve attrezzarsi a comprendere e dare risposta a queste problematiche emergenti; basti pensare che tutto questo è implicito già nella definizione dello stato di salute, formulata ormai più di 50 anni or sono dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Fondamentale è considerare come in meno di un secolo siano avvenuti imponenti cambiamenti epidemiologici, in un contesto nel quale la transizione dalle patologie acute verso quelle croniche, degenerative e neoplastiche sta mostrando i limiti di un approccio ipertecnologico, che si sta rivelando non pienamente in grado di dare risposta ai nuovi bisogni di salute. Una medicina che sappia rinnovarsi dovrà interrogarsi sui modi possibili di intercettare questo cambiamento, non depotenziando il suo arsenale scientifico-tecnologico, ma divenendo una pratica più critica e consapevole, inserita nel dibattito culturale attraverso un’intensa opera di riappropriazione del proprio ruolo di “arte della relazione” e di “pratica bio-psico-sociale”, dove cultura umanistica e scienza dovranno concorrere alla formazione di una nuova generazione di professionisti.

C’ è una studio dove viene analizzato il rapporto che i Greci antichi ebbero con la musica allo scopo di comprendere come, attraverso le strutture musicali, essi concepissero un’azione terapeutica. In particolare, si pone l’attenzione sulle prime evidenze della terapia musicale che risulta capace di influenzare la natura umana;la musica, infatti, può «guarire le ferite del corpo e dell’anima, formare il carattere ed esercitare un’azione persuasiva.

In tutte le epoche e civiltà il corpo umano e le strutture musicali, quali ritmo e melodia, sono risultate affini, in quanto l’arte dei suoni appare in grado di procurare catarsi, sollievo e pure una cura; nel mondo greco antico, ad esempio, è interessante l’equivalenza terminologica tra il sostantivo melos teso come melodia e melos considerato come articolazione, parte del corpo.

Il ricorso alla musicaterapia nasce dall’osservazione diffusa secondo cui la musica abbia la capacità di suscitare emozioni, procurando degli effetti calmanti e lenitivi.

Soprattutto presso gli antichi greci, la mousike era considerata parte integrante della formazione e dell’educazione di ogni individuo, in virtù del potere psicagogico e terapeutico ad essa attribuito. Ma essa era pure giudicata capace di curare corpo e anima, purificandoli; la studiosa Antonietta Provenza afferma:

«La musica, infatti, è in grado di “condurre” l’anima in una direzione da essa

ispirata, così da plasmarla dettando atteggiamenti diversi secondo i modi

musicali,e da esercitare anche una vera e propria azione terapeutica

Nella Grecia antica, lo studio e lo sviluppo della medicina indussero sempre

di più a ricercare una spiegazione di tipo razionale nei confronti delle malattie, allo scopo di applicare la terapia adeguata. Dal Corpus 46 di Ippocrate si legge la necessità di dare una maggiore importanza all’osservazione minuziosa dei malati e della loro afflizione.

Vi fu una quantità di medici che si distinsero nella pratica di tale arte, così da essere esaltati dalla popolazione.

Ma in antitesi con la metodologia dei discepoli di Ippocrate e di altre correnti, in Grecia vi erano dei luoghi in cui si praticava una medicina di tipo religioso; attraverso la mitologia medica greca si può ricorrere a una serie di divinità mediche, fra le quali emerge la figura del dio Asclepio. Asclepio, patrono della medicina

Per comprendere l’origine di tale identità religiosa, è utile risalire al racconto dei mitografi che narrano di come il dio fosse figlio di Apollo e Coronide; egli nacque con delle facoltà intellettive particolari, mostrando di voler studiare medicina allo scopo di aiutare le persone. Attraverso gli studi, scoprì diversi rimedi benèfici per la salute degli uomini riuscendo a curare pazienti con Ippocrate (460 a.C. circa – 370 a.C.), medico nato all’Isola di Coo (oggi Kos) considerato il fondatore della medicina scientifica in Grecia.

(Cfr. Enciclopedia Treccani:

Collezione di quasi settanta testi medici che costituirono una sorta di biblioteca specializzata nella teoria e nella pratica della cura.

Cfr. Carlos García Gual (2020), La medicina nell’antica Grecia: la nascita di una scienza. National Geographic Storica. https://www.storicang.it/a/medicina-nellantica-grecia-nascita-di scienza_14801.

47 Asclepio, o Esculapio secondo l’accezione romana, dio greco-romano della guarigione.

48 Cfr. Steger (2000), Erinnern an Asklepios. Lektüre eines gegenwärtigen Mythos ausder antiken Medizin, in: Bettina von Jagow (Hg.), Topographie der Erinnerung Mythos im strukturellen Wandel, Königshausen u. Neumann, pp. 31-8.)

Riguardo ciò, lo studioso Steger ricorda come le abilità di Asclepio fossero così positive che «[…] Ade si lamentò con Zeus che il numero dei morti era diminuito considerevolmente a causa dell’interferenza di Asclepio. Zeus lo riconobbe colpevole e, nella sua ira, lo uccise con un fulmine[…]», questo a causa del fatto che egli infranse la legge estendendo la vita dei propri pazienti oltre a quanto stabilito a livello biologico. Asclepio fu al centro di una rete di luoghi di culto salutari che erano frequentati per osteggiare la malattia e rendere la salute alle persone: gli Asklepieia furono dei templi grandiosi dedicati al dio, presenti in tutto il mondo mediterraneo fino a giungere in Gallia e Germania. Si tratta di luoghi in cui Asclepio veniva pregato come unico aiuto alla cura dei malati.

Approfondite ricerche sul culto di Asclepio sono state condotte da Krug,che descrisse il culto di guarigione e le località connesse ad Asclepio, arrivando alla conclusione secondo cui a tale divinità fosse affidata l’assistenza sanitaria e il benessere dei malati. Chi, quindi, non aveva potuto ricevere altra guarigione o era stato allontanato dalla medicina scientifica perché considerato incurabile trovava rifugio in Asclepio. Il suo culto, di conseguenza, si manifestava come un’alternativa alla medicina. Le fonti antiche, sfortunatamente, non testimoniano in modo per noi chiaro la maniera in cui un’eventuale pratica medica venisse integrata nei rituali di culto dalle origini fino al periodo imperiale romano.

La 2* parte sarà pubblicata il giorno 10 Giugno 24

Dott.ssa Florio Paola, nata a Roma il 22settembre 1988, iscritta all'ordine dei Farmacisti di Reggio Calabria n° 1768 il 18-01-2012. Socia dell' Agifar di Reggio Calabria, Futurpharma e ANPIF. Laureata iL 20-luglio 2011 con Laurea specialistica a ciclo unico in FARMACIA, con voto 103/110 presso l' Università degli studi di Messina, con la tesi compilativa in Farmacognosia, dal titolo:” Farmaci antiprotozoari di origine naturale. Abilitazione conseguita: presso Università degli studi di Messina il 19-12-2011 CORSO/MASTER FREQUENTATI -CORSO DI PERFEZIONAMENTO in: “Controllo di qualità, formulazioni galeniche e legislazione comunitaria di piante medicinali e loro derivati”. Presso facoltà di Farmacia, Messina, - (Articolo Pubblicato dall' Università di Messina, Presso dipartimento di Tossicologica; Facoltà di Farmacia TCH-015 Evaluation of Chemical and Physical Stability of Sodium Dichloroacetate, an Orphan Drug For Rare Metabolic Diseases, V. Cascione, A. Tomaino, P.Florio; et al., Eur j. Hosp Pharm, 2013 20:A 74 -)10° corso di perfezionamento vaccini e strategie di vaccinazione - PARTECIPAZIONE al corso Epidemiologia e prevenzione e promozione della salute con acquisizione di nozioni tecnico professionali - corso in progetti di cura e di vita nella comunità il budget di salute - partecipazione al corso scilla vene, gestione della malattia venosa cronica e della patologia linfatica nella medicina del territorio - partecipazione alla campagna vaccinale Covid-19 la somministrazione in sicurezza del vaccino anti Sars cov-2 - corso campagna vaccinale antiinfluenzale focus di approfondimento per la somministrazione in sicurezza del vaccino antiinfluenzale nelle farmacie - corso gestione del paziente con dolore -corso in progetti di cura e di vita nella comunità: il budget di salute -corso in radioprotezione nelle professioni sanitarie -corso in omeopatia e oculorinite allergica -certificato in deficit energetico nello sportivo -corso in infezioni e globalizzazione -attestato operatore pbls pediatrico -corso : la figura professionale del farmacista in un contesto di prevenzione ed educazione saniaria alla popolazione - Attualmente collaboratrice presso la Farmacia Laganà dott.ssa Maria Assunta, Melicuccà,Rc

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