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In un importante studio gli autori valutato in vitro gli effetti di due isoflavoni sintetici, metossiisoflavone e ipriflavone, sull’attività catalitica dell’aromatasi umana (CYP19), l’enzima che catalizza la conversione degli androgeni (es. Testosterone o androstenedione) in estrogeni (es. Estradiolo ed estrone) .
Il potenziale effetto inibitorio è stato valutato misurando il tasso di aromatizzazione del testosterone, monitorato mediante gascromatografia-spettrometria di massa (GC-MS), sia in presenza che in assenza di metossiisoflavone o ipriflavone, confrontandone gli effetti con quelli degli inibitori dell’aromatasi sintetica (formestano, anastrozolo e aminoglutetimide) attualmente inclusi nell’elenco di sostanze e metodi vietati e di flavonoidi naturali (crisina, quercetina e daidzeina), noti inibitori del CYP19.
I risultati preliminari dello studio in vitro mostrano che il metossisoflavone e l’ipriflavone agiscono come inibitori competitivi dell’aromatasi, il grado di inibizione misurato in vitro essendo dello stesso ordine di grandezza di quello degli inibitori dell’aromatasi comunemente usati nelle terapie antiestrogeniche.
I risultati preliminari in vitro indicano che, in linea di principio, un’assunzione sufficientemente ampia di isoflavoni potrebbe alterare la cinetica degli equilibri dinamici tra androgeni ed estrogeni, suggerendo anche il loro monitoraggio nell’analisi di routine del controllo antidoping.