Giornata mondiale del cervello:
cosa c’è da sapere, i segnali da cogliere, come agire

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Oggi, 22 luglio, si celebra la Giornata mondiale del cervello, promossa dalla World Federation of Neurology per sensibilizzare sulla prevenzione delle patologie neurologiche e neurodegenerative, un problema che riguarda tutti visto l’innalzamento dell’età media della popolazione e il conseguente aumento di questo tipo di malattie, tra cui soprattutto il Parkinson e parkinsonismi e le demenze.
Alla base di queste vi sono processi di infiammazione neuronale, detta anche neuroinfiammazione. Il problema è che, nella gran parte dei casi, non se ne colgono i segnali.
Quando è in atto un’infiammazione negli altri organi lo si nota subito e questo fa correre ai ripari: per fare degli esempi banali il fegato si ingrossa, le ginocchia “scricchiolano”, la gamba duole. Il cervello invece ha un modo diverso per segnalare che qualcosa non va: già al risveglio si coglie una sensazione di stanchezza, si è più irritabili, si ha una certa difficoltà a iniziare un’attività, anche semplice, e infine ci sono i classici vuoti di memoria, le dimenticanze, che in assenza di una diagnosi neurologica potrebbero sottendere più che a problemi di memoria, a difficoltà di attenzione e concentrazione. Più il nostro cervello è infiammato, più la quotidianità risulta faticosa. Spetta a noi quindi il delicato compito di aver cura del cervello e di prestarvi particolare attenzione e, soprattutto, di correre ai ripari ai primi campanelli di allarme, proprio come ci invita a fare il World Brain Day.

Grazie alle biotecnologie messe a punto dalla ricerca delle Neuroscienze® oggi abbiamo a disposizione strumenti preziosi sia per individuare per tempo eventuali problematiche strutturali, sia, eventualmente, per seguire un piano di potenziamento o riabilitazione cognitiva. Ad esempio, grazie alla Spettroscopia nel vicino infrarosso, il medico può valutare la variazione di ossigenazione all’interno delle aree cerebrali e la conseguente capacità funzionale associata. Mentre grazie a metodiche come la Stimolazione magnetica transcranica, la Stimolazione con corrente elettrica o la Fotobiomodulazione cerebrale si può intervenire per ridurre gli stati infiammatori cerebrali e ridurre lo stress ossidativo.

Deve essere chiaro che gli strumenti per fare stare bene il nostro cervello oggi ci sono e sono alla portata di tutti. Questa giornata è l’occasione per far conoscerli e per ricordare quanto sia importante aver cura del nostro cervello. Cosa non far mancare mai? Un buon sonno ristoratore, un adeguato piano alimentare – individualizzato sulle proprie caratteristiche- e uno spazio per dedicarsi ad attività piacevoli che appassionano (qualsiasi esse siano, non necessariamente cruciverba!). Infine, quando qualcosa non va, il consiglio è di non prendere sottogamba i sintomi ma rivolgersi ai professionisti sanitari adeguatamente formati in quest’ambito, che si assumono la responsabilità di valutare la vostra storia clinica, chiedere esami approfonditi (laddove è necessario) e successivamente impostare insieme a voi un percorso per migliorare la vostra qualità di vita.

Laureata in Psicologia, indirizzo Neuroscienze Cognitive all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Ha conseguito il Master di II Livello in “Neuroscienze Cliniche: valutazione, diagnosi e riabilitazione neuropsicologica e neuromotoria” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Esperta nell’utilizzo di tecniche di neuromodulazione, neuronavigazione, neurostimolazione. Ha fondato Cerebro®, Startup di Biotecnologie neuroscientifiche. È stata insignita della Menzione speciale “Implementazione team multidisciplinare” dall’Associazione Donne Inventrici e Innovatrici. È giornalista pubblicista iscritta all’Albo dei Giornalisti della Lombardia.

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