Denervazione renale, possibile pilastro terapeutico nella cura dell’ipertensione

Un recente aggiornamento delle linee guida ESH sostiene l'uso della denervazione renale come terzo pilastro terapeutico nell'ambito del percorso di cura

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È clinicamente provato che la procedura di denervazione renale per il controllo della pressione arteriosa aiuti a ridurre l’ipertensione, il che può contribuire a mitigare gravi rischi per la salute. Un recente aggiornamento delle linee guida della Società Europea dell’Ipertensione (ESH) sostiene l’uso della denervazione renale, senza impiantato alcun dispositivo, come terzo pilastro terapeutico nell’ambito del percorso di cura dell’ipertensione, insieme alle modifiche dello stile di vita e ai farmaci antipertensivi. Inoltre, anche la Società Europea di Cardiologia (ESC) nelle sue ultime linee guida raccomanda la denervazione renale come un’opzione terapeutica complementare sicura ed efficace per i pazienti con ipertensione resistente, ovvero per quei pazienti che hanno pressione arteriosa elevata nonostante l’impiego di tre farmaci anti-ipertensivi.

Questo trattamento dei pazienti ipertesi implica una stretta connessione tra il paziente, la cardiologia interventistica e il centro per l’ipertensione della struttura sanitaria: un legame che consente un approccio multidisciplinare e che rende più strutturato ed efficace il percorso di cura del paziente

L’ipertensione arteriosa è un problema importante per i pazienti di tutto il mondo. Si stima che circa 1,28 miliardi di adulti in tutto il mondo siano affetti da ipertensione. Tuttavia, l’ipertensione non è diagnosticata in circa il 50% dei pazienti e nel restante 50% è trattata e ben controllata solo nel 20% dei casi. Aumentare la consapevolezza è fondamentale per affrontare il problema dell’ipertensione, dato che è prevenibile, rilevabile e curabile.

In tal senso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli è diventato un centro di riferimento per questo intervento minimamente invasivo.

“Per le persone affette da ipertensione, i farmaci e/o i cambiamenti nello stile di vita possono aiutare a ridurre la pressione sanguigna, ma per molti pazienti queste soluzioni da sole potrebbero non essere sufficienti”, sottolinea Raffaele Izzo, professore di Scienze Mediche Applicate e specialista dell’ipertensione presso la AOU Federico II di Napoli, che continua: “Spesso sento dire dai pazienti che sarebbero disposti a esplorare diverse opzioni terapeutiche. Questo ci ha portato a individuare le innovazioni tecnologiche che potrebbero contribuire a fornire una soluzione a lungo termine per abbassare la pressione sanguigna come complemento ai cambiamenti dello stile di vita e alla gestione dei farmaci. Abbiamo constatato che la procedura di riduzione della pressione sanguigna può potenzialmente contribuire a fornire un beneficio per l’ipertensione in aggiunta ai cambiamenti dello stile di vita e alla gestione dei farmaci.”

Fonte Doctor 33

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