XXY: UN PROBLEMA SOLO MASCHILE… La Sindrome di Klinefelter,questa sconosciuta

Descritta per la prima volta nel 1942 dal Dr. Klinefelter, ma ancora oggi sono numerosi i punti oscuri di questa patologia genetica

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La Sindrome di Klinefelter (SK) fu descritta per la prima volta in pazienti adulti nel 1942, e solo nel 1959 venne classificata tra le malattie da aberrazione cromosomica . I soggetti che ne sono affetti hanno un cromosoma sessuale femminile in più nella loro mappa genetica (cariotipo 47,XXY).

La forma classica ha presumibilmente un’incidenza di 1 su 500 neonati maschi e riguarda il 3-5% degli uomini infertili, ma non essendoci ancora un registro nazionale e sussistendo molti tabù e reticenze, questo dato potrebbe rappresentare solo “la punta di un iceberg”.
L’esatto meccanismo responsabile della disfunzione testicolare è dedotto dalle osservazioni condotte sugli animali in cui la presenza di un cromosoma X in più condanna le cellule germinali ad un’aspettativa di vita ridotta. Infatti in numerose specie animali, così come in quella umana, inizialmente è presente una normale dotazione di cellule germinali primordiali nel testicolo fetale dei maschi XXY, ma queste sono poi destinate a perdersi rapidamente durante i primi anni di vita.

DIAGNOSI

Negli adulti il sospetto diagnostico avviene se si osserva la presenza di testicoli piccoli e duri, di lunghezza inferiore ai due centimetri, in soggetti caratterizzati dalla carenza di ormoni maschili.

Nella maggior parte dei casi comunque non ci sono sintomi esterni evidenti, le conseguenze sono poche, per cui viene diagnosticata solo nel corso di indagini sulla sterilità di coppia, cioè quando il partner maschile non ha o ha pochissimi spermatozoi nel liquido seminale.

Oggi, grazie alla diagnosi prenatale (Villocentesi, Amniocentesi), è possibile porre diagnosi anche durante la gestazione… ma attenzione ai falsi miti, perché se i medici non conoscono perfettamente la sindrome possono erroneamente consigliare l’interruzione di gravidanza. Le donne devono essere invece rassicurate, il figlio che hanno in grembo sarà fisicamente normale e chi lo sa, forse potrebbe un domani diventare addirittura “Un Grande dell’Umanità”.

Alcuni esperti di “Paleoandrologia” affermano che soffrivano di SK anche il faraone Amenofi IV e George Washington .

L’anomalia cromosomica provoca, con un meccanismo ignoto, una disgenesia testicolare (Testicoli piccoli!), che, con una notevole variabilità individuale, ha effetti negativi sulla produzione degli spermatozoi e avvolte sulla funzione endocrina, vale a dire riduzione degli ormoni maschili nel corso del tempo con conseguente calo della libido e del desiderio sessuale. Questo fenomeno in realtà avviene normalmente in tutti i soggetti di sesso maschile, chi ha la sindrome potrebbe però manifestarla più precocemente degli altri. La carenza di testosterone quando c’è può provocare inoltre osteoporosi, oggi facilmente diagnosticabile e curabile.

Vorrei comunque sottolineare che nel 43% dei casi giunti alla nostra osservazione il livello di ormone maschile è risulta essere sempre perfettamente normale.

Anche la crescita delle mammelle nel maschio (Ginecomastia), che molti additano come un sintomo caratteristico della SK, è un falso mito. Si verifica solo in un terzo dei casi … e quando è presenta, oggi viene facilmente corretto grazie alla chirurgia plastica.

Non si associa di solito a ritardo mentale, come molti erroneamente sostengono, anche se talora il Q.I. (Quoziente Intellettivo) può essere leggermente ridotto, specie se coesiste un’alterata verbalizzazione e o dislessia. Personalmente ho notato invece una maggiore sensibilità e accuratezza di questi soggetti… infondo quel cromosoma in più serve a qualcosa

Il Diabete Autoimmune lo riscontriamo solo nell’ 8% dei casi, più raramente ancora Artrire Reumatoide e LES (Lupus Eritematoides sistemico) . Tali situazioni, la cui incidenza in fondo nelle forme classiche 47,XXY non supera di molto quella della popolazione generale, possono avvenire forse per alterazione del sistema immunitario, quando esiste uno sbilanciamento del rapporto tra Testosterone ed Estradiolo.

Certamente le forme più rare e più gravi con 48 o 49 cromosomi manifestano fenotipi più problematici, attualmente però i tanti mezzi che abbiamo a disposizione permettono una vita di relazione quasi normale e ben integrata.


PROGNOSI
La prognosi è molto variabile in quanto condizionata sia da fattori ambientali (adesione alla terapia, educazione, stile di vita, lavoro etc.) sia da fattori di tipo genetico. Per la gestione della Sindrome di Klinefelter, sono quindi necessari interventi multidisciplinari. Dal momento che gli individui con cariotipo 47,XXY hanno un’aspettativa di vita normale, è importante offrire un supporto mirato durante tutto il periodo dell’infanzia e dell’adolescenza. Diversi studi longitudinali hanno chiarito i vecchi pregiudizi e hanno consentito una migliore comprensione delle caratteristiche cognitive e comportamentali degli individui 47,XXY. Grazie ad un sostegno sociale e familiare adeguato, ad una terapia del linguaggio avviata precocemente , all’assistenza educativa e a molti altri interventi terapeutici finalizzati a modificare problemi specifici di comunicazione, apprendimento e comportamento, è possibile garantire una buona qualità della vita e consentire a questi individui di intraprendere uno stile di vita produttivo all’interno della società in cui vivono.

La SK comunque nella maggior parte dei casi presenta un fenotipo (aspetto fisico!) molto sfumato e poco patognomonico, tale da risultare quasi ininfluente sulla qualità della vita dei pazienti

TERAPIA E MONITORAGGIO
Da quanto sopra esposto si evince che la somministrazione di TESTOSTERONE è l’unica terapia efficace negli adulti affetti dalla SK. Se il soggetto, infatti, dimostra una riduzione delle concentrazioni plasmatiche di testosterone totale e di testosterone libero, l’indicazione terapeutica sostitutiva è necessaria per mantenere i valori di questo ormone tra i 3 e i 10 ng/ml. Gli schemi terapeutici consigliati prevedono l’impiego di Testosterone Depot alla dose media di 250 mg ogni tre settimane oppure, più recentemente il Testosterone in Gel, con ottimi e soprattutto stabili risultati obiettivi e soggettivi per i pazienti. Oggi è in commercio una iniezione addirittura Trimestrale.
La terapia sostitutiva, se necessaria, aiuta a mantenere non solo i caratteri sessuali secondari, ma anche a migliorare la massa muscolare, l’energia e l’iniziativa, nonché la libido ed il desiderio sessuale. Durante la supplementazione di androgeni è presente inoltre una migliore capacità di concentrazione nel lavoro e, in qualche caso particolare, minore aggressività. La terapia sostitutiva in questi soggetti, inoltre, ha lo scopo di mantenere i livelli di colesterolo nei limiti, diminuire quindi il rischio di accidenti tromboembolici e migliorare la densità dell’osso.

Il testosterone naturalmente non agisce sulla fertilità, che invece è una prerogativa solo dei soggetti che presentano mosaicismo 46 XY/47XXY ed in cui la percentuale di linee cellulari geneticamente normali è direttamente proporzionale al numero di cellule della spermatogenesi presenti nel testicolo. Tali soggetti, grazie alle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita che prevedono il prelievo microchirurgico degli spermatozoi dal testicolo (MicroTese), oggi possono essere aiutati a diventare padri.

• Laureato in Medicina e Chirurgia nell’Università di Bari con il massimo dei voti e la lode nel 1977; • Specializzato in Ginecologia ed Ostetricia nell’ Università di Bari con il massimo dei voti e la lode nel 1981; • Specializzato in Andrologia nell’ Università di Pisa con il massimo dei voti e la lode nel 1985; • Perfezionato in Sessuologia Clinica nell’ Università di Pisa con il massimo dei voti e la lode; • Master in Endoscopia Ginecologica Avanzata – Università di Bari; • Master in Fisiopatologia della Riproduzione Umana e Tecniche di Fecondazione Assistita presso il Dipartimento Materno Infantile dell’Università di Palermo; • Primario Idoneo di Ostetricia e Ginecologia con il massimo dei voti nel 1987; • Diplomato in “Ipnologia Clinica” presso l’Istituto “Franco Granone” di Torino • Professore di Fisiopatologia della Riproduzione Umana presso la Scuola di Specializzazione in Andrologia dell’Università di Pisa dal 1987 al 2004 e Professore di Biochimica sistematica Umana presso l’Università della Calabria dal 1999 al 2001; • Attualmente è Tutor Aziendale per le Tesi di Laurea e Docente nei Seminari Integrativi di semiologia nella Facoltà di Scienze, Corso di Laurea in Biologia, Università del Salento; • Pioniere della Procreazione Medicalmente Assistita in Italia, nel 1984 fonda in Puglia la prima Banca del Seme Italiana con autorizzazione specifica conservazione dei gameti maschili e fecondazione artificiale; • Attualmente è Direttore dei Centri Integrati di Andrologia e Fisiopatologia della Riproduzione Umana Tecnomed di Nardò e Gallipoli e Casa di Cura “Fabia Mater” di Roma dove viene praticata diagnostica all’avanguardia e ricerca scientifica nel campo delle patologie di coppia e le più moderne tecniche di procreazione assistita. • Fondatore e componente del C.E.C.O.S. ITALIA (Centri per la Conservazione degli Ovociti e Spermatozoi); • Fondatore e Consigliere Nazionale della Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R.); • Coordinatore del gruppo d’interesse di Medicina di Coppia della Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R); • Delegato Regionale dell’Associazione Ginecologi Extra Ospedalieri (AGEO) e della Società Italiana di Fitoterapia ed Integratori in Ostetricia e Ginecologia (SIFIOG); • Autore di 196 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali; • Relatore, moderatore e discussant nei principali convegni scientifici nazionali ed internazionali della disciplina che esercita.

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