Dottor Nannelli che relazione c’è tra la nostra salute e il microbiota orale?
Il nostro stato di salute, il cosiddetto stare bene, è dovuto essenzialmente all’equilibrio che si viene a creare tra le varie componenti del nostro organismo incluso il microbiota orale che rappresenta la seconda comunità di microrganismi come numerosità e diversità presente nel corpo umano. Siamo costantemente aggrediti da agenti patogeni, sia di provenienza esterna sia come presenza abituale nel nostro organismo così come costantemente produciamo cellule anomale potenzialmente capaci di sviluppare tumori.
È quindi dalla capacità dei nostri sistemi, in sinergia con microbiota, di riuscire a tenere sotto controllo tutti questi elementi che nasce il nostro benessere, la nostra salute ed in ultimo la qualità della nostra vita.
Come l’eterna lotta tra il bene ed il male o come meglio esplicato nella medicina cinese l’equilibrio fra Yin e Yang, due forze opposte che si attraggano divenendo complementari, allo stesso modo, nel nostro organismo, se non avessimo stimoli i nostri sistemi non si svilupperebbero e quindi sarebbero facilmente preda di un’aggressione tossica.
Cosa sta accadendo nel nostro organismo rispetto al passato? Perché oggi abbiamo stati infiammatori cronicizzati?
Purtroppo il nostro organismo sviluppato in centinaia di migliaia di anni è sottoposto, soprattutto negli ultimi cento anni, ad aggressioni di nuovo tipo. Mi riferisco a tutti gli inquinanti aerei ed alimentari e iatrogeni a cui non siamo preparati e che generano uno stress derivante dalla nostra incapacità a schermarci. Accade in definitiva che quella che era un elemento essenziale per la vittoria e cioè la risposta infiammatoria, con il suo carico di difese, si cronicizzi e porti ad accumulo di sostanze inadatte a combattere il nuovo nemico, si producono le cosiddette sostante ossidanti che alterano inevitabilmente il nostro equilibrio. Questa situazione agisce anche sul microbiota creando le condizioni ideali per far proliferare i microorganismi più tossici. Si viene così a creare un circolo vizioso che in alcuni casi diventa irreversibile.
Entriamo più nello specifico….
Ora noi produciamo ma soprattutto introduciamo con la dieta alimentare molte sostanze antiossidanti adatte a compensare il nostro disequilibrio ma chiaramente più elementi esterni od interni nocivi introduciamo maggiormente il nostro sistema si indebolisce fino a cedere e sviluppare alterazioni che innescano le più svariate patologie. Inoltre la nostra è una società a rapido invecchiamento e quindi i nostri sistemi di difesa, produzione e metabolizzazione di sostanze antiossidanti, subisce, con il passare degli anni, una fisiologica riduzione dell’efficacia.
Quali soluzioni si possono percorrere per migliorare?
Occorre prestare attenzioni maggiori e particolari nella scelta degli elementi che introduciamo nel nostro organismo. Proprio per questo tutta la medicina sta evolvendo verso una maggior attenzione a curare senza alterare, si prenda esempio la campagna ministeriale contro abuso di antibiotici ecc., ed anche i materiali che vengono introdotti nell’organismo rispettano questo principio, per esempio in ortopedia si cerca di utilizzare materiali metallici a basso grado o nullo di rilasciamento di ossidi per minimizzare gli effetti negativi.
Come sta evolvendo l’odontoiatria rispetto a questi fattori di rischio?
Lo sviluppo di nuovi materiali sta avvenendo anche in odontoiatria in quanto si è visto che in una bassissima percentuale di casi, 3/5 per cento, percentuale in costante crescita per le cause illustrate prima, gli ossidi rilasciati dal metallo, soprattutto degli impianti endossei, che aiutano in maniera eccezionale a ripristinare una corretta masticazione ed estetica, generano lo svilupparsi, (in un numero ristretto di pazienti), di intolleranze e relative infiammazioni croniche con la possibile conseguenza degli ossidi a migrare nel torrente circolatorio e depositarsi in vari organi.
Ci sono materiali meno nocivi dei metalli, soprattutto per quei pazienti più intolleranti?
Questo rilascio di ossidi, che avviene per tutti i metalli, è comunque variabile ed è in funzione della qualità del materiale usato dal fabbricante e dalla scelta delle componenti certificate da parte del professionista. Da qui lo sviluppo negli ultimi 20 anni dell’utilizzo di materiali ceramici, che non rilasciano ossidi e rappresentano una scelta particolarmente indicata per chi ha difficoltà a mantenere quello stato di equilibrio fisiologico di cui abbiamo parlato.
A quali pazienti si sente di consigliare maggiormente l’uso delle bioceramiche?
Il concetto che vede l’utilizzo della ceramica, al posto dei metalli, onde evitare di creare ulteriore stress, lo consiglio soprattutto in soggetti giovani con tanti anni di vita e quindi possibile esposizione a tantissimi inquinanti, ai soggetti con patologie a carico del sistema neurologico ed in tutte quelle persone che per vari motivi cerchino di evitare, dove possibile, di essere esposte a sostanze potenzialmente tossiche.
Ci sono limitazioni nell’uso negli impianti in ceramica?
Gli impianti in ceramica richiedono l’intervento di professionisti altamente qualificati, in grado di valutare caso per caso la loro idoneità.
Inoltre, per la mia esperienza, la collaborazione multidisciplinare rappresenta un pilastro fondamentale nell’operatività della clinica, assicurando un approccio personalizzato e mirato alle necessità specifiche del paziente. Questo lavoro di squadra consente di integrare competenze specialistiche, offrendo soluzioni di alta qualità volte a tutelare e promuovere il benessere complessivo del paziente.
Redazione C.E.I.C.sm
https://www.ceic.eu/