Testosterone e Coagulazione: Miti e Realità

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Il legame tra testosterone e rischio trombotico è stato spesso oggetto di fraintendimenti. Questo articolo analizza le evidenze disponibili per chiarire il ruolo della TRT nella coagulazione, offrendo una visione equilibrata basata su dati scientifici.

La terapia con testosterone è stata utilizzata per decenni per trattare l’ipogonadismo maschile. Tuttavia, alcuni studi passati hanno sollevato preoccupazioni riguardo a un possibile aumento del rischio di coagulazione, generando confusione tra pazienti e medici.

Le Evidenze Storiche
Studi condotti un decennio fa riportavano un leggero aumento del rischio trombotico (10 casi ogni 10.000 uomini trattati), ma molti di questi avevano limiti metodologici significativi. Ad esempio, includevano pazienti con condizioni predisponenti, come obesità o mutazioni genetiche.

Scoperte Recenti
La ricerca più recente ha sfatato molte di queste preoccupazioni:

Non è stato riscontrato alcun aumento globale del rischio trombotico con la TRT.

Dopo sei mesi di trattamento, i parametri di coagulazione si normalizzano, anche negli uomini con squilibri preesistenti.

Implicazioni per i Pazienti
Per gli uomini con ipogonadismo, la TRT rappresenta non solo un modo per migliorare la qualità della vita, ma anche per ridurre i rischi associati a livelli cronici di testosterone basso, come obesità e sindrome metabolica.

Conclusioni
La TRT è sicura e benefica per la maggior parte dei pazienti, purché venga prescritta da un medico esperto e monitorata regolarmente.

Prof. Andrea Militello, Urologo/Andrologo
Premiato quale miglior andrologo d'Italia ai Top doctors Award 2022. Laurea in “Medicina e Chirurgia" conseguita nel luglio 1991 con votazione di 110/110 e lode presso l’Universita’ degli Studi di Roma “La Sapienza”, discutendo la tesi sperimentale: ”Chemioterapia endocavitaria con epidoxorubicina e interferone per via sistemica nella profilassi dei tumori superficiali della vescica”. Nel novembre 1996 ha conseguito la specializzazione in Urologia con votazione di 70/70 e lode presso il Dipartimento di Urologia “U. Bracci” del Policlinico “Umberto I” di Roma discutendo la tesi sperimentale: ”L’ecografia trans rettale, il PSA ed il PSAD. Tre metodiche a confronto nella diagnostica del carcinoma della prostata”. Nel 2014 conseguimento di Master di II livello in Andrologia ,implantologia e chirurgia protesica. Nel 2016 conseguimento Master di secondo livello in Seminologia e Fisiopatologia della Riproduzione Umana. Dal 2018 revisore delle riviste scientifiche Central European Journal of Urology , Hormone and Metabolic Research Journal. Dal 2018 libero docente presso l’Università Federiciana di Cosenza. Nel 2014 vincitore del Doctoralia Awards quale miglior Urologo Andrologo d’Italia , nel 2018 Vincitore del Mio Dottore Awards quale miglior Urologo Andrologo d’Italia.

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