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Questo contenuto sponsorizzato è stato realizzato in collaborazione con Kuravita. Le opinioni espresse sono a cura dell’azienda partner.
L’infiammazione è un meccanismo di difesa dell’organismo che si attiva in presenza di danni ai tessuti di varia natura; essa può essere di tipo acuto o cronico.
L’infiammazione di tipo acuto ha un inizio improvviso ed è caratterizzata da fenomeni che coinvolgono prevalentemente i vasi sanguigni e si risolve nel giro di pochi giorni.
L’infiammazione di tipo cronico ha una lunga durata, può iniziare come tale o come una conseguenza di un’infiammazione acuta non completamente guarita, essa è associata alla presenza di linfociti e macrofagi, proliferazione dei vasi sanguigni, fibrosi e necrosi tissutale.
Esistono alimenti che hanno spiccate proprietà antinfiammatorie che sarebbero utili inserire nella propria dieta, oltre a questi alimenti anche il numero di calorie che si introducono può diventare un fattore aggravante dell’infiammazione, infatti mangiare più di quanto abbiamo bisogno non è mai una buona idea.
Gli alimenti antinfiammatori presenti in natura sono diversi, frutta contenente vitamina C ed antiossidanti (mirtilli-agrumi), zinco e selenio presenti nella frutta secca e gli omega presenti nel pesce azzurro.
Oltre alla dieta mediterranea, la dieta LOW CARBS, la dieta antinfiammatoria per eccellenza è la dieta chetogenica (VLCKD), dieta a bassissimo contenuto di carboidrati e normoproteica, infatti non arreca affaticamento renale.
Il regime alimentare chetogenico induce la chetosi che porta l’organismo ad utilizzare i grassi ed i corpi chetonici come unica fonte di energia.
In questo tipo di dieta si ha la riduzione dei carboidrati semplici e complessi, fondamentali perché questi ultimi sono considerati mediatori infiammatori e il loro abuso può peggiorare l’organismo.
Enormi studi confermano l’efficacia del protocollo nella riduzione dei sintomi delle patologie infiammatorie, infatti inducendo lo stato di chetosi e la produzione di chetoni, si attenua l’infiammazione grazie alla capacità dei chetoni di inibire l’attività dell’inflammasoma nelle cellule immunitarie.
Questo meccanismo spiega i benefici riscontrati da diverse persone in condizioni come emicrania, reumatismi, fibromialgia, lipedema e patologie croniche intestinali.
Riducendo lo stato infiammatorio all’organismo, quindi apportando meno zuccheri si ha un effetto positivo anche sulla flora batterica intestinale in quanto il MICROBIOTA intestinale è considerato il nostro secondo cervello.
Il regime chetogenico può essere applicato in tutti gli stati fisiologici e patologici tranne per chi ha insufficienza renale cronica, diabete tipo I, gravidanza ed allattamento.
I professionisti della salute (MEDICI E BIOLOGICI) dopo attenta anamnesi sapranno valutare il protocollo adatto al paziente considerando esigenze fisiologiche e patologiche.
Inoltre, enormi studi confermano che comunque seguire una buona, sana ed equilibrata alimentazione ha uno scopo preventivo verso diverse patologie oncologiche e cardiovascolari.
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