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La dieta chetogenica, un regime alimentare che induce uno stato metabolico di chetosi attraverso una riduzione drastica dei carboidrati e un aumento delle fonti di proteine , sta acquisendo sempre più attenzione nel campo della medicina della fertilità, in particolare nella procreazione assistita.1 Infatti, i suoi effetti sul miglioramento della qualità ovocitaria e sulla gestione delle complicanze legate alla stimolazione ovarica nelle donne con Sindrome dell’Ovaio Policistico (PCOS) sono emersi in numerosi studi scientifici.2
L’iperinsulinemia e la resistenza all’insulina, comunemente riscontrate nelle donne con PCOS, possono influenzare negativamente la qualità degli ovociti e la risposta ovarica durante la stimolazione ormonale, aumentando il rischio di iperstimolazione ovarica (OHSS), una complicanza potenzialmente pericolosa. Pertanto, la gestione dietetica può avere un ruolo fondamentale nell’ottimizzare le possibilità di successo della procreazione assistita.
Uno degli effetti più promettenti della dieta chetogenica è la sua capacità di ridurre i livelli di insulina nel sangue, grazie alla riduzione dei carboidrati e all’aumento dei grassi. L’abbassamento dei livelli di insulina può migliorare l’ovulazione nelle donne con PCOS, migliorando la qualità degli ovociti. Riducendo l’insulina, si riduce anche la produzione di androgeni (ormoni maschili), che nelle donne con PCOS sono spesso elevati e contribuiscono all’ovulazione irregolare e all’irsutismo e all’acne.
La riduzione dell’insulina diminuisce anche i livelli di LH (ormone luteinizzante), che spesso è elevato nelle donne con PCOS. La regolazione di questi ormoni è cruciale per stimolare la maturazione dei follicoli e per migliorare la qualità ovocitaria durante i cicli di stimolazione ovarica.
Un altro beneficio della dieta chetogenica riguarda la riduzione del rischio di iperstimolazione ovarica, una complicanza potenzialmente grave nelle donne sottoposte a stimolazione ovarica per la procreazione assistita. Il rischio di OHSS è spesso legato all’iperinsulinemia e all’alterata risposta ormonale. Abbassando i livelli di insulina, la dieta chetogenica contribuisce a una risposta ovarica più controllata, riducendo il rischio di una stimolazione ovarica eccessiva. Ciò permette una gestione più sicura del ciclo di stimolazione ormonale durante i trattamenti di FIVET.3
Le evidenze scientifiche e la pratica clinica suggeriscono che un approccio nutrizionale mirato, come la dieta chetogenica, è un valido alleato nel trattamento della PCOS e nell’ottimizzazione dei trattamenti di fertilità, quindi andrebbe consigliato sempre come parte integrante della terapia.
Bibliografia:
1. Paoli, A., et al. (2013). “Ketogenic diet and chronic diseases: the current state of the art.” Food & Nutrition Research.
2. Messaoudi, et al. (2020). “The role of ketogenic diet in improving fertility and reproductive health.” Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism.
3.Tannus, S. et al. (2017). “Effects of ketogenic diet on reproductive health in women with polycystic ovary syndrome.” Gynecological Endocrinology.
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