- Adv -
I risultati di uno studio pubblicato su Jama Dermatology mostrano tassi di aborto spontaneo, problemi neonatali e anomalie congenite delle donne con psoriasi da moderata a grave simili a quelli delle donne della popolazione generale statunitense. Inoltre, gli esiti della gravidanza delle donne esposte al trattamento con biologici erano simili a quelli delle non esposte. Per Alexa B. Kimball, della Harvard Medical School di Boston, e collaboratori però, al fine di caratterizzare in modo più completo l’associazione tra psoriasi e trattamento ed esiti del parto sono necessari registri specifici che includano un numero maggiore di donne incinte con psoriasi.
Lo studio ha utilizzato i dati del Psoriasis Longitudinal Assessment and Registry (PSOLAR), non specifico per la gravidanza e con la storia medica raccolta solo al basale. Su 2.224 donne tra i 18 e i 45 anni incluse, seguite per 12.929 anni-paziente, 220 hanno avuto 298 gravidanze con 244 nati. Come esiti di nascita sono stati osservati 231 (94,7%) neonati sani, 10 (4,1%) con un problema neonatale, 2 (0,8) con anomalie congenite e 1 (0,4%) nato morto. In totale, 252 gravidanze si sono verificate in donne esposte a terapia biologica, prima o durante la gravidanza (nel 54,4% dei casi nel periodo prenatale). Secondo Jenny Murase, della University of California di San Francisco e non coinvolta nello studio, lo studio rassicura ulteriormente sul fatto che i biologici sembrano sicuri almeno in relazione agli esiti della gravidanza, ma sottolinea anche come non sia stata esaminata una possibile immunosoppressione nei primi 6 mesi di vita dei bambini. Riferendosi a una sua lettera su JAAD del 2011, in cui si discute di un caso di un bambino con infezione disseminata da bacillo Calmette-Guérin la cui madre aveva ricevuto in gravidanza infliximab per il morbo di Crohn, Murase evidenzia che i bambini esposti nel terzo trimestre di gravidanza a tale farmaco, e potenzialmente ad altri agenti anti-TNFalfa, potrebbero non essere in grado di sviluppare una risposta immunitaria adeguata ai vaccini vivi. Inoltre, nota che nel registro dello studio non siano stati separati i casi relativi all’esposizione al certolizumab, che non è pegilato e non attraversa la barriera placentare, aspetto tenere in considerazione per l’esperta in quanto nel secondo e soprattutto nel terzo trimestre di gravidanza, il bambino riceve spinta anticorpale dalla madre.
JAMA Dermatol. 2021. Doi:10.1001/jamadermatol.2020.5595
https://doi.org/10.1001/jamadermatol.2020.5595
JAAD 2011. Doi: 10.1016/j.jaad.2011.04.030
https://doi.org/10.1016/j.jaad.2011.04.030