Emergenza climatica, mangiare sano influenza l’emissione di gas serra. Ecco come

«Le variazioni derivano dalle differenze nelle raccomandazioni e nei consumi dei singoli alimenti all'interno dei sei principali gruppi: cibi proteici, latticini, cereali, frutta, verdura e oli/grassi»

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Le linee guida per una dieta sana differiscono nei vari paesi del mondo e con loro varia anche l’emissione di anidride carbonica (CO2) e altri gas serra. Gli Stati Uniti, per esempio, hanno una produzione di gas serra significativamente maggiore dell’India, secondo uno studio pubblicato su Nutrition Journal. L’emissione viene misurata in CO2 equivalenti (CO2-eq), unità di misura che permette di pesare insieme l’emissione di gas serra con diverso potere climalterante, tutti riportati a quello della CO2.

«Le variazioni derivano dalle differenze nelle raccomandazioni e nei consumi dei singoli alimenti all’interno dei sei principali gruppi: cibi proteici, latticini, cereali, frutta, verdura e oli/grassi» dice

Donald Diego Rose, coordinatore dello studio e direttore della Sezione di nutrizione presso la Tulane University School of Public Health and Tropical Medicine a New Orleans, negli Stati Uniti, che ha voluto verificare la correlazione tra emissioni di gas serra e modelli di consumo alimentare in sette paesi: Germania, India, Paesi Bassi, Oman, Thailandia, Uruguay e Stati Uniti. Dall’analisi è emerso che l’emissione di CO2-eq dell’India era relativamente bassa (0,86 kg al giorno) rispetto a quella degli Stati Uniti, stimata in 3,83 kg CO2-eq giornalieri. I gas serra prodotti dalle linee guida dietetiche statunitensi sono risultati circa 1,2 volte quelli dei Paesi Bassi (2,86 kg CO2-eq al giorno) e circa 1,5 volte quella della Germania (2,25 kg CO2-eq al giorno). Ma quello che colpisce è che la produzione di anidride carbonica legata alle linee guida dietetiche vegetariane statunitensi, pari a 1,80 kg CO2-eq al giorno, è comunque più del doppio di quella dell’India, in gran parte a causa dell’elevato consumo di prodotti lattiero-caseari.
«Un altro esempio è il consumo di carne bovina, di montone e di agnello, che in Uruguay rappresenta il 31% degli alimenti proteici, mentre in Germania è solo il 16%. Pertanto, le emissioni di gas serra calcolate per l’Uruguay sono del 53% superiori a quelle della Germania, nonostante il fatto che entrambi i paesi le raccomandazioni sulla quantità di alimenti proteici come gruppo alimentare siano più o meno simili» riprende Rose. E conclude: «Questi risultati evidenziano l’importanza di includere nelle linee guida alimentari alcune considerazioni di sostenibilità, come la riduzione dei consumi di alimenti proteici e latticini oppure l’inclusione di più sostituzioni a base vegetale per prodotti di origine animale».

Nutrition Journal 2021. Doi: 10.1186/s12937-021-00669-6
http://doi.org/10.1186/s12937-021-00669-6

 

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