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Il riso rosso fermentato è usato negli integratori per il controllo dei livelli di colesterolo. Aspetto peculiare di questo preparato è la sinergia di due regni: quello vegetale, rappresentato dal riso, e quello dei miceti, costituito da Monascus purpureus.
Il procedimento per ottenerlo prevede la fermentazione per nove giorni di riso (Oryza sativa),precedentemente cotto, con il micete. Tale preparazione viene utilizzata come alimento in Cina, sia per le sue proprietà coloranti e conservanti, sia per le proprietà salutistiche (ipolipidemizzante, ipotensivo ed ipoglicemizzante).
Responsabili di questi effetti terapeutici sono delle molecole prodotte dal micete dette monacoline, che devono essere presenti per legge nell’estratto in numero di almeno 10 e in concentrazione totale superiore allo 0,4%.
Di tale 0,4%, il 90% circa è rappresentato dalla monacolina K, la cui struttura chimica è in tutto e per tutto uguale alla lovastatina.
Grazie a queste molecole, il riso rosso fermentato può vantare molti articoli scientifici che ne confermano l’efficacia per ridurre i livelli di colesterolemia. Interessante è anche la valutazione della sicurezza: a breve termine (1 mese di trattamento), gli effetti collaterali sembrano di bassa entità, mentre si possono da subito vedere degli importanti effetti sia come riduzione del livello del colesterolo totale, sia nell’ottimizzazione del rapporto Ldl-Hdl. Inoltre, il riso rosso, in uno studio di Hermans e Ahn, associato a un estratto di olivo si è visto in grado di ridurre il colesterolo senza ulteriori effetti collaterali, anche in pazienti che soffrivano di mialgia come effetto collaterale dell’uso di statine.
Lo studio di Rader e Baker si spinge ancora oltre e valuta la possibilità di somministrare riso rosso a pazienti intolleranti alle statine di sintesi per ben 24 settimane. Benché lo studio sia piccolo, ha utilizzato dosi elevate di riso rosso (1800mg, due volte al giorno), riportando come a fronte di una riduzione del colesterolo totale e Ldl, non ci siano stati eventi di mialgia nei pazienti.
Anche altri studi sembrano confermare che, a parità di effetto, siano ridotte la sindrome di affaticamento e la mialgia rispetto ad altre statine di sintesi. Da considerare anche le possibili interazioni con altri farmaci: la monacolina K è substrato del citocromo 3A4 e può provocare rabdomiolisi se somministrata in concomitanza con altri farmaci che inibiscono il citocromo 3A4, quali: estratto di semi di pompelmo, fluconazolo, macrolidi, ketoconazolo, berberina, etc. Tuttavia, anche altre piante sono studiate per queste loro proprietà salutistiche. Piante che presto andremo a raccontare su questa rubrica.
Si segnala che è in corso un dibattito, ancora aperto, sulla sicurezza su potenziali effetti indesiderati della monacolina K.
Fonti:
Sifap Società italiana farmacisti preparatori
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